Alunni disabili, “l’assistenza igienica non spetta a noi”

Redattore Sociale del 03-05-2017

Alunni disabili, “l’assistenza igienica non spetta a noi”: la protesta del personale ATA

Sul sito di FederAta, una nota critica verso le nuove mansioni che il decreto inclusione assegna ai collaboratori scolastici. “Illegittimo obbligare il collaboratore scolastico a questa mansione così problematica, perché non è uno specialista. Lotteremo per i diritti dei nostri colleghi”.

ROMA. Cambiare il pannolino all’alunno disabile, oppure provvedere alla sua pulizia, non può essere compito del collaboratore scolastico: lo afferma con decisione FederAta, il sindacato del personale Ata, che sulla sua pagina ha pubblicato, alcuni giorni fa, una nota di denuncia contro la direzione indicata dalla Buona Scuola e, in particolare, dal decreto inclusione, recentemente approvato.

“Con molta probabilità nel prossimo Contratto, tra le mansioni del profilo del collaboratore scolastico, sarà inserito il cambio obbligatorio del pannolino per l’alunno disabile. E’ una vergogna – scrive il sindacato – perché sono operazioni tanto delicate e intime da non poter rientrare nel profilo professionale del collaboratore. E sarebbe del tutto arbitrario e illegittimo obbligarlo a questa mansione così problematica, perché non è uno ‘specialista’ e non ha una preparazione professionale specifica in tal senso”.

Una preparazione a cui non può provvedere, per il sindacato, un semplice corso di formazione: “è necessaria una adeguata e seria formazione professionale socio-sanitaria, nell’interesse e per il rispetto del ragazzo con gravi disabilità”. Di qui la protesta di FederAta: “ribadiamo il nostro ‘sì’ nel prestare ausilio materiale agli alunni con disabilità, nell’accesso dalle aree esterne alle strutture scolastiche, all’interno e nell’uscita da esse, nonché nell’uso dei servizi igienici e nella cura dell’igiene personale, ma ci opponiamo fermamente e diciamo ‘no’ al cambio pannolino e alla pulizia intima dell’alunno disabile. Purtroppo – osserva ancora il sindacato – quello che stanno decidendo su questo delicato argomento va nella direzione opposta e penalizzerà ancora una volta i più deboli e gli indifesi: gli alunni con grave disabilità, i quali verranno accuditi da personale non preparato e non qualificato, che potrebbe involontariamente procurare altri danni a questi ragazzi. Lotteremo per i diritti dei nostri colleghi – annuncia infine il FederAta – i quali devono poter svolgere serenamente e con professionalità il loro servizio all’interno della comunità scolastica”.

Dello stesso avviso è Gianluca Rapisarda, direttore scientifico di Irifor, che su Orizzonte Scuola dichiara: “Il problema è che le mansioni a carico del personale Ata rispetto all’assistenza igienico-personale degli alunni/studenti con disabilità sono state ulteriormente aggravate con la definitiva approvazione del decreto attuativo della Buona Scuola sull’inclusione scolastica. Infatti, con la sua entrata in vigore, ai collaboratori scolastici saranno affidati dei nuovi e più pesanti compiti. Altro che pannolini o meno!”.

Sotto accusa, in particolare, finisce l’articolo 3, comma 4, del decreto 378, che prevede appunto nuove incombenze per il personale Ata: “qui si legge infatti – riferisce Rapisarda – che il collaboratore scolastico si dovrà occupare personalmente dell’assistenza di base igienico-personale degli alunni disabili e per questo dovrà partecipare a dei corsi di formazione generale previsti dal piano nazionale. Mentre oggi il supporto da parte dei collaboratori scolastici è facoltativo – continua – visto che solitamente è il personale specializzato con corsi di formazione da 900 ore ad occuparsi dei bisogni degli allievi con disabilità, con l’avvenuta approvazione della riforma questi saranno obbligati ad occuparsi della loro assistenza di base igienico-personale. La cosa più sorprendente è che, nonostante il D.Lgs 378 preveda corsi di formazione obbligatori per il personale ATA, esso però non si cura di specificare nel dettaglio né le modalità di svolgimento, né il numero di ore di tali iniziative formative. Credo che, se non si provvederà ad un serio piano di assunzione in ruolo dei collaboratori scolastici e se il numero di ore di formazione obbligatoria previsto per quelli già in servizio rimarrà di 40 (come previsto dall’art 47 del loro Ccnl), non si riuscirà mai a sostituire adeguatamente Operatori sociali che hanno effettuato una formazione di n. 900, come stabilisce la legge e come viene richiesto dagli Enti Pubblici per i servizi socio-assistenziali in favore degli alunni/studenti con gravi disabilità”. (cl)