B. Cappi, La lettera che non ti ho mai scritto

Ancora buona la televisione…

di Antonio Stanca

Pubblicato nel 2016 e quest’anno ristampato ancora da Mondadori, nella serie Oscar Bestsellers, il romanzo La lettera che non ti ho mai scritto. Il romanzo di “C’è posta per te” di Barbara Cappi è da tempo in cima alle classifiche di vendita. Sta interessando tutti, uomini e donne, giovani e adulti perché è di quel genere sentimentale, passionale che è proprio della trasmissione televisiva condotta da Maria De Filippi, alla quale l’opera si riferisce.

Barbara Cappi è autrice televisiva dal 1990, d’allora collabora con programmi e fiction per Rai e Mediaset. Con questo romanzo ha voluto soddisfare le richieste della casa editrice Mondadori che, dopo la pubblicazione di romanzi legati alla trasmissione “Amici” e scritti da altri autori, voleva pubblicare un romanzo legato a “C’è posta per te” e lo aveva chiesto alla Cappi. E’, quindi, la sua prima opera narrativa e molto ben riuscita può essere considerata sia per i contenuti sia per la forma espressiva. Tanto chiara, tanto facile è questa che può giungere a tutti. Circa i contenuti la scrittrice è stata geniale dal momento che ha saputo inserire e far scorrere tra alcune storie della trasmissione della De Filippi fedelmente riportate una completamente inventata e renderla molto suggestiva, molto emozionante.

Gli scopi di questa trasmissione sono noti: essa intende recuperare quanto si è smarrito, interrotto tra persone prima vissute insieme, vuole permettere che si ritrovino, si riconoscano e, possibilmente, tornino ad avere scambi, rapporti.

Di carattere umanitario, morale, sociale sono le finalità della trasmissione, tra persone umili, del popolo, essa si muove, di problemi di vita quotidiana si nutre, molti risolve e molto successo ha ottenuto e continua ad ottenere presso il pubblico degli spettatori. E’ una della più seguite perché la vita dei ricordi, dei sentimenti che essa propone è quella che porta ad unirsi, ad amarsi e che non è cercata solo dai protagonisti delle storie presentate ma anche da chi vi assiste. In un’operazione importante, fondamentale, si è trasformato il programma “C’è posta per te” perché richiama, invita a quei valori morali, spirituali che in un contesto come l’attuale sono ormai tanto in crisi da essere considerati finiti. La De Filippi, invece, con la sua trasmissione mostra che quei valori ancora ci sono, ancora sono possibili, ancora valgono.

Di questa rivelazione il libro della Cappi è uno dei migliori attestati anche perché la storia inventata che la scrittrice fa scorrere tra le altre vere è di una tale commozione da riuscire a vincere ogni resistenza.

E’ la storia di Anna, la bella e povera ragazza calabrese che la scrittrice immagina fuggita a diciassette anni dalla sua casa, dalla sua terra, insieme al giovane meccanico Raffaele che tanto amava ma che era inviso alla sua famiglia. Da lui era stata messa incinta ma da lui sarebbe stata pure maltrattata e abbandonata dopo i primi, pochi anni d’intenso amore. Anna avrebbe dato alla luce Gioia e poi l’avrebbe data in adozione. Da Rimini, dove era stata con Raffaele durante i loro primi tempi, sarebbe andata a Roma ospite dell’amica Rita. Qui, dopo anni di stenti e di lavori precari, sarebbe stata assunta, lei sarta, da un’importante sartoria e dopo dalla sartoria di “C’è posta per te”. Ne sarebbe diventata la titolare, si sarebbe fatta apprezzare, avrebbe avuto le sue amicizie, sarebbe vissuta meglio di prima anche se sempre con il dolore di essere stata abbandonata da Raffaele, di aver assistito alla fine del loro amore e di non aver più visto Gioia dopo che quarant’anni erano trascorsi dalla loro separazione. Saranno i suoi pensieri costanti, i suoi problemi interiori, quelli che la renderanno silenziosa, schiva, sarà il suo segreto, il suo dramma.

Succederà, però, che Anna giunga a confidare la sua storia, la sua pena a qualcuno, che la notizia giunga negli ambienti di “C’è posta per te” e che qui si organizzi, ad insaputa di Anna, un intervento volto a scoprire dove vive Gioia, a portarla negli studi televisivi e a farne uno dei tanti casi presentati dalla trasmissione della De Filippi. Come altre persone anche Anna e Gioia si ritroveranno in questa sede e non soltanto loro ma di tutti i presenti e dell’intero personale la scrittrice immagina che sarà il piacere. Si esulterà, si griderà anche da parte dei macchinisti mentre Anna sarà stordita, esterrefatta per la felicità, la sorpresa ché non avrebbe mai potuto pensare come una semplice confidenza potesse portare a tanto, potesse procurarle quel bene che aveva sempre sperato e che ormai credeva impossibile. Un miracolo le sembrerà di vivere e a compierlo era stata la De Filippi che così aveva voluto confermare come, sia nella realtà della vita sia nella vicenda di un romanzo, lo spirito della sua trasmissione era uguale e questo nonostante le insidie dei tempi moderni.

Anche la televisione ha risentito di tali insidie ma non tutta!