Diritto allo studio, 30 milioni in arrivo e via le tasse alle superiori

da la Repubblica

Diritto allo studio, 30 milioni in arrivo e via le tasse alle superiori

ROMA – Domani mattina Camera e Senato, attraverso le rispettive commissioni Istruzione, licenzieranno la quarta delega su otto della Buona scuola bis, la seconda di peso. Dopo “la valutazione” con le indicazioni sulla Maturità, ora “il diritto allo studio”.

Su questo fronte, la novità più importante è la triplicazione dei fondi del welfare studentesco, che passano da 10 a 30 milioni di euro. Lo hanno chiesto le commissioni, attraverso lo strumento del parere, e si è espresso a favore – per voce del Governo – il sottosegretario all’Istruzione Vito De Filippo. E il sottosegretario annuncia: “Quando il decreto tornerà sul tavolo della ministra Fedeli metteremo altre risorse sul diritto allo studio, nell’ordine di alcune decine di milioni. Saranno definitive e riguarderanno libri di testo, educazione digitale, trasporti”. Il dettaglio sarà una scelta del ministero, da formulare entro un mese.

L’ultima legge delega prevede l’esonero degli studenti delle scuole superiori dal pagamento delle tasse scolastiche, questo dall’anno 2018-2019. In particolare, nella terza classe (come già previsto da un decreto del 2005), in quarta e in quinta. Prima e seconda classe sono già esonerate. Oggi uno studente dell’ultimo anno superiore versa 49,39 euro per la tassa d’iscrizione, la frequenza annuale, l’Esame di Stato e il diploma. L’onere complessivo per tutti gli iscritti (quest’anno i ragazzi delle quinte in Italia sono 454.590) sarà garantito dal Miur.

Nel 2018, quindi, tutti gli alunni delle superiori, oltre due milioni e seicentomila, saranno esentati dal pagamento. Il costo pubblico dell’intervento sarà di 10,4 milioni per il 2018 e 29,7 milioni nel 2019. Va ricordato che per il 2017-2018 il reddito per le famiglie esentasse è stato alzato dello 0,9 per cento. Non pagheranno oneri le famiglie di tre persone con reddito al di sotto dei 11.474 euro e i nuclei con quattro persone sotto i 13.703 euro.

Già nel 2017 ci saranno 10 milioni di euro per l’erogazione di borse di studio per gli studenti iscritti agli ultimi due anni delle superiori: con un voucher potranno acquistare libri di testo, titoli di viaggio, accedere a beni e servizi culturali. I costi saranno sottratti dal Fondo Buona scuola, visto che le deleghe devono essere tutte “senza ulteriori oneri per lo Stato”. Il decreto sul welfare studentesco prevede maggiori agevolazioni sui libri e i sussidi digitali e offre al sistema l’opportunità di comodati d’uso gratuito alle medie e alle superiori attraverso convenzioni con gli enti locali.

La Carta dello studente, che oggi offre piccoli sconti al cinema e al teatro, da una parte sarà rafforzata e dall’altra estesa a chi frequenta i corsi Afam, l’Alta formazione musicale e coreutica, ai centri regionali per la formazione professionale, anche agli studenti universitari. Ci sono 2,5 milioni per l’istruzione domiciliare e per consentire agli alunni ricoverati in ospedale di non restare indietro. Per controllare l’attuazione del decreto nasce, infine, una Conferenza nazionale per il diritto allo studio a cui parteciperanno studenti e genitori: sarà convocata una volta l’anno.

La delega esplicita la tutela del diritto allo studio dello studente fino al secondo grado, le scuole superiori appunto, e in tutto il territorio, da Palermo a Milano. Restano contrarie all’impianto le più importanti associazioni studentesche. Giulia Biazzo, Unione degli studenti: “In questa legge non c’è un quadro nazionale per le borse di studio, affidate a Regioni così diverse tra loro per condizioni finanziarie e sensibilità. La delega sul diritto allo studio allarga la possibilità di collaborazione delle scuole con realtà private e questo, per noi, è un rischio. I soldi erogati, poi, sono ancora insufficienti. In molte scuole italiane il contributo volontario familiare è diventato un obbligo: se non versi 50 euro a inizio anno tuo figlio non va alle gite, non partecipa ai corsi pomeridiani, in alcuni casi non ottiene il libretto delle giustificazioni”.

Giammarco Manfreda, coordinatore della Rete degli studenti medi: “Avremmo voluto un confronto diretto sulla stesura dei testi, invece ci hanno presentato decreti già impostati condizionando la discussione. Abbiamo portato le nostre proposte al ministero e alle due Camere del Parlamento, ottenendo poco o nulla. Niente è stato fatto per individuare i Livelli essenziali delle prestazioni e il risultato è un testo di legge inutile per il diritto allo studio in Italia”.