Delega Inclusione, Rapisarda: ‘Buone le modifiche, ma restano ancora ombre’

da Tuttoscuola

Delega Inclusione, Rapisarda: ‘Buone le modifiche, ma restano ancora ombre’

La Buona Scuola è in via di attuazione e con lei è in arrivo una delle deleghe attuative delle più tecniche e delicate, quella che riguarda l’inclusione degli alunni con disabilità. Tante le modifiche proposte dalle Commissioni Affari sociali e Cultura. Tuttoscuola ne parla con l’esperto di inclusione scolastica Gianluca Rapisarda, Direttore scientifico dell’I.Ri.Fo.R. dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.

Quali sono le principali novità introdotte dalle commissioni al testo originale?

“ Innanzitutto, si rimette al ‘centro’ la famiglia, che partecipa a tutte le fasi: dalla formulazione del profilo di funzionamento dell’alunno (che sostituisce la valutazione diagnostica funzionale, come chiesto dalle associazioni, ndr), alla quantificazione delle risorse da assegnare. Su richiesta delle famiglie, poi, il Piano educativo individualizzato (Pei) entra a far parte del profilo di funzionamento. Se la prima bozza introduceva la valutazione diagnostico-funzionale (che andava a sostituire gli attuali profilo dinamico funzionale e diagnosi funzionale), ora il parere delle Commissioni VII e XII parla di un «profilo di funzionamento secondo i criteri del modello bio-psico-sociale dell’ICF, ai fini della formulazione del progetto individuale (di cui all’articolo 14 della legge 8 Novembre 2000 n. 328), nonché per la definizione del Piano Educativo Individualizzato”.

Ma alcuni di voi hanno parlato di poca chiarezza circa l’organo che dovrebbe assegnare il sostegno didattico. Per quale motivo ?

“In verità  c’è un po’ di confusione poiché nel Pei non sembrano esserci cenni al sostegno didattico (art .10), mentre i sostegni – incluso quello didattico – sembrano dover essere contenuti nel profilo di funzionamento: quindi a determinare e quantificare le ore di sostegno sarà pare l’unità di valutazione multidisciplinare, oggi sì arricchita di componenti rispetto all’inizio ma comunque non composta dalle persone che effettivamente conoscono il ragazzo e con un assetto prevalentemente medico”.

Un’altra carenza da voi denunciata riguardava la valutazione dell’inclusione scolastica. Le Commissioni hanno proceduto a modifiche sostanziali?

“Una delle novità del testo iniziale del decreto era il fatto che la valutazione dell’inclusione scolastica fosse parte integrante della valutazione della scuola, tramite indicatori che l’Invalsi andrà a definire: ora, grazie all’intervento delle principali Associazioni di e per disabili, alla stesura di questi indicatori parteciperà anche l’Osservatorio per l’inclusione scolastica istituito presso il Miur”.

Una criticità l’avete rilevata pure in merito alla formazione iniziale specifica dei docenti specializzati. Ci può spiegare perché?

“Apprezziamo tanto gli sforzi del MIUR e della 7° e 12° commissione circa la formazione iniziale universitaria  specifica degli insegnanti per il sostegno della scuola dell’infanzia e primaria,i cui crediti formativi sulla Didattica inclusiva e sulla Pedagogia speciale aumenteranno dagli attuali 60 a 120.Tuttavia,resta il” rebus” della mancata previsione della medesima formazione iniziale specifica per i docenti di sostegno della superiore di I° e II°. Su tale parte del decreto, ritengo che il MIUR debba necessariamente intervenire. Anche la formazione generalizzata di tutto il personale scolastico sulle singole disabilità stabilita dal decreto n.378 mi pare un po’ lacunosa, in quanto non prevede alcun obbligo di osservarla. A tal proposito, per ovviare a ciò,  il recente “Piano Triennale di Formazione Obbligatorio” per i docenti curricolari e di sostegno in servizio mi sembra un ottimo strumento e una preziosa opportunità da cogliere da parte di tutte le Istituzioni scolastiche”.

Che ne pensa del mantenimento a 20 alunni delle classi con disabili?

“Valuto molto positivamente tale disposizione dello schema di decreto esitato dalle Commissioni  Affari sociali e Cultura, perché recepisce quanto previsto dagli articoli 4 e 5 del D.P.R. n. 81 del 2009, contrastando il proliferare delle classi “pollaio” tanto deleterie per gli alunni con disabilità. Però, resta il fatto che il Decreto non stabilisce l’inderogabilità del numero di 20 alunni per classe in presenza di disabili, prevedendo che ciò avvenga soltanto “di norma”.

La continuità era un tema importante per le famiglie e per voi Associazioni di e per persone con disabilità: Qual è la sua opinione?

“La prima bozza di decreto prevedeva un vincolo decennale sul sostegno per gli insegnanti, mentre ora invece le Commissioni chiedono al Governo di verificare la possibilità di ridurre tale vincolo e «di superarlo definitivamente al momento di entrata a regime della nuova disciplina della formazione iniziale e del reclutamento degli insegnanti». I contratti a tempo determinato potranno poi essere reiterati «il più possibile», in caso di fruttuoso rapporto docente-alunno. All’articolo 16 dello Schema di Decreto 378 (continuità didattica) si aggiunge oggi infine che «al fine di garantire la continuità didattica durante l’anno scolastico, si applica l’articolo 462 del testo unico di cui al decreto legislativo n. 297 del 1994»: almeno per tutto l’anno l’insegnante di sostegno dovrebbe rimanere lo stesso.”

Cosa c’è che non va in tutto ciò?

“A mio parere, sulla continuità didattica, qualche ombra rimane, e cioè che il neonato Decreto non prevede nulla per contrastare il fatto che più del 40% degli attuali docenti per il sostegno sono supplenti e hanno incarichi precari ‘in deroga’. Per ovviare bisognerebbe rivedere i criteri degli organici dei docenti specializzati, che dovrebbero poter transitare dal presente organico di fatto a quello di diritto delle scuole e prevedere un serio e strutturale Piano di assunzione attraverso appositi Concorsi.”