Matematico: bello, originale ma difficile il quesito sulla bici con ruote quadrate

da Il Sole 24 Ore

Matematico: bello, originale ma difficile il quesito sulla bici con ruote quadrate

Bello, originale perché ispirato a un’installazione esposta nel museo della Matematica di New York, ma di sicuro difficile e distante dai programmi effettivamente seguiti nei licei: il quesito della bicicletta con le ruote quadrate richiede conoscenze che dei ragazzi di liceo non
possono ancora avere. Così il matematico Roberto Natalini, del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), ha commentato il problema che, nella seconda prova degli esami di maturità ha suscitato più curiosità, commenti e qualche perplessità.

«E’ la prima volta che l’exhibit di un museo diventa la prova di un esame», ha rilevato Natalini. «E’ un problema che incuriosisce dal punto di vista estetico, ma difficile e con
vari quesiti nei quali bisogna entrare nel merito e che richiedono conoscenze profonde». Una di queste, ha aggiunto, è la misura della lunghezza di un arco di curva: un problema difficile anche per chi deve fare l’esame di Analisi 2 all’università». E’ vero, ha osservato ancora Natalini, che sulle anche sulle tracce si dà un aiuto, ma «è una nozione concettuale alla quale si arriva in modo non banale».

Come un problema simile sia diventato una traccia dell’esame di maturità non è così semplice da ricostruire: «Potrebbe essere un’idea data da qualcuno che forse non si rende conto di quello che fanno gli insegnanti di liceo», ha rilevato Natalini.
Bisognerebbe invece considerare che «la prova di matematica arriva alla fine di un percorso di 5 anni nel quale la matematica non ha moltissime ore» e che un quesito come quello della bicicletta con le ruote quadrate creerebbe non poche difficoltà anche agli studenti universitari che devono affrontare l’esame di analisi 1 nella facoltà di Ingegneria.

«Tutto questo è un peccato – ha rilevato Natalini – perché l’esame di maturità è una bussola per gli insegnanti, che devono capire come interpretare le indicazioni ministeriali, che sono
molto ampie. Senza dubbio – ha aggiunto – l’indicazione che deriva da una prova del genere è scoraggiante perché richiede di andare molto avanti con il programma, senza il tempo utile per consolidare le nozioni di base». Sarebbe invece opportuno, ha concluso, «essere più realistici e puntare sul ragionamento e sul consolidamento di nozioni di base, visto che all’università gli studenti spesso sbagliano su cose molto facili».