Disabili e insegnanti di sostegno: uno su due è precario o non specializzato

da Corriere della sera

Disabili e insegnanti di sostegno: uno su due è precario o non specializzato

La sentenza del Consiglio di Stato riporta in auge la polemica sulle assegnazioni per deroga dei prof di sostegno: senza la stabilizzazione dei posti, a settembre riparte il balletto delle ore assegnate, con le famiglie spesso costrette a ricorrere ai tribunali

Valentina Santarpia

La tutela dei disabili, e l’insegnamento di sostegno, sono fondamentali non solo per gli studenti portatori di handicap, ma anche per le famiglie e la società nel suo complesso: ed è per questo che «le posizioni degli alunni disabili devono prevalere sulle esigenze di natura finanziaria». La sentenza del Consiglio di Stato, emessa qualche giorno fa sull’ennesimo caso di famiglia contro l’ufficio scolastico regionale, è destinata a fare scuola.

La denuncia: il 40% degli insegnanti in deroga

Ma perché, nonostante l’Italia sia un Paese universalmente considerato all’avanguardia per il sistema di inclusione scolastica dei disabili, continua a verificarsi la contrapposizione tra famiglie e istituzioni? Secondo il direttore scientifico dell’I.Ri.Fo.R. dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, il nodo sta negli insegnanti di sostegno, un ruolo spesso ricoperto solo per comodità: il 40%, sostiene Gianluca Rapisarda, sono docenti «in deroga», con incarichi precari e neanche abilitati al sostegno. «Infatti, a causa di “aberranti” cicliche circolari del MIUR che rispondono solo a logiche “corporative” e non ai bisogni educativi dei nostri ragazzi, il Ministero, in questi anni, ha dato la possibilità, in caso di esaurimento delle graduatorie dei docenti specializzati, di coprire i posti sul sostegno ad insegnanti non abilitati iscritti nelle “graduatorie di Circolo e di Istituto, od a quelli di “classi di concorso in esubero” o che sono in “assegnazione provvisoria”. Questo finisce per portare le famiglie a dover ricorrere all’autorità giudiziaria per ottenere i propri diritti: succede a circa l’8% (scuola primaria) e il 5% (scuola secondaria) delle famiglie.

Attualmente (dati Miur 2016-2017)i docenti di sostegno complessivamente sono 124.572, di cui 28.092 in deroga, per 224.509 alunni disabili. Dei 28 mila in effetti anche il ministero non sa quanti siano abilitati proprio perché si tratta di posti dati in supplenza: può capitare che lo specializzato rifiuti e che, scorrendo la graduatoria, si arrivi al non specializzato. Lo scorso anno, con la possibilità data ai docenti non specializzati di rimanere vicino a casa sui posti di sostegno per evitare il trasferimento, c’è stata un’ulteriore «recrudescenza» di questo fenomeno. Col risultato che centinaia di posti per sostegno sono stati occupati da chi non aveva il titolo e docenti specializzati sono finiti, per la bizzarria dell’algoritmo sulla mobilità, su cattedre totalmente estranee alla propria esperienza. A farne le spese? Come sempre, i ragazzi con handicap.