Def, Fedeli: sulla scuola impegno a 360 gradi per saperi, competenze e personale

da La Tecnica della Scuola

Def, Fedeli: sulla scuola impegno a 360 gradi per saperi, competenze e personale

“Dobbiamo sapere quali investimenti confermiamo, dove non facciamo tagli e come andiamo avanti”, a dirlo è stata la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli.

A margine del Premio Buone pratiche sicurezza e salute a scuola “Vito Scafidi” di Cittadinanzattiva, parlando del Documento di Economia e Finanza, la ministra ha detto anche che “così come è stato annunciato”, sull’Istruzione ci sarà un impegno sulla formazione “a 360 gradi”.

“Credo sia molto importante – ha spiegato la ministra durante il suo intervento – e faremo una discussione nel CdM della prossima settimana, questa necessaria dovuta responsabilità del Governo italiano a insistere nel rapporto con l’Europa, sui finanziamenti legati al terremoto, e più complessivamente a intervenire a 360 gradi su investimenti che riguardino l’insieme delle condizioni in cui gli studenti fanno scuola. Gli investimenti in istruzione sono a 360 gradi: ambiente, saperi, competenze, valori di docenti, presidi e personale Ata. Su questi investimenti dovrebbe operare un paese in quanto paese”.

E ancora, ha sottolineato, “su questi temi ci si può confrontare, ma sono particolarmente allergica alle occasioni in cui sul terreno della scuola si fanno scontri partitici: significa non avere a cuore il futuro dei ragazzi, il futuro di tutto il paese”.

Per Fedeli, “c’è ancora tanto da fare sull’edilizia scolastica, perché finché in Italia non ci sarà ogni scuola sicura, antisismica, innovativa nella strumentazione per le nuove didattiche, noi non ci dobbiamo fermare. Allo stesso tempo negli ultimi tre anni abbiamo cominciato a fare investimenti: 7 miliardi di investimenti sull’edilizia scolastica non erano mai stati fatti. Non è più considerato un settore su cui fare risparmio come avveniva precedentemente”.

Fedeli ha anche auspicato che “L’educazione civica non sia solo una materia” e “non sia relegata a un’ora”: “si parla della formazione di cittadini attivi a 360 gradi” e “cittadini non si diventa solo nel percorso scolastico”, per poi, finita la scuola, regredire.

Occorre quindi “formare l’insieme delle competenze e delle professionalità della scuola: dobbiamo essere la ‘buona pratica’ per la scuola e per i ragazzi, è il migliore insegnamento di educazione civica”.

Il Miur, ha ricordato, sta “già rivitalizzando l’educazione civica con delle scelte importanti di finanziamento dei Pon, legati all’educazione civica e alla cittadinanza europea e globale, e immettendo tutte quelle caratteristiche di contenuto e di opportunità di conoscenza per non discriminare nessuno”.

Oggi, ha ribadito la ministra, l’educazione civica non va vista solo come una materia, ma come “un comportamento di tutti gli insegnanti, i presidi, il personale Ata, della politica, dei media, cioè di tutti quelli che hanno responsabilità e incidono sull’educazione e sulla formazione dei nostri ragazzi verso un comportamento civile”.