Un 25 aprile da non banalizzare!

Un 25 aprile da non banalizzare!

di Maurizio Tiriticco

 

Lunedì prossimo, 24 aprile, nelle scuole, se non… si “pontifica”, sarebbe opportuno e necessario… non che si celebrasse – le celebrazioni lasciamole alle Autorità della Repubblica – la ricorrenza del 25 aprile 1945, ma che, invece, si discutesse su quanto è accaduto in quei giorni, dopo anni di dittatura, di leggi antiebraiche e, soprattutto, di una delle guerre più inutili e sciagurate che l’umanità abbia vissuto. E non sarebbe difficile! Basterebbe fare ascoltare (si trova su youtube) l’incipit del discorso che Benito Mussolini… pardon, il Duce, tenne dal balcone di Palazzo Venezia! Ed io, balilla moschettiere, come tanti giovani e adulti, incantati dalla propaganda del regime, “bevevamo”, storditi da una sbronza di cui ormai soffrivamo da diciotto anni. E’ un incipit che mi piace trascrivere! Lettore!!! Non ridere!!! Dopo quel discorso, abbiamo pianto tanto, e in tanti!

“Combattenti di terra, di mare e dell’aria! Camicie nere della Rivoluzione e delle legioni! Uomini e donne d’Italia, dell’Impero e del Regno d’Albania! Ascoltate! Un’ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra Patria! L’ora delle decisioni irrevocabili! La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori di Gran Bretagna e di Francia! Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell’Occidente, che, in ogni tempo, hanno ostacolato la marcia, e spesso insidiato, l’esistenza medesima del popolo italiano. Alcuni lustri della storia più recente si possono riassumere in queste frasi: promesse, minacce, ricatti e, alla fine, quale coronamento dell’edificio, l’ignobile assedio societario di cinquantadue Stati. La nostra coscienza è assolutamente tranquilla. Con voi il mondo intero è testimone che l’Italia del Littorio ha fatto quanto era umanamente possibile per evitare la tormenta che sconvolge l’Europa; ma tutto fu vano. Bastava rivedere i trattati per adeguarli alle mutevoli esigenze della vita delle nazioni e non considerarli intangibili per l’eternità…”.

E via di questo passo! Sarebbe opportuno leggerlo per intero! Chissà se i Gasparri e le Meloni lo hanno mai letto! E si ricordi, però, che dopo anni di sonore sconfitte, quel re Pippetto (così lo chiamavamo per la sua bassa statura), che nel 1922 aveva “consegnato” l’Italia a Mussolini, la notte del 25 luglio 1943 lo fece “impacchettare” dai suoi carabinieri, l’arma fedelissima! E il resto è noto… o dovrebbe esserlo!

La guerra continuava e i nostri ragazzi, male armati ma esaltati da vent’anni di patriottismo becero e straccione, morivano, magari inneggiando al Duce e all’Italia, convinti di dare la vita per una causa nobile e giusta! E nel frattempo migliaia di ebrei, di rom, di uomini, donne e bambini di “razze”… aliene – in effetti esiste una sola razza, quella umana, distinta in tante etnie – rispetto alla pura “razza ariana”, venivano sistematicamente sterminati nelle camere a gas! Che sarebbe accaduto se Hitler avesse vinto? Tutti i “non ariani” sarebbero stati sterminati e forse anche molti di noi italici non decisamente biondi! Così l’intero pianeta sarebbe stato governato – si fa per dire – dall’unica razza degna di vivere e di governare!!!

L’umanità ha vissuto numerose sofferenze, guerre, invasioni, inquisizioni di tutti i tipi, malattie endemiche, ma, con l’avvento del nazifascismo ha toccato la punta estrema di questa follia!

Se tutto ciò che ho scritto finora è vero, com’è vero, è bene che non si guardi al 25 aprile solo come a un giorno di vacanza – che in effetti è – ma anche a un giorno in cui ricorre l’anniversario della nostra salvezza – e non esagero – quella di noi italiani! Altre popolazioni europee hanno dovuto aspettare l’8 e il 9 maggio 1945, quando finalmente la Germania si arrende agli Alleati, ed altre ancora non europee il 2 settembre quando si arrende anche il Giappone!

La seconda guerra mondiale ha costituto un incubo per quasi tutte le popolazioni del pianeta, e la sua fine, scandita dalle date sopra ricordate, ha significato l’inizio di un periodo di pace che dura ormai da 72 anni e che deve durare per sempre. Inutile sottolineare che oggi ci troviamo tutti di fronte a nuovi grandi emergenze, che dobbiamo affrontare e risolvere con tutta la fermezza e l’energia del caso. Problemi sempre nuovi richiedono strategie sempre nuove! E che gli insegnamenti dolorosi del passato illuminino gli attuali governanti del pianeta!