Ocse, scuola italiana tra le migliori in Europa: inclusiva e supporta meglio i meno fortunati

da Tuttoscuola

Ocse, scuola italiana tra le migliori in Europa: inclusiva e supporta meglio i meno fortunati

La scuola italiana non è messa poi così male, anzi è più inclusiva di quanto non si pensi. A raccontarlo è il confronto internazionale condotto dall’Ocse dal titolo “Come si comportano alcune coorti di studenti dell’indagine Pisa nell’indagine successiva sulle competenze degli adulti Piaac?“. A segnalarlo è Salvo Intravaia in un articolo di Repubblica.it.

Opportunità di partenza diverse, ma risultati vicini

Due le buone notizie che emergono dallo studio, una sola la cattiva. Partendo dai lati positivi, il primo è che, nonostante il mondo del lavoro, la formazione professionale e l’università non siano in grado di alleviare le differenze tra le classi sociali che emergono alla fine della scuola dell’obbligo (anzi, tendono a rinforzarle), la scuola italiana riesce comunque a tenere abbastanza vicini i risultati di studenti che avevano diverse opportunità di partenza. In parole povere: in Italia la scuola riesce ad attenuare le differenze socio  economiche di partenza.

Scuola italiana? Inclusiva per davvero

Seconda nota positiva: “l’indice che descrive la sperequazione in termini di preparazione tra soggetti più e meno fortunati, riguardo alle competenze linguistiche dei quindicenni – leggiamo su Repubblica.it – vale per l’Italia 0,45 mentre a livello Osce sale a 0,48. Per la Danimarca è pari a 0,64 e per la Germania sfiora il valore di 0,49. In altri termini, la scuola italiana è più inclusiva di quanto si pensi e riesce a supportare meglio i soggetti meno fortunati.”

Le differenze si accentuano dopo il diploma

La cattiva notizia? È che dopo la scuola le differenze tra avvantaggiati e svantaggiati differenze si accentuano, come accade in tutti i Paesi dell’Ocse. Secondo un indice messo a punto dall’Ocse sulle capacità in Lettura e Matematica, dopo il diploma le differenza di prestazione tra studenti avvantaggiati (quindi con almeno un genitore laureato e con oltre 100 libri a casa) e svantaggiati (con meno libri e genitori con un livello di istruzione più basso) crescono infatti in tutti e 20 i paesi oggetto dello studio, Italia compresa. Non si può dire altrettanto di Canada, Stati Uniti e Korea.

Fedeli: bene, ma continuiamo a lavorare per rendere scuola ancora più inclusiva

Sui dati Ocse esprime soddisfazione la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli: ““I dati pubblicati dall’Ocse ci dicono che la scuola italiana è una scuola inclusiva, capace di supportare le studentesse e gli studenti che partono da condizioni più svantaggiate. Una scuola di cui possiamo essere orgogliosi e a cui dobbiamo ora continuare a garantire strumenti e risorse perché possa attuare sempre pienamente l’articolo 3 della nostra Costituzione, garantendo a tutte le ragazze e tutti i ragazzi pari opportunità e uguaglianza. In questa direzione vanno gli investimenti che stiamo facendo sulle competenze delle studentesse e degli studenti attraverso i fondi PON che abbiamo messo a bando nelle scorse settimaneI dati Ocse – prosegue Fedeli – confermano che il nostro sistema scolastico funziona: fra le nostre e i nostri quindicenni le differenze socio-economiche di partenza pesano meno che in altri Paesi. Questo divario, però, torna a farsi sentire dopo l’uscita dal sistema scolastico. È quindi molto importante investire anche sull’acquisizione di competenze lungo tutto l’arco della vita e aiutare le ragazze e i ragazzi, soprattutto chi è in condizione di svantaggio, ad affrontare al meglio la transizione dalla scuola agli studi successivi o nel mondo del lavoro”.