Docenti di sostegno: con la Buona Scuola li confermano le famiglie

da Repubblica 

Docenti di sostegno: con la Buona Scuola li confermano le famiglie

Nel decreto legislativo sull’inclusione scolastica degli alunni con handicap la norma che consente ai genitori di chiedere un nuovo contratto per i docenti nell’interesse dell’alunno. La protesta dei sindacati: “La scelta di un lavoratore pubblico non può essere fatta da chi non ha competenze per valutare la didattica speciale”

di Salvo Intravaia

ROMA – Per la prima volta in assoluto, con la Buona Scuola bis, i genitori potranno scegliere gli insegnanti. Per ora, solo i supplenti di sostegno. Ma in futuro, se l’esperienza sarà positiva, mamme e papà potrebbero mettere bocca sulla nomina di tutti gli altri insegnanti, anche quelli di posto comune. La novità è contenuta nel decreto legislativo sulla cosiddetta inclusione scolastica che riguarda, oltre agli alunni con handicap, anche gli scolari e gli studenti con Dsa (Disturbo specifico di apprendimento) e Bes, con Bisogni educativi speciali. In altre parole, tutti i soggetti che manifestino qualche difficoltà, come i disgrafici e i dislessici o coloro che hanno alle spalle famiglie disastrate.

Il comma che apre alle famiglie la possibilità di intercedere a favore di questo o quel bravo supplente, che nel corso dell’anno scolastico si è contraddistinto per il suo lavoro con l’alunno disabile, è il numero 3 dell’articolo 14 del provvedimento approvato venerdì scorso. “Al fine di agevolare la continuità educativa e didattica e valutati, da parte del dirigente scolastico, l’interesse dell’alunno e l’eventuale richiesta della famiglia, ai docenti con contratto a tempo determinato per i posti di sostegno didattico – si legge nel testo uscito dal Consiglio dei ministri – possono essere proposti, non prima dell’avvio delle lezioni, ulteriori contratti a tempo determinato nell’anno scolastico successivo”.

Una chance condizionata alla disponibilità del posto e alla precedenza da accordare ad un eventuale docente di ruolo che intenda trasferirsi in quella scuola. In ogni caso, è la prima volta che nell’ordinamento normativo italiano il principio del punteggio per l’assegnazione di una supplenza viene subordinato all’eventuale giudizio dei genitori del bambino o ragazzo disabile. Per il momento, la novità resta un principio sulla carta perché “le modalità attuative del presente comma sono definite con decreto” del ministero dell’Istruzione al regolamento ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca da adottare ai sensi dell’articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988 n. 400, anche apportando le necessarie modificazioni al regolamento sul conferimento delle supplenze.

E mentre la Flc Cgil protesta perché, dice Francesco Sinopoli, “dopo l’approvazione in via definitiva dei decreti attuativi della legge 107/15 e la propaganda a colpi di comunicati stampa e schede tecniche del Miur dei testi ufficiali non c’è ancora traccia”. L’Anief definisce “clamorosa” l’innovazione. “Si scopre – spiega Marcello Pacifico – che i genitori decideranno se i supplenti potranno avere contratti pluriennali su sostegno. Il meccanismo scatterà quando, evidenziato un rapporto positivo con lo studente diversamente abile, le famiglie faranno richiesta perché il docente a tempo determinato venga riconfermato senza passare dalla nomina delle supplenze. La conferma di un lavoratore pubblico, può passare per il gradimento di una utenza quasi priva delle conoscenze e competenze per valutare le tante variabili che entrano in gioco nell’impartire la didattica speciale?”, si chiede il sindacalista. “La risposta è ovviamente no”.