Educazione finanziaria: costa meno farla

da Tuttoscuola

Educazione finanziaria: costa meno farla

L’educazione finanziaria compie il primo passo nel tessuto legislativo italiano con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale n. 43 del 21 febbraio 2017 della legge 17 febbraio 2017 n. 15 di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 23 dicembre 2016 n. 237 recante disposizioni urgenti per la tutela del risparmio nel settore creditizio. Il provvedimento, entrato in vigore il 22 febbraio 2017, prevede uno stanziamento specifico di un milione di euro. L’educazione finanziaria, processo da governare come segno dei tempi e occasione di nuovo sviluppo, può contribuire a trovare soluzioni adeguate a fenomeni finanziari, sempre più complessi, che ci pone il presente contesto storico. La legge n. 15/2017 attribuisce al Ministero dell’Economia (MEF) un ruolo guida nella definizione della strategia nazionale di innalzamento del livello di alfabetizzazione finanziaria degli italiani, significativamente inferiore a quello degli altri paesi industrializzati. A questo deficit si aggiunge il fatto che, nella cultura italiana, la ricchezza è protetta da un velo di “segretezza” che rappresenta un ulteriore freno per quelle forme di educazione finanziaria che sono lo strumento con cui ci si prepara agli aspetti concreti della vita.

Al MEF è prevista l’istituzione di una cabina di regia, da definire entro sei mesi dall’entrata di vigore della legge, per coordinare le iniziative organizzative necessarie per elaborare una “strategia nazionale per promuovere l’educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale attraverso l’istituzione di un apposito comitato”.

Educazione finanziaria: sbagliato credere che non “c’entri” con lo sviluppo del Paese

Il recente rapporto di Allianz, elaborato in collaborazione con il Global Financial Literacy Excellence Center, colloca l’Italia ultima o penultima in quasi tutte le domande che misurano i concetti base della finanza, con ricadute negative, anche nella semplice gestione del conto bancario. Presso molte istituzioni scolastiche, in coerenza con quanto previsto dall’art.1, comma 7 della legge 13 luglio 2015, n. 107, con il concorso collaborativo del mondo finanziario e associativo, sono attive varie iniziative, con profilo pedagogico- didattico, di potenziamento delle conoscenze e competenze in materia economico-finanziario per aiutare i giovani a comprendere il nuovo mondo finanziario che si apre di fronte a loro.

L’educazione finanziaria per gli adulti, italiani e stranieri, una platea estremamente variegata in termini sia di fabbisogni sia di capacità di accesso ai vari canali informativi, si presenta più frammentata e perciò meno strutturata di quella per gli studenti, anche per la difficoltà di reperire luoghi e tempi com- patibili con le disponibilità dei potenziali beneficiari. L’alfabetizzazione finanziaria nel nostro Paese esibisce molte debolezze, proprio mentre le dinamiche demografiche impattano sempre più sulle variabili economiche. Tra i meno attenti all’informazione sull’economia troviamo gli italiani over 65, per i quali sembra esaurito il tempo della semina, mentre gli adulti stranieri, portatori di bisogni ma anche di capacità, possono contribuire allo sviluppo del tessuto economico del Paese. I cittadini stranieri, per il solo fatto di aver lasciato il proprio paese, per ricercare migliori con- dizioni, sono più ambiziosi, partecipano in misura significativa al mercato del lavoro e svolgono un ruolo importante per la società e l’economia del nostro Paese. Infatti, il fenomeno delle imprese create da stranieri, anche se si tratta di piccole imprese, spesso individuali, è in crescita.

Il dossier statistico Immigrazione UNAR/ IDOS evidenzia l’andamento positivo delle imprese a gestione immigrata giunte a 550 mila con un aumento del 5% rispetto al 2015. In Italia, alla fine del 2015, le imprese italiane create e gestite da stranieri sono 423 mila favorite dalla maggiore coesione delle rete sociali con i propri connazionali. E’ cruciale un’adeguata informazione sulle condizioni di rischio con percorsi formativi di alfabetizzazione finanziaria nella prospettiva di una diffusione capillare come fonte di sviluppo dell’economia che consenta ai cittadini italiani e agli stranieri di fare scelte consapevoli e corrette nella gestione delle risorse, nell’ambito di un mercato che propone una vasta, e spesso non chiara, gamma di prodotti finanziari.

All’immigrazione serve il salto di qualità in quanto le imprese messe in campo hanno, della filiera in cui operano, un minore valore aggiunto. Gli esiti dell’indagine condotta da Banca d’Italia, Ivass, Consob, Covip, Fondazione per l’educazione finanziaria e il Museo del risparmio, non lasciano spazio a dubbi: una efficace azione di alfabetizzazione economico-finanziaria richiede “strumenti di coordinamento dell’offerta formativa tesi a favorire la coerenza tra le iniziative e i fabbisogni dei cittadini, a promuovere le sinergie tra i programmi esistenti e diffondere le modalità didattiche più adeguate”.