Scuola della 107 vs Pedagogia!

Scuola della 107 vs Pedagogia!
lettera a Giuseppe Bagni

di Maurizio Tiriticco

“Ingorgo normativo vs visione pedagogica!” Voi del Cidi ne parlerete il 21 aprile a Palermo, caro Beppe! In effetti, mi sembra che la ricerca pedagogica sia assolutamente latente oggi! E penso che ciò avvenga proprio perché la nostra scuola è afflitta oggi tra troppe incombenze che ricadono poi in maggior misura sugli insegnanti, i cui compiti ormai vanno ben oltre il semplice insegnare! La stessa testata della bella nostra rivista “Insegnare” dovrebbe essere arricchita, anzi appesantita, da tanti altri titoli! Tra RAV, PDM e alte diavolerie, gli adempimenti e le preoccupazioni dell’insegnante oggi sono numerosi e faticosi e implicano grosse difficoltà. Il solo fatto che, non appena assegna un voto, questo diventa pubblico, è già fortemente limitativo! Io e te abbiamo insegnato e quante volte i voti non hanno avuto un carattere sanzionatorio – nel bene e nel male – ma correttivo, esortativo! Insomma noi abbiamo “giocato” con i voti, come tutti i bravi insegnanti, considerandoli più come uno stimolo che non uno strumento per convalidare o sanzionare un compito.

La ricerca pedagogica urta fortemente oggi con una scuola che sembra più un quotidiano adempimento normativo che un laboratorio di ricerca e una palestra di idee. La “stretta” normativa oggi è forte… aggiungici anche le prove Invalsi, che gli insegnanti “leggono” e “vivono” più come un controllo che come un sostegno! Lo spazio per la ricerca pedagogica è, quindi, molto stretto, a meno che non si metta in piedi un progetto con tutti i crismi e le autorizzazioni del caso come, ad esempio si è verificato per “Nulla dies sine linea”, l’ottima ricerca condotta qualche tempo fa da Benedetto Vertecchi. Pertanto, compito primario degli “insegnanti democratici”, ovvero di tutti loro, oggi, è quello di riappropriarsi del loro ruolo e della loro professionalità, aggrediti e offesi ormai da anni!

Matteo Renzi nel suo primo discorso ufficiale, quando divenne Presidente del Consiglio, dedicò molto spazio alla scuola, cosa che in genere mai accade per un Presidente appena investito. E di fatto l’impegno lo ha portato a termine!!! Con la legge 107 PERO’, e lo scrivo GROSSO COSi’!!! Con il grosso limite che nessun vero insegnante ci ha messo le mani! Compito degli insegnanti, oggi, e delle loro associazioni – e in primo luogo del CIDI – è quello di rivendicare il loro ruolo primario per ciò che concerne il “fatto scuola”! I ponti li costruiscono gli ingegneri, gli aerei li guidano i piloti, le navi i marinai! Solo le scuole sembra che non debbano essere governate dagli insegnanti e dal dirigenti! So che la Ministra Fedeli, appena insediatasi, ha voluto “ascoltare” sindacati e associazioni, ma… un conto è “ascoltare”, altro conto è “operare” secondo quanto si è ascoltato! E mi auguro che a Palermo la visione pedagogica cominci seriamente a riassumere il suo ruolo, prima che l’ingorgo normativo diventi un tappo… di quelli di plastica… resistenti a qualsiasi cavatappi!

Insomma, occorre restituire alla scuola, agli insegnanti e agli alunni quegli spazi di cui hanno sempre goduto, pur all’interno, ovviamente di quel dllgs 297/94, meglio noto come “Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione e successive modificazioni”, e di quel Regolamento dell’autonomia scolastica di cui al dpr 275/99. La Ministra dirà che gli spazi ci sono, ma la pioggia di adempimenti extra che con la 107 si è abbattuta su insegnanti e dirigenti di fatto costituisce un vincolo più che un’opportunità per una scuola in cui ricerca e sperimentazione pedagogiche e didattiche dovrebbero costituire, invece, un’occasione di sviluppo e di crescita.

Il Cidi parla di ingorgo normativo, proprio perché sono solo gli insegnanti nel loro quotidiano operare e in forza del loro associazionismo (oltre al Cidi ci sono l’Uciim, l’Aimc, la Fnism, l’Mce et al. oltre alle organizzazioni di estrazione sindacale quali l’Irase, Proteofaresapere, l’Irfed) ad apportare quotidianamente quel valore aggiunto tanto necessario perché l’apprendimento dei nostri alunni, in una società sempre più complessa e difficile, si arricchisca di strategie e di stimoli sempre nuovi. La ricerca pedagogica, molto attiva fino alla fine del secolo scorso, ora, tranne qualche rara eccezione, sembra davvero latitante. E il “faidaté” non è sempre una cosa facile per gli insegnanti, chiamati ad operare non solo con alunni e alunne sempre più curiosi e, per certi versi, anche sempre più problematici, ma anche con operazioni che con il semplice e doveroso insegnamento hanno poco a che fare!

Buon lavoro, a Palermo, caro Beppe! Dare risposte ai tanti bisogni dei nostri ragazzi e ragazze non è facile, oggi, in una società che a volte sembra sorda alle loro richieste di crescita, conoscenze, competenze e, soprattutto, lavoro! Ma gli amici del Cidi non mancheranno di provarci! E di riuscirci!