Sosteniamo il boicottaggio studentesco

Dopo il gravissimo sopruso della Commissione di Garanzia che impedisce alla scuola di scioperare il 9 maggio
contro i quiz Invalsi, sosteniamo il boicottaggio studentesco dei dannosi indovinelli e la non-collaborazione dei
docenti
Dopo i buoni risultati dello sciopero del 3 maggio nella scuola dell’Infanzia, Primaria e Media di primo grado contro i
quiz Invalsi, avevamo in programma per domani analogo sciopero nelle scuole Superiori, entrambi motivati dal fatto
che i decreti attuativi della legge 107 hanno aggravato ulteriormente la distruttiva centralità già attribuita all’Invalsi
come strumento-chiave per la valutazione delle scuole, degli studenti e dei docenti, e in generale della qualità
dell’insegnamento. Nella scuola Media di Primo grado le rilevazioni dal prossimo anno rappresenteranno requisito
indispensabile di ammissione all’esame conclusivo, mentre nella scuola Superiore, dall’anno successivo, gli studenti
verranno sottoposti a quiz i cui esiti saranno riportati all’esame di Maturità, per essere ammessi al quale sarà
indispensabile aver svolto il test Invalsi. In questo modo, la valutazione verrà sottratta di fatto ai docenti e basata sui
quiz standardizzati, con il netto ridimensionamento dell’intera professione. Gli insegnanti dovranno conformare la
didattica agli indovinelli, secondo un modello di docente somministratore di prove standardizzate e “illustratore” di
manuali per quiz, nel quadro dell’immiserimento materiale e culturale della scuola pubblica e del ruolo degli insegnanti,
trasformati in “manovali intellettuali” tuttofare.
Ma domani, per la prima volta da quando i quiz sono stati introdotti nella scuola come strumento di valutazione
dell’insegnamento, docenti ed ATA non potranno opporsi agli indovinelli con lo sciopero, a causa di un gravissimo e
ultra-discriminatorio intervento della Commissione di garanzia (sugli scioperi) che ha imposto, con una decisione
arbitraria e ingiusta, il divieto di scioperare nelle scuole Superiori, motivandolo con la sovrapposizione di un sedicente
“sciopero generale del Pubblico Impiego” indetto per il 12 maggio da tal “Federazione Sindacati Indipendenti” (FSI),
struttura semisconosciuta e del tutto assente nella scuola. Nei giorni scorsi abbiamo inviato alla Commissione una nota
di ferma protesta, sottolineando come in passato ripetutamente la Commissione non abbia applicato la “rarefazione”
(cioè l’intervallo tra uno sciopero e l’altro) nel caso di sovrapposizioni tra scioperi generali e di categoria e come tale
non-applicazione fosse avvenuta anche ultimamente, intorno agli scioperi generali dell’8 marzo e del Primo maggio.
Abbiamo segnalato inoltre che gli effetti dello sciopero della FSI saranno del tutto nulli nelle Superiori, a causa della
loro assenza dal comparto scuola, mentre il nostro sciopero del 9 riguardava solo tale ordine di scuole. Ricordavamo,
infine, che la convocazione dello sciopero da parte della FSI aveva potuto precedere di poche ore la nostra solo perché
avevamo dovuto attendere 10 giorni il parere – risultato poi negativo – della Commissione sul quesito (che la stessa
Commissione ci aveva sollecitato) sulla possibilità che lo sciopero coinvolgesse solo le attività legate alle prove Invalsi
e non la normale didattica. Tutto inutile: la Commissione, dando di fatto una mano all’Invalsi, al MIUR, alla ministra
Fedeli e al governo, ha reiterato il divieto. Pur indignati/e per una imposizione ingiusta e discriminatoria, che colpisce il
diritto legittimo di tanti lavoratori/trici delle scuole Superiori a battersi contro gli assurdi quiz Invalsi, siamo stati
costretti a revocare lo sciopero per non esporre i lavoratori/trici a possibili sanzioni pecuniarie e disciplinari. Diamo
comunque tutto il nostro appoggio alle azioni di boicottaggio degli studenti e alle forme di non-collaborazione dei
docenti, che sono d’accordo nel ritenere i quiz Invalsi uno strumento-chiave per l’immiserimento della scuola pubblica
e per l’annullamento del suo ruolo nella formazione del pensiero critico degli studenti.

Distinti saluti
Piero Bernocchi
Stefano d’Errico