Insegnanti di sostegno, più posti al Nord ma mancano i pretendenti

da Repubblica

Insegnanti di sostegno, più posti al Nord ma mancano i pretendenti

Il ministero dell’Istruzione ha assegnato ben 8967 posti su 12076 alle regioni del Settentrione, dove ci sono più cattedre libere. Ma tre cattedre su quattro resteranno scoperte perchè non ci sono docenti che ne hanno fatto richiesta

di SALVO INTRAVAIA

ROMA – Sul sostegno, ci sono i posti a disposizione ma mancano i pretendenti al ruolo. E a migliaia. Mentre nelle altre materie d’insegnamento si verifica il contrario: mancano i posti.

In un Paese dove i pochi concorsi pubblici banditi vengono presi sistematicamente d’assalto da migliaia di aspiranti al posto fisso, per il sostegno, nella scuola si realizza il paradosso di migliaia di posti che resteranno vacanti per assenza di docenti titolati ad occuparli. Soprattutto al Nord, dove la carenza di insegnanti di sostegno è endemica e a settembre non sarà possibile immettere in ruolo addirittura tre docenti su quattro.

Il perché è presto detto: mancano sia i vincitori di concorso sia i precari “storici” delle graduatorie ad esaurimento che partecipano alle assunzioni in pianta stabile. Ma andiamo con ordine. Il concorso del 2016 per i posti di sostegno ha messo a disposizione 6.101 cattedre in tutti e quattro gli ordini di scuola: infanzia, primaria, scuola media e scuola superiore. I docenti che sono riusciti a concludere positivamente tutte le prove, sono finora 3.681.

Mancano all’appello soltanto i vincitori di concorso della scuola dell’infanzia di quattro regioni: Campania, Abruzzo, Basilicata, Calabria e Molise, che mettono in totale 59 posti a disposizione. Facendo i conti senza la scuola dell’infanzia, dove la selezione è ancora in corso, restano quindi 5.797 cattedre da assegnare ai vincitori del concorso di scuola primaria, media e superiore. Ma con appena 3.433 vincitori di concorso. In altre parole, dal concorso resteranno vacanti oltre 2mila e 300 cattedre: praticamente, 4 su dieci. Ma non basta. Perché le immissioni in ruolo spettano per metà ai vincitori di concorso e per l’altra metà ai precari delle Gae: le Graduatorie ad esaurimento, che contano per il sostegno ancora pochissimi iscritti dopo le immissioni in ruolo della Buona scuola.

Risultato, mancano in diversi territori anche i pretendenti al ruolo provenienti dalle liste dei precari. E in una nazione che esporta cervelli, in cui la disoccupazione giovanile è a livelli imbarazzanti, nelle regioni settentrionali si presenta una situazione surreale. La scorsa settimana, il Miur ha messo a disposizione i posti per le prossime immissioni in ruolo su sostegno. Escludendo sempre dal conteggio la scuola materna, al Nord dovrebbero essere assunti ben 8.967 neo insegnanti di sostegno: tre quarti dell’intero contingente nazionale che supera di poco le 12mila unità. Ma basta fare due conti per comprendere che la maggior parte di questi posti non potrà essere assegnato. Perché i vincitori di concorso sono appena 1.483 e, secondo le analisi dell’Osservatorio diritti scuola, i precari specializzati su sostegno ancora in Gae sono 284. Così, dei 7.200 degli 8.967 presenti al Nord (otto su dieci) non potranno essere attribuiti ad altrettanti aspiranti al ruolo. Posti, che allargheranno la platea di cattedre disponibili per i supplenti.

La situazione è particolarmente pesante in Lombardia dove, tra concorso e Gae, non sarà possibile immettere in ruolo per carenza di aspiranti ben 3.947 posti su 4.566: addirittura 86 su cento. A questo punto, tra posti vacanti e altri posti (in deroga e di organico di fatto), in tutto i settentrione d’Italia, resteranno a disposizione dei supplenti circa 25mila cattedra. Ma l’altra cosa sorprendente è che mancheranno anche i supplenti col titolo di specializzazione per coprire la maggior parte di questi posti. E una buona fetta di queste cattedre verrà assegnata a quelli che la burocrazia ministeriale denomina supplenti “senza titolo”: docenti di posto comune che, per sbarcare il lunario, a settembre si reinventeranno come insegnanti di sostegno. A l’allarme su quest’ultimo aspetto, Gianluca Rapisarda Direttore scientifico dell’Irifor. “Circa 47mila – ha detto nel corso di un recente convegno – degli attuali docenti per il sostegno (il 40 per cento) sono supplenti e, cosa ancor più grave, non sono né specializzati né abilitati”.

Ma il sostegno rappresenta un’isola felice per i precari della scuola. Per le altre discipline d’insegnamento il concorsone 2016 sta riservando brutte sorprese a più di un vincitore di concorso che, dopo una selezione durissima, pensava di ottenere l’agognata immissione in ruolo già ad agosto. Ma non sarà così perché, questa volta al Sud, mancano i posti a fronte di centinaia di vincitori di concorso. In Sicilia, per fare un esempio, hanno vinto il concorso in 708 ma il ministero ha assegnato in tutto 199 immissioni in ruolo, da dividere a metà tra precari delle Gae e vincitori di concorso. Ai quali potranno andare quindi 100 posti al massimo.

A questo ritmo, per assorbire tutti i vincitori occorreranno oltre 7 anni. Ma le graduatorie saranno in vigore fino al 2018/2019. Dopo scadranno, secondo il bando. E i vincitori di concorso temono di subire una beffa: concorso vinto ma nessuna assunzione. Così un centinaio di loro, patrocinati dall’avvocato Fabio Rossi, si sono rivolti al Tar Lazio per comprendere perché i posti sono “spariti” nel nulla. E con un’ordinanza di qualche giorno fa i giudici amministrativi intimano al Miur di consegnare ai ricorrenti le carte che hanno portato alla determinazione dei posti per ogni regione e disciplina d’insegnamento. Gli interessati sembrano determinati e minacciano di non fermarsi al Tar se dalle medesime carte dovesse sortire qualcosa che non li convince.