Autocertificazione vaccinale: perché?

da Tuttoscuola

Autocertificazione vaccinale: perché?

Il servizio di Tuttoscuola sull’esercito di operatori scolastici (1 milione e 400 mila) coinvolti nella certificazione vaccinale, oltre a destare sorpresa, ha aperto nuovi interrogativi, a cominciare dalla ragione di questa (strana) scelta del Parlamento.

Va detto che in sede di conversione del decreto legge sulle vaccinazioni era stato presentato in Parlamento un emendamento che prevedeva anche la vaccinazione di tutti gli operatori scolastici per garantire una assoluta barriera protettiva verso i minori presenti a scuola.

Il Mef, però, aveva obiettato per quell’emendamento, evidenziando la mancanza di copertura finanziaria; il Parlamento aveva ridimensionato la scelta, accontentandosi, come si è visto, della autodichiarazione sostitutiva: “Entro tre mesi dalla entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, gli operatori scolastici, sanitari e socio-sanitari presentano agli istituti scolastici e alle aziende sanitarie nei quali prestano servizio una dichiarazione, resa ai sensi del Decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, comprovante la propria situazione vaccinale. – comma 3-bis art. 3”,

Sulla nuova norma diversi lettori hanno