Ottant’anni dalla morte di Antonio Gramsci

Il 27 aprile del 1937 moriva Antonio Gramsci.


Gramsci, Fedeli: riflettere su sua figura e opera,
suo pensiero è attuale e fonte di ispirazione

A ottant’anni dalla morte di Antonio Gramsci “invitiamo le scuole a riflettere sulla sua figura e sulla sua opera che ha introdotto categorie di pensiero universali, utili per comprendere la complessità del presente che viviamo e le sue radici storiche. A tal proposito, all’inizio della prossima settimana invieremo agli istituti scolastici una circolare per promuovere occasioni di studio, ricerca e approfondimento”. Così la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli.
“Ben vengano, inoltre, iniziative come quella messa in campo dalla Camera dei deputati che oggi ha inaugurato, alla presenza del Presidente Mattarella, una importante mostra che consentirà a cittadine e cittadini di sfogliare le opere di Gramsci. Mentre l’Istituto Treccani – prosegue Fedeli – oggi aprirà le sue porte al pubblico con l’obiettivo di rendere omaggio a Gramsci cercando di avvicinare soprattutto le più giovani e i più giovani alla portata storica della sua eredità politica e culturale che ha ancora una straordinaria attualità”.
“Nei Quaderni del carcere – aggiunge la Ministra – grande attenzione viene riservata alla scuola, al tema, cruciale, dell’istruzione come strumento di emancipazione. Diceva Gramsci: ‘studiate perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza’. È un messaggio che dobbiamo trasmettere con forza alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi, fornendo loro gli strumenti per affrontare il futuro come cittadine e cittadini avvertiti e attivi”.
“Gramsci – continua –  è stato un intellettuale centrale del Novecento: nei suoi scritti ritroviamo una costante attenzione all’Italia, alla nostra storia sociale e culturale – analizzata anche in ottica territoriale – ma con lo sguardo sempre fisso verso l’orizzonte sovranazionale. Avvertiva già allora l’importanza di essere cittadine e cittadini globali, partecipi, attivi, non indifferenti, ‘partigiani’ perché, diceva, ‘chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare’. Le giovani e i giovani erano i primi destinatari delle sue riflessioni e a loro dobbiamo far conoscere il suo pensiero oltre che, naturalmente, la sua vicenda umana che rappresenta un pezzo importante della storia del secolo scorso. Gramsci fu uno dei padri della sinistra italiana, tra i fondatori del Partito comunista e di un giornale, ‘l’Unità’, sul quale ancora oggi campeggia il suo nome”.

“Il suo rigore e la sua levatura morale, la sua grande attenzione alle questioni politiche, sociali e culturali del nostro Paese costituiscono un patrimonio da cui attingere, una fonte preziosa di ispirazione per rinnovare, oggi, – conclude Fedeli – il nostro essere protagoniste e protagonisti della vita del Paese e del suo sviluppo”.