Deleghe Buona Scuola, decreto valutazione: prova Invalsi all’angolo?

da Tuttoscuola

Deleghe Buona Scuola, decreto valutazione: prova Invalsi all’angolo?

In queste ore ultimissimi ritocchi ai testi delle deleghe della Buona Scuola ai piani nobili del Miur, prima del rien ne va plus del Ministero che dopo un anno e mezzo, seguiti da altri tre mesi di gestazione, chiude, con un lungo travaglio, questa estenuante vicenda dei decreti delegati della Buona Scuola.

Il decreto valutazione

Tutto finito? Forse, perché domani le otto deleghe saranno esaminate a Palazzo Chigi, come da consuetudine, in pre-consiglio prima di essere approvate in via definitiva dal Consiglio dei Ministri di venerdì 7 p.v.. Giochi fatti? Probabilmente sì. Uno dei più travagliati decreti è certamente quello sulla valutazione dove erano in discussione due questioni di rilievo: la modalità di valutazione degli alunni nel I ciclo (numeri o lettere) e la funzione della prova Invalsi.

Prova Invalsi: quale futuro?

La questione del voto sembra risolversi a favore dei numeri. Ma non è un problema vitale. Per il test Invalsi la decisione potrebbe invece avere conseguenze non da poco. Lo schema iniziale del decreto prevede prove Invalsi in funzione dell’esame di Stato sia per il I che per il II ciclo. Attualmente (e ancora per quest’anno) le prove Invalsi sono inserite nell’esame di licenza media e concorrono al voto finale d’esame; per l’esame di maturità attualmente non hanno incidenza alcuna.

Prova Invalsi in terza media

Lo schema di decreto prevede ora di escludere dall’esame di licenza tali prove, prevedendone l’effettuazione entro aprile con la clausola che il loro svolgimento, al di là del risultato, è condizione necessaria per l’ammissione all’esame. Alcuni hanno proposto però l’eliminazione di ogni forma di attestazione del punteggio individuale. Se questo dovesse succedere, si passerebbe  dal tanto di prima al poco di adesso: Invalsi come semplice lasciapassare o poco più.

 

Prove Invalsi alla maturità

Anche per l’esame di maturità il decreto prevede, ex-novo, una funzione dell’Invalsi. Ma anche per il secondo ciclo si paventa la possibilità che dei punteggi ottenuti nelle prove Invalsi (obbligatoria per l’ammissione all’esame) non resti nulla. Sarebbe importante invece che restasse una traccia delle prove almeno  nel curricolo dello studente che verrà rilasciato dopo la maturità, anche se non è più previsto che possa essere  considerato dall’università (ma non è detto che quale Università non voglia farlo lo stesso).

Invalsi alle strette

È evidente che se i risultati Invalsi non dovessero lasciare alcuna traccia, molti studenti delle superiori si limiteranno ad apporre qualche crocetta o risposte a vanvera per assolvere all’obbligo  In questo caso i tanti da sempre ostili alle prove Invalsi, probabilmente venerdì brinderanno. L’Invalsi, all’angolo, no. Speriamo che non accada.