Il papa esalta l’opera di educatore “rivoluzionario” di don Milani

Il papa esalta l’opera di educatore “rivoluzionario” di don Milani. Gli autori delle pessime leggi sulla scuola farebbe bene ad essere coerenti

La visita di papa Francesco a Barbiana, in occasione del cinquantennale della morte di don Lorenzo Milani, non solo mette finalmente la parola fine su mezzo secolo di polemiche e di errori della Chiesa sulla qualità del sacerdote e sulla sua fedeltà alla Parola evangelica, ma ripropone e rilancia il senso, mai dimenticato, della missione educativa di don Lorenzo. Le parole di papa Francesco sono dure come pietre, e non si prestano a usi propagandistici, soprattutto quando rende merito a don Milani e a don Primo Mazzolari di essere stati “i volti di un clero non clericale”, che hanno “lasciato una traccia luminosa e scomoda”. In particolare, papa Francesco rende merito al senso dell’impresa educativa di don Milani, ovvero spingere la scuola verso “la crescita di una coscienza libera, capace di confrontarsi con la realtà”, ed è proprio “la parola che potrà aprire la strada alla piena cittadinanza nella società, mediante il lavoro”. Papa Francesco riconosce nell’istruzione e nel lavoro la dignità stessa della persona umana, e accentua il valore della conoscenza, delle parole, come vie per il pieno dispiegarsi della cittadinanza. Ciò che dovrebbe essere la missione fondamentale e costituzionale della scuola, di ogni ordine e grado.

Nel discorso di Papa Francesco c’è tutto il rispetto che la vita e l’opera di don Lorenzo Milani richiedono da cinquant’anni. Un rispetto che altri non hanno avuto quando hanno elaborato le pessime leggi che hanno cambiato la scuola italiana, quando hanno letteralmente distrutto il senso dell’apprendimento come “crescita di coscienze libere”, come recita la nostra Costituzione, e quando l’hanno trasformata in uno degli elementi strutturali del privilegio, del classismo, delle disuguaglianze sociali. Questi stessi campioni della distruzione della scuola costituzionale oggi plaudono alle parole di Francesco e all’opera di don Milani. Quanta ipocrisia e quanto farisaismo nei loro twitter e nei loro comunicati. Oltre al danno delle leggi prodotte sulla scuola da un decennio, pure la beffa della loro presunta “emozione”, a commento del viaggio di Francesco a Barbiana. Eppure sarebbe bastato leggerlo, don Milani, prima di scrivere quelle leggi.