Scuole sicure…

SCUOLE SICURE O CAPRI ESPIATORI ASSICURATI?

di Carmela De Marco

 

Anticamente il capro espiatorio era un capro utilizzato durante i riti con cui gli ebrei chiedevano il perdono dei propri peccati nel Tempio di Gerusalemme.

Nel giorno designato per l'espiazione (kippūr), il sommo sacerdote caricava tutti i peccati del popolo su un capro e poi lo mandava via nel deserto.

È quello che succede nel nostro Paese ai dirigenti scolastici, da quando sono stati riconosciuti datori di lavoro.

Dal giorno in cui firmano il contratto di incarico triennale, ai dirigenti scolastici vengono affidate tutte le responsabilità e le problematiche che riguardano le strutture scolastiche, di cui la scuola e, per essa, il MIUR, non sono proprietari.

A differenza del capro espiatorio dei peccati del popolo di Gerusalemme, i dirigenti scolastici, in seguito all'affidamento dell’ incarico triennale di una istituzione scolastica, invece di essere mandati nel deserto, hanno due possibilità :

o risolvere "magicamente" ogni problematica che i proprietari degli edifici (Comuni o Province) in tantissimi anni non hanno risolto, oppure vivere, incrociando le dita, il serio rischio di essere imputabili sia a livello civile che penale.

In effetti ci sarebbe una terza possibilità: chiudere le scuole non a norma e che versano in condizioni di serio rischio e pericolo.

Ma quest'ultima possibilità non sarà mai presa in considerazione, poiché, anche in tal caso, i dirigenti incorrerebbero nel penale, interrompendo un pubblico servizio.

Ai dirigenti scolastici il TUSL (testo unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro), contenente un complesso di norme emanate con il D.Lgs. n. 81 /2008, ha affidato responsabilità di immensa portata.

In sostanza, oltre a provvedere a tutto ciò che riguarda la gestione e l'organizzazione della sicurezza nonché alla formazione del personale dipendente, oltre a richiedere all'Ente locale proprietario di trasmettere ogni certificazione necessaria e di effettuare gli interventi di messa a norma dei locali e degli impianti, i dirigenti scolastici rispondono in toto di ogni incidente o infortunio che possa verificarsi negli edifici scolastici e negli spazi esterni degli stessi edifici.

Lo conferma la recente sentenza a danno di una dirigente scolastica, condannata in primo grado ad un mese di reclusione, con sospensione condizionale della pena, perché ritenuta colpevole dell'infortunio occorso ad uno studente del liceo, appena diplomatosi, che, mentre erano in corso gli esami di maturità, cadde nel cortile interno dell’edificio scolastico in seguito al cedimento di un lastrico che avrebbe dovuto essere inaccessibile. Il ragazzo ferito fu soccorso e ricoverato all’ospedale.

La bidella, dichiarata inidonea al servizio e posta in pensione, non è stata indagata. L’ente proprietario, tenuto alla manutenzione, è stato assolto.

Il ragazzo si è ripreso e sta continuando senza alcun problema gli studi all'università.

Il risarcimento danni dovrà essere quantificato in sede civile, mentre la Dirigente e l’allora responsabile della sicurezza dovranno immediatamente versare alla famiglia del ragazzo 15mila euro come anticipo del risarcimento dei danni subiti dal giovane.

Lo conferma la sentenza definitiva di condanna a quattro anni di reclusione (più la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni) emessa dalla Cassazione nel mese di ottobre 2016 nei riguardi di un dirigente scolastico, a cui sono state contestate la mancata ristrutturazione del vecchio edificio dell’Aquila (costruito nell’Ottocento) e l’assenza di un piano per la sicurezza. Al suddetto dirigente è stata attribuita una «totale inerzia, a fronte di una situazione di evidente rischio per le condizioni in cui versava la palazzina, in presenza dello stillicidio di scosse». La sua colpa, sempre secondo i giudici, è stata quella di «omettere di valutare l’enorme pericolo incombente sul vetusto palazzo e il sol fatto di avere consentito la prosecuzione dell’attività». Il dirigente dell'ufficio tecnico della provincia è stato invece condannato ad una pena di trenta mesi.

