Disabilita’, “la vita dignitosa e’ un diritto”: la protesta

Redattore Sociale del 03-08-2017

Disabilita’, “la vita dignitosa e’ un diritto”: la protesta

PALERMO. Sfidando il caldo torrido di queste ore hanno protestato davanti al Palazzo d’Orleans, sede del governo regionale, per chiedere di non essere dimenticati. I disabili gravi, provenienti anche da paesi, insieme all’associazione siciliana Medullolesi spinali, hanno chiesto l’erogazione dei sussidi per la loro assistenza da parte della regione. “Siamo stanchi di essere utilizzati dalla politica – afferma il presidente dell’associazione siciliana medullolesi Pietro Boncimino – per potere avere riconosciuti i diritti che la legge prevede. In questo momento avvertiamo tutta la nostra invisibilità perché per la regione non esistiamo. Con le nostre piccolissime pensioni non siamo in grado di rispondere a tutti i nostri bisogni sanitari, sociali ma anche familiari. Non vogliamo fare nessuna discriminazione rispetto ai disabili gravissimi perché questa non deve diventare una guerra tra poveri ma dobbiamo essere considerati cittadini come tutti gli altri anche in grado di pagare le tasse”.

Sicilia – Disabili gravi in piazza 2

“Sono medulloleso da circa 38 anni a causa di un grave incidente – dice Vito Riolo di Piana degli Albanesi -. Riuscire a potere fare una vita dignitosa è un diritto che ci deve essere riconosciuto. Non riusciamo a capire se il nostro tipo di assistenza rientri nel contenuto del nuovo piano socio-sanitario. Siamo delusi perché il presidente ha dato una risposta ai disabili gravissimi dimenticandosi purtroppo di tutti gli altri che sono altrettanto gravi. Anche noi abbiamo bisogno di aiuti che ci garantiscano un sostegno adeguato alla nostra vita. Protestiamo in nome anche di tutti coloro che sono ‘murati vivi’ nelle loro abitazioni perchè non hanno avuto la possibilità di avere qualcuno che li portasse qui”.

A protestare c’è anche una famiglia, in tutti tranne Sharon hanno una disabilità. “Sono disabile da 40 anni – racconta Maria Intagliata – vivo con mio marito pure paraplegico e abbiamo anche una figlia gravemente disabile. Il presidente Crocetta conosce la nostra storia ma se oggi siamo qua purtroppo sta a significare che la nostra voce non è ascoltata. Non è giusto lasciarci senza un’assistenza adeguata che ci permette di vivere come tutte le altre persone. Abbiamo tre pensioni d’invalidità con cui dobbiamo fare tutto ma non ce la facciamo. Nel paese di Misilmeri dove viviamo non è stata ancora fatta la commissione che deve valutare le richieste dei disabili per l’erogazione dei sussidi e non sappiamo quando la faranno. Ci sentiamo profondamente abbandonati”.

Sicilia – Disabili gravi in piazza 3

Alcuni mesi fa dopo la manifestazione in piazza Indipendenza guidata dai disabili gravissimi che necessitano di assistenza h24, la regione ha risposto attivando l’erogazione dei sussidi economici ma a rimanere fuori sono stati gli altri, l epersone con disabilità grave. “Oggi sono in strada tutte le altre persone con disabilità grave che necessitano lo stesso di avere risposte esaurienti dalla regione – sottolinea Antonella Ferro del comitato ‘Siamo handicappati e non cretini’ e mamma di un disabile gravissimo -. Per loro occorre attivare la presa in carico prevista per legge e garantire tutti i servizi di cui necessitano. Naturalmente la famiglia sceglierà poi il modo e le forme in cui avere questa erogazione”.

Per le persone con disabilità gravi è previsto che la regione versi il 10% dei fondi previsti ai comuni. Secondo alcuni disabili che vivono in piccoli comuni siciliani, non c’è attualmente alcun controllo sull’operato di questi centri siciliani”. “Vivo a Bagheria e chiedo con forza che i comuni vengano rigorosamente controllati – afferma con forza Martino Rosario – e vigilati. Inoltre il comune deve adeguatamente informare le famiglie che non sanno fruire dei diritti che spettano loro. Io, insieme a mia madre, non ho potuto assistere al matrimonio di mia figlia al comune perché il sindaco non ha aggiustato gli ascensori del primo piano dell’ufficio. Di questa cos gravissima deve essere informata anche la prefettura. Per altri servizi che mi spettavano ho dovuto lottare chiamando i carabinieri con una denuncia. Secondo voi è giusto che dobbiamo vivere in questo modo?” (set)