INVALSI si, INVALSI no?

INVALSI si, INVALSI no?

La community ScuolaZoo risponde

#NonValutateciLInvalsi

#PiùAlberiMenoInvalsi

 

Milano, 9 maggio 2017 – Le prove INVALSI approdano agli istituti superiori e puntuale, come ogni anno, parte la polemica: sono inutili? Dovrebbero essere boicottati dagli studenti? Tolgono tempo all’insegnamento del programma scolastico? ScuolaZoo, la più grande community online di studenti in Italia, ha chiesto a circa 260 studenti tra la prima e la quinta superiore quale fosse il loro punto di vista sulla prova INVALSI, cercando anche di capire se la percezione sta mutando negli anni.

 

L’indagine è stata condotta sia fra coloro che affronteranno la prova quest’anno, sia fra coloro che l’hanno sostenuta in passato. Le differenze? Sembra che le prove INVALSI stiano guadagnando terreno sull’essere prese “seriamente” dagli studenti: il 31,5% di coloro che l’hanno sostenuta in passato hanno dichiarato di averla boicottata o consegnando il foglio in bianco, o pasticciandolo con risposte ironiche oppure rimanendo a casa da scuola. Quest’anno, ammesso e non concesso che manterranno la decisione dichiarata, pare che il 72,5 % di loro sia intenzionato a svolgere seriamente la prova, facendo calare il numero di coloro che si dichiarano per il boicottaggio al 27,5%.

 

Probabilmente questa variazione si deve al fatto che gli insegnanti stessi, rispetto agli anni passati, stanno dedicando più attenzione verso la preparazione a questa prova: sono gli stessi studenti a dichiararlo. Il 62,5% di loro ha dichiarato di essere stato preparato adeguatamente dai propri insegnanti; solo il 45,5% di chi ha svolto la prova in passato ha dichiarato lo stesso. Allo stesso modo, pare essere migliorata la comunicazione che i professori fanno della prova INVALSI agli studenti: oggi il 38% dei prof fa passare ai ragazzi il messaggio che è una prova importante; in passato succedeva solo nel 27,5% dei casi. Rimane comunque inalterata la percentuale di professori che non si sbilancia nei commenti a riguardo (dal 39% degli anni passati, al 38% di quest’anno).

 

Due dati continuano a essere negativi: un terzo dei professori utilizza ancora l’INVALSI per avere una valutazione in più per i propri studenti, nonostante il test debba essere anonimo per legge (secondo gli intervistati lo fa il 32,5% dei professori, contro il 39% degli anni passati). Oltre a questo c’è ancora un 20% di professori che aiuta i ragazzi durante la prova, per far sì che il punteggio di classe salga….

 

Sembra proprio quindi che la partecipazione corretta e seria da parte degli studenti alla prova sia quasi proporzionale all’impegno e alla correttezza che i professori mettono nell’organizzarla e spiegarla alle proprie classi.

 

Sono però le opinioni personali dei ragazzi sull’INVALSI a lasciare perplessi, opinioni che, a quanto pare, risentono di quel 38% di professori che si trincera dietro a un “No comment” quando si parla di INVALSI, o dietro al 19,5% di loro che dichiara sia una prova utile solo al MIUR, o ancora dietro al quel 4,5% di professori che dichiara apertamente sia una prova completamente inutile.

 

Tra i banchi l’opinione più diffusa è che l’INVALSI non serva a niente, se non a sprecare carta. Il problema non è l’idea di un sistema unico di valutazione, il problema sono le domande che hanno poco a che fare con il programma svolto e che non tengono conto delle differenze che ci sono tra le varie scuole. Alcuni esempi?

Tutte le risposte dei ragazzi della Community ScuolaZoo