I capi delle istituzioni scolastiche, a cui è stata attribuito il ruolo dirigenziale, non hanno i trattamenti stipendiali e le indennità degli altri dirigenti della PA, ma hanno oneri relativi alla sicurezza sicuramente più gravosi.

Ciò che la politica e gli Enti locali non hanno fatto per lunghi, lunghissimi anni, avrebbero dovuto fare e dovrebbero fare loro, i dirigenti scolastici.

Dopo decenni e decenni di mancato intervento e di incuria, dopo lunghi anni in cui agli enti proprietari non sono state assegnate risorse atte alla messa a norma di tutti gli edifici scolastici, ai dirigenti scolastici, diventati datori di lavoro, con tutti gli obblighi e gli oneri connessi alla sicurezza, ma senza la necessaria autonomia di spesa, sono state attribuite responsabilità di immensa portata.

Agli stessi è affidato dal Direttore dell’USR competente un incarico triennale che comporta la conseguenza di essere riconosciuti datori di lavoro per tutti gli edifici dei plessi dell’istituzione scolastica assegnata.

E se gli edifici in cui sono allocati i plessi dovessero presentare condizioni insicure, certificazioni mancanti, impianti non a norma, non basterà richiedere all'ente proprietario quanto necessario, poiché, per il solo fatto di essere datore di lavoro, il dirigente risponde in termini civili e penali di tutto ciò che sia attinente alla sicurezza e alla salute dei lavoratori, degli alunni ( equiparati a lavoratori) e di chiunque si dovesse trovare a subire un infortunio nei locali scolastici.

In campo politico e sociologico il meccanismo che porta ad individuare i capri espiatori ricorre spesso, soprattutto quando gravi problemi, perdurati nel tempo e sottovalutati, sembrano essere diventati quasi irrisolvibili.

Oppure quando si cerca di ledere l'immagine di qualcuno che potrebbe ostacolare il raggiungimento di determinati obiettivi.

Così, si cerca di individuare irragionevolmente in una persona, in un gruppo di persone, o in una situazione la causa a cui attribuire gravi problemi, con l'obiettivo di nascondere le vere cause o i veri colpevoli.

La vigente normativa pone i dirigenti scolastici nel ruolo di datori di lavoro privi di poteri decisionali e di spesa, quindi con pesanti responsabilità e senza gli strumenti adeguati per affrontarle.

Nel contempo, se è vero che gli organi tecnici degli Enti locali proprietari degli edifici scolastici devono effettuare gli interventi di manutenzione facendo i conti con bilanci depauperati e insufficienti per colmare le lacune e per effettuare i necessari interventi, di certo gravare i dirigenti scolastici di ogni responsabilità relativa alla sicurezza dei locali scolastici non concorre a risolvere i problemi.

Se è assolutamente necessario e legittimo che il Dirigente Scolastico metta in atto tutte le misure volte a salvaguardare l’incolumità dei lavoratori e degli alunni , la responsabilità connessa al ruolo dei dirigenti scolastici non può essere trasformata in colpa, o in dolo, o in mancanza personale.

Non risulta più accettabile ed ammissibile, anche ai fini della effettiva tutela della sicurezza di tutto il personale della scuola, che i dirigenti delle istituzioni scolastiche paghino per le inadempienze di altri enti.

Si rende, pertanto, assolutamente necessaria una modifica del D.Lgs 81, volta a ben definire responsabilità e ruoli, nonché ad individuare non capri espiatori, ma soggetti istituzionali che, per ogni competenza e responsabilità attribuite, abbiano autonomia decisionale ed economica.

Alla luce delle problematiche relative alla sicurezza in cui versa la maggioranza degli edifici delle scuole della Repubblica, risulta incomprensibile la critica fatta dall'ANCI agli emendamenti volti alla modifica del D.Lgs 81/2008, ritenuti dai rappresentanti della stessa ANCI " inaccettabili nella sostanza e impraticabili nei fatti"

Le problematiche relative alla sicurezza della maggioranza degli edifici scolastici rappresentano una vera e propria emergenza nazionale che va affrontata non con l'individuazione di capri espiatori che non hanno potere di intervento e autonomia di spesa, ma attraverso un piano nazionale di risanamento dell’edilizia scolastica a cui è necessario che il Governo destini i finanziamenti necessari.