Disabilità, il decreto ci sarà con i correttivi parlamentari

da ItaliaOggi

Disabilità, il decreto ci sarà con i correttivi parlamentari

Resta il nodo della separazione delle carriere

Emanuela Micucci

In attesa del via libera in Consiglio dei ministri al decreto legislativo sull’inclusione scolastica, la titolate dell’Istruzione Valeria Fedeli rassicura che la delega ci sarà e si atterrà ai pareri espressi dalla Camera e dal Senato. Lo ha annunciato, la scorsa settimana, durante una riunione al Miur dell’Osservatorio per l’inclusione degli alunni con disabilità in seguito alle richieste di dialogo con il ministro delle associazioni dei disabili e delle loro famiglie. La riunione è stata onvocata con solo un giorno di anticipo. Tanto che delle 17 le associazioni membri della Consulta presso l’Osservatorio ne erano presenti solo 3: Fish (federazione italiana per il superamento dell’handicap), Fand (federazione tra le associazioni nazionali dei disabili) e Fiaba. «Abbiamo detto a Fedeli che», spiega a ItaliaOggi Salvatore Nocera della Fish, «se si va sui pareri migliorandoli per noi per ora va bene, anche perché circa il 90% delle nostre proposte sono state recepite dalle Commissioni. Poi si potrebbe intervenire con un disegno di legge di iniziativa governativa o con una modifica ai decreti» su cui la legge prevede un tagliando tra 2 anni.

«Aspettiamo anche i circa 20 decreti previsti per attuare questi» delle deleghe della Buona Scuola. In particolare, sono rimaste aperte alcune questioni: la separazione della carriera tra docenti di sostegno curricolari, soprattutto alla secondaria; la formazione iniziale e in itinere degli insegnati che le associazioni vorrebbero estendere anche ai docenti curricolari, ai presidi e al personale della scuola e non solo a quelli di sostegno; l’indicazione nel profilo di funzionamento e/o nel Pei dei sostegni, a partire da quello didattico, necessari per garantire un compiuto percorso di inclusione. Fiaba insiste sul rischio di inserire la scuola in ospedale nella delega sull’inclusione scolastica, perché equiparerebbe lo studente disabilità e studente ospedalizzato. Sebbene la legge 107 su questo punto (art. 1, c. 181, c), num. 9) faccia riferimento alla legge 104/1992 (art. 12, c. 9) dove si parla degli alunni normodotati ricoverati nei centri di degenza per i quali si accerta l’impossibilità di frequentare la scuola per un periodo non inferiore a 30 giorni di lezione. Se dopo la riunione dell’Osservatorio le associazioni esprimono soddisfazione, anche se con riserva fino in attesa del decreto legislativo vero e proprio, la Rete dei 65 movimenti per il sostegno è sul piede di guerra. E chiede il ritiro della delega perché «indebolisce e modifica la legge 104, esclude la famiglia da qualsiasi decisione, il Pei non sarà più impugnabile e il tutto sarà riconducibile unicamente alle ‘disponibilità economiche’ di chi dovrebbe garantire il processo di inclusione»