La legge di Lavoisier e l’intelligenza emotiva

La legge di Lavoisier e l’intelligenza emotiva

di Adriana Rumbolo

 

Quando si parla, dell’intelligenza delle emozioni forse le consideriamo sempre positive se usate bene.
Spesso confondiamo la parola buono, l’avverbio bene con ciò che ci soddisfa, quando si realizzano risultati positivi ma Lavoisier ci fa riflettere

Spesso ho riflettuto guardando documentari. cinema televisione quando mostrano la distruzione di una città .aspetti cruenti della guerra espressioni dello sguardo di un essere umano che cambiano improvvisamente mentre realizzano le più efferate azioni perché poi tutto ritorni nella calma.

Sembra che il mondo debba preservare sempre la sua massa la sopravvivenza. Non importa se cambiano le forme non importa se per cambiare le forme si passi per il dolore o la sofferenza.
Allora le emozioni alle quali diano il compito di essere la nostra guida nella sopravvivenza lo sono anche quando la sopravvivenza richiede distruzione dolore cambiamenti enormi purché. se vogliamo accettare la legge di Lavoisier la massa non cambi.e la sopravvivenza sia tutelata

Così è stato per miliardi di secoli quando un essere umano sente la parola nemico il suo sguardo cambia e credo che in quel momento la rabbia la l’aggressività diventino dominanti nell’ equilibrio emotivo e finché l’essere umano non ha distrutto una certa realtà poi, si fermerà all’improvviso come per incanto. tutto ritornerà come prima.

Mi ha sempre sorpreso che in uno scenario di guerra in uno scenario di un cataclisma fisico la natura fosse così violenta ma dopo qualche tempo c’accorgiamo che in quella stessa natura è cambiata solo nella forma forma: ” nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma.
Non importano i fatti contingenti particolari di una realtà che si trasforma di una realtà che soffre di una persona che all’improvviso è nemica, la vita deve andare avanti.

Rivediamolo il concetto di emozioni perché è vero le emozioni rimangono intelligenti in questo loro compito ma hanno potuto sopravvivere proprio per questo loro compito di preservare la continuità della vita adattandosi a qualsiasi mezzo anche a quello transitorio della distruzione, del dolore, della sofferenza e allora ritorna la frase di un grande scrittore che disse alla fine di una sua celebre novella :” uomini amatevi perché mentre la natura si adopera perché la sopravvivenza continui e voi ne siete i protagonisti esposti a qualsiasi mutamento anche doloroso anche spaventosamente distruttivo e ne averte paura l’amore l’unico conforto unico anestetico per attenuare la paura e il dolore nei mutamenti più dolorosi ancora molto misteriosi e molto più forti di noi ci sarà.