Fedeli: “L’Europa allarghi l’Erasmus anche a chi non può”

da LaStampa

Fedeli: “L’Europa allarghi l’Erasmus anche a chi non può”

«Dobbiamo impegnarci affinché l’Europa allarghi la possibilità di partecipare all’Erasmus anche a quei ragazzi che provengono da famiglie che non hanno disponibilità economica. Mi sono impegnata a portare la questione al Consiglio Istruzione in Europa e lo farò perché lo considero importante, così come considero importante la possibilità di fare Erasmus in modo strutturato e coordinato anche per gli ultimi anni delle scuole superiori». Lo ha detto ieri il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli nel corso dell’esordio dell’Orchestra Erasmus, composta da studenti Erasmus di conservatori e istituti musicali di tutt’Italia che hanno suonato nell’ambito del Festival d’Europa.

Il concerto, dedicato al ricordo delle ragazze vittime nell’incidente stradale di Freginals, in Spagna, è stato preceduto dal saluto delle autorità delle tre Agenzie nazionali Erasmus+ Indire, Ang, Inapp e della vicesindaca del Comune di Firenze Cristina Giachi.

«Considero particolarmente significativo – ha proseguito il ministro – che apriamo le celebrazioni dei 30 anni di Erasmus con il ricordo delle ragazze che purtroppo ci hanno lasciato più di un anno fa. Ricordando quel dramma ci dobbiamo impegnare affinché le attività che i nostri ragazzi svolgono nel momento in cui studiano all’estero siano più tutelate, con una rete di assicurazioni molto più coordinata in campo europeo».

«In questi trent’anni – ha detto Sara Pagliai, coordinatrice dell’agenzia nazionale Erasmus+ Indire -l’Erasmus è cambiato molto: nel 1987 soltanto un paio di migliaia di studenti in tutta Europa parteciparono, oggi siamo a sei milioni di persone che si sono mosse. È veramente una grossa crescita, il mondo era diverso, l’Europa era diversa: c’era ancora il muro di Berlino, era un’Europa divisa, non c’erano i voli low cost. Adesso siamo un’Europa unita di opportunità, anche se ci sono molte crisi che stanno attraversando questa nostra casa comune. Dobbiamo ripartire da Erasmus per rilanciare l’idea di un’Europa che sia davvero la casa di tutti i cittadini».