da La Tecnica della Scuola
Revocato lo sciopero anti-Invalsi del 9 maggio
Alla fine, Cobas e Unicobas e hanno dovuto arrendersi e hanno annunciato la revoca dello sciopero anti-Invalsi proclamato per il 9 maggio.
La vicenda l’abbiamo già raccontata, adesso va segnalato l’ultimo comunicato unitario firmato dal portavoce nazionale Cobas Piero Bernocchi e dal segretario nazionale Unicobas Stefano d’Errico in cui si parla di un “intollerabile e ultra-discriminatorio intervento della Commissione di garanzia (sugli scioperi) che ha reiterato, con una decisione gravissima, arbitraria e ingiusta, il divieto, emesso nei giorni scorsi, di scioperare nelle scuole superiori il 9 maggio”.
Il problema, come abbiamo già spiegato, è legato al fatto che lo sciopero del 9 era stato proclamato subito dopo l’annuncio di uno sciopero di tutto il pubblico impiego (in cui la scuola è ricompresa) da parte dell’Usae, sindacato che nella scuola è del tutto assente.
Per la verità , la decisione della Commissione appare un po’ strana, dal momento che in situazioni analoghe erano state fatte scelte diverse.
C’è un aspetto, in particolare, che risulta un po’ curioso: in altre circostanze la Commissione aveva dato il va libera anche a scioperi ravvicnati motivando con il fatto che lo sciopero del settore era stato proclamato da un sindacato che – in precedenza – aveva raccolto un numero di adesioni del tutto marginale.
In questo caso – dopo le rimostranze di Cobas e Unicobas – la Commissione ha spiegato che non è possibile fare alcuna previsione sulla adesione allo sciopero Usae in quanto si tratta in assoluto della prima azione proclamata da questo sindacato.
E – aggiunge la Commissione – non essendoci dati storici bisogna presumere che – in astratto e in linea di principio- lo sciopero possa avere un largo riscontro.
Per intanto i sindacati di Bernocchi e d’Errico, per evitare le sanzioni conseguenti ad uno sciopero non autorizzato hanno preferito revocare l’azione di protesta e, al tempo stesso, sottolineano che il giorno 3 maggio lo sciopero ha avuto un buon riscontro, soprattutto in Sardegna, Toscana e in alcune grandi città come Roma e Catania.