Les jeux sont faits!

Les jeux sont faits!

di Maurizio Tiriticco

 

Ebbene, sì! Les jeux sont faits! E’ una grida di manzoniana memoria! Questa sperimentazione s’ha da fare! Si veda il Decreto Ministeriale 7 agosto 2017, concernente il “Piano nazionale di innovazione ordinamentale per la sperimentazione di percorsi quadriennali di istruzione secondaria di secondo grado”.

Si sperimenta A VALLE – e nessuno ne contesta la necessità – ma A MONTE si lascia tutto com’è! A quando, INVECE, la sperimentazione di un curricolo iniziale decennale obbligatorio verticale e, soprattutto, CONTINUO? E ciò al fine di liquidare lo spezzatino attuale di scuola primaria, media e primo biennio? Com’è noto, ciascuno dei tre percorsi ha una sua precisa identità! Si potrebbe dire che ciascuno è istituzionalmente chiuso in se stesso! Si pensi agli esami di terza media, esami di Stato, perché lo prevede la Costituzione per la fine di ogni ciclo di istruzione! Di fatto, una struttura istituzionale è sempre più forte della eventuale “buona volontà” degli insegnanti che pur vorrebbero garantire ai loro alunni uno sviluppo verticale unitario e, soprattutto, progressivo! Ma non possono farlo, perché la struttura costituzionale ed istituzionale è più forte della loro eventuale volontà. Una effettiva progressione decennale di studi iniziali obbligatori garantirebbe, invece, che lo studente che si iscrive al triennio di un istituto di secondo grado abbia veramente acquisito le COMPETENZE necessarie per accedere a studi ulteriori. E si tratterebbe di competenze che costituirebbero la rotta dell’intero percorso decennale!

E la maestra (pare che i maestri non esistano più! E ciò è molto grave!) di una prima classe primaria “lavorerebbe” considerando che il fine ultimo dell’apprendimento dei suoi alunni è quello di avere raggiunto quelle “determinate COMPETENZE” che concludono il decennio obbligatorio. Ma ciò in effetti difficilmente accade, in quanto ciascun insegnante è “costretto per norma” a – come si suol dire – coltivare il suo orticello!

La sperimentazione di un quadriennio secondario è indubbiamente una iniziativa coraggiosa e necessaria, anche perché in quasi tutti i Paesi dell’UE l’istruzione secondaria si conclude ai 18 anni di età, ma… perché non riflettere anche in primo luogo su ciò che accade “prima” dell’istruzione secondaria di secondo grado? E in effetti questo “prima” è quello che determina in larga misura – la ricerca pedagogica ce lo insegna – la maturazione di un adolescente. Il percorso/sviluppo che va dai 6 ai 16 anni di età – che nel nostro Paese coincide con l’istruzione obbligatoria – è quello che determina in larga misura la preparazione di base intellettuale e, per certi versi, anche emotivo/relazionale di un soggetto, Riuscire ad incidere su questa fascia di età con percorsi di educazione, formazione e istruzione (sono del resto tre parole/concetti che ritroviamo puntualmente all’articolo 1, comma 2 del dpr 275/99, con cui abbiamo varato l’autonomia delle istituzioni scolastiche) sarebbe un fatto vincente. Com’è noto, l’istruzione riguarda l’insieme delle conoscenze che il soggetto deve acquisire; la formazione riguarda lo sviluppo della persona, una e distinta dalle altre; l’educazione attiene alla socializzazione, alla convivenza civile, alla cittadinanza.

La Ministra Fedeli è senz’altro in grado di recepire il senso e la finalità dell’argomentazione fin qui condotta. Ovviamente, gli ultimi due anni del decennio obbligatorio dovrebbero essere strutturati ed organizzati anche e soprattutto ai fini di un produttivo “orientamento personalizzato” e finalizzato di ciascun alunno. Pertanto, penso che un successivo passo di riordino possa e debba andare nella direzione indicata! Un ripensamento dell’intero percorso decennale di studi obbligatori! Si tratterebbe di un passaggio utile e necessario!