Formazione e reclutamento insegnanti, due sistemi concorsuali: vantaggio o complicazione?

da Tuttoscuola

Formazione e reclutamento insegnanti, due sistemi concorsuali: vantaggio o complicazione?

Con lo schema di decreto delegato n. 377 sulla formazione e il reclutamento dei docenti della secondaria che si avvia alla definitiva approvazione entro il 17 aprile p.v., il sistema concorsuale italiano si sdoppia completamente: da una parte i nuovi concorsi per la secondaria di I e II grado, dall’altra quelli della primaria e infanzia che procederanno secondo i criteri del concorso 2016.

E non si tratta certamente di differenze minime, di dettaglio, comprese quelle previste per la fase transitoria che precederà la nuova tipologia concorsuale della secondaria dal 2020-21 che prevede (stima della relazione tecnica) 20.893 posti disponibili da assegnare nel triennio.

I concorsi per reclutare docenti della secondaria avranno cadenza biennale, a cominciare dal 2020-2021, mentre quelli per infanzia e primaria continueranno ad avere cadenza triennale, in sequenza, rispetto all’attuale, dal 2019-2020.

L’accesso ai primi è previsto anche per tutti i laureati non abilitati, in quanto si prevede successivamente il conseguimento dell’abilitazione (che verrà denominata specializzazione) a favore dei soli vincitori. Proprio per questo la relazione tecnica che ha accompagnato lo schema di decreto stima in via prudenziale una partecipazione di ben 255 mila candidati, cioè più del triplo dei candidati della secondaria (ammessi solo se abilitati) dell’attuale concorso (73.489).

Per i concorsi di primaria e infanzia continueranno ad essere esclusi i candidati privi di abilitazione (i candidati del concorso attuale sono stati 156.404).

Le nomine in ruolo dei vincitori nei nuovi concorsi della secondaria avverranno al termine di un triennio di formazione con tirocinio. Per i concorsi di primaria e infanzia le nomine saranno invece immediate.

Il concorso per la scuola secondaria prevede una quota riservata di posti per i docenti già abilitati  e per gli iscritti nelle graduatorie di terza fascia di istituto con almeno 36 mesi di servizio.

Per primaria e infanzia non è prevista analoga riserva di posti per docenti che pur si trovano nella medesima situazione.

Nel concorso della secondaria è prevista un’attenzione particolare per docenti delle scuole paritarie che invece manca per primaria e infanzia.

Infine un’altra differenza riguarda le commissioni esaminatrici: dalla relazione tecnica dello schema di decreto si prevede che ne venga costituita una ogni 250 candidati presenti alla prova scritta, mentre per primaria e infanzia gli attuali criteri ne prevedono una ogni 500, con evidenti conseguenze non solo sui carichi di lavoro ma anche sui tempi di espletamento delle prove.

Questa netta divaricazione di criteri concorsuali, oltre a rendere complessa la gestione da parte degli Uffici scolastici regionali, potrebbe dar luogo a nuovi contenziosi, come ormai è prassi nel comparto della scuola.