Insegnamento delle lingue straniere a scuola: nuovo rapporto Eurydice

da La Tecnica della Scuola

Insegnamento delle lingue straniere a scuola: nuovo rapporto Eurydice

Nelle scuole europee, quali sono le lingue straniere più studiate? A quale età si inizia a studiarle? Qual è il livello di conoscenza atteso alla conclusione dell’istruzione obbligatoria?

A queste e ad altre domande risponde il nuovo Rapporto Eurydice Key Data on Teaching Languages at School in Europe, il quale descrive le principali politiche educative concernenti l’insegnamento e l’apprendimento delle lingue in 42 sistemi educativi europei.

Si tratta di dati ottenuti combinando fonti europee e indagini internazionali di tutti i paesi dell’Unione europea, oltre a Bosnia – Erzegovina, Svizzera, Islanda, Liechtenstein, Montenegro, ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Norvegia, Serbia e Turchia.

In questa quarta edizione del rapporto sono analizzati 60 indicatori organizzati nei diversi capitoli – contesto, organizzazione, partecipazione, insegnanti e processi educativi.

Riportiamo alcuni dei risultati emersi dal rapporto.

Apprendimento precoce della lingua straniera

Dall’indagine Eurydice emerge che nella maggioranza dei Paesi gli alunni cominciano a imparare una prima lingua straniera come materia obbligatoria tra i 6 e i 7 anni, ossia nei primi anni dell’istruzione primaria.

Anche l’Italia rientra tra questo gruppo, grazie alla legge 53/2003 che ha introdotto l’insegnamento obbligatorio dell’inglese a partire dal primo anno della scuola primaria (6 anni).

Purtroppo, in molti stati, sono poche le ore dedicate alle lingue straniere nel livello primario. Nella maggioranza dei paesi, infatti, questa percentuale varia dal 5 al 10% del volume orario totale.

Obbligatorietà della seconda lingua straniera

A livello secondario inferiore sempre più studenti studiano una seconda lingua straniera.

In diversi Paesi, l’apprendimento di una seconda lingua straniera è ora obbligatorio per tutti gli alunni degli ultimi anni dell’istruzione primaria (Danimarca, Grecia e Islanda); in altri, è obbligatorio a partire dall’inizio dell’istruzione secondaria inferiore (Repubblica ceca, Francia, Italia, Malta e Polonia).

Alcuni curricoli nazionali cercano di garantire che tutti gli studenti abbiano l’opportunità di farlo. Per esempio, in Belgio (Comunità francese), Spagna, Croazia, Slovenia, Svezia, Liechtenstein e Norvegia, l’apprendimento di due lingue non è un obbligo per tutti gli studenti prima del termine dell’istruzione obbligatoria; tuttavia, tutti gli studenti, se vogliono, hanno il diritto di imparare due lingue durante questo periodo.

L’inglese la lingua più studiata

Com’è immaginabile, nella maggioranza dei paesi europei l’inglese è la lingua straniera più insegnata durante l’istruzione primaria e secondaria.

Quando i sistemi educativi prevedono lo studio di una lingua straniera specifica obbligatoria, si tratta generalmente dell’inglese.

Quando una lingua straniera che non sia l’inglese è obbligatoria, spesso si tratta di una lingua ufficiale di Stato, come ad esempio il francese nella Comunità tedesca e fiamminga del Belgio e a Cipro, il tedesco, inglese e francese sono tutte lingue obbligatorie in Lussemburgo, in Svizzera, oltre all’inglese, a seconda dei cantoni, sono obbligatori il tedesco, il francese, l’italiano o il romancio.

Sostegno linguistico per gli studenti immigrati neoarrivati

Quasi tutti i Paesi prevedono corsi supplementari di lingua di istruzione per alunni immigrati e più di un terzo dei sistemi educativi europei offre a questi studenti un insegnamento personalizzato o un curriculum individualizzato.

L’Italia rientra in questo gruppo di paesi; infatti, il nostro paese ha optato fin dall’inizio per la piena integrazione degli alunni immigrati a scuola che non può tuttavia prescindere dall’acquisizione di una buona conoscenza dell’italiano come L2.