Scatti automatici anche ai docenti precari, la Cassazione dice sì

da La Tecnica della Scuola

Scatti automatici anche ai docenti precari, la Cassazione dice sì

Lo stipendio dei docenti precari non vale meno di quello di chi è già di ruolo: quindi, gli vanno corrisposti anche gli scatti automatici.
A sancirlo è stata la sesta sezione della Corte di Cassazione, che ha dato ragione ad un gruppo di precari della scuola, con una ordinanza attraverso cui stabilisce che agli insegnanti vadano riconosciuti gli scatti di anzianità anche se assunti con contratti a tempo determinato.
A riferirlo è il Codacons, che ha difeso alcuni docenti precari dinanzi alla Corte in una causa promossa dal Miur per la riforma della sentenza della Corte d’Appello di Torino favorevole agli insegnanti.
La Cassazione ha stabilito – scrive l’associazione dei consumatori – che “la clausola 4 dell’Accordo quadro sul rapporto a tempo determinato recepito dalla direttiva 99/70/CE, di diretta applicazione, impone di riconoscere la anzianità di servizio maturata al personale del comparto scuola assunto con contratti a termine, ai fini della attribuzione della medesima progressione stipendiale prevista per i dipendenti a tempo indeterminato dai CCNL succedutisi nel tempo”.

“Vanno, conseguentemente, disapplicate – continua l’associazione – le disposizioni dei richiamati CCNL che, prescindendo dalla anzianità maturata, commisurano in ogni caso la retribuzione degli assunti a tempo determinato al trattamento economico iniziale previsto per i dipendenti a tempo indeterminato. La L. 11 luglio 1980, n. 312, art. 53, che prevedeva scatti biennali di anzianità per il personale non di ruolo, non è applicabile ai contratti a tempo determinato del personale del comparto scuola ed è stato richiamato, D.Lgs. n. 165 del 2001, ex art. 69, comma 1, e art. 71, dal CCNL 4.8.1995 e dai contratti successivi, per affermarne la perdurante vigenza limitatamente ai soli insegnanti di religione”.
Per il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, “ora grazie a questa ordinanza tutti i docenti precari che hanno perso in primo o secondo grado la battaglia contro il Miur possono proporre appello, forti della decisione della Cassazione che riconosce in modo definitivo i loro diritti”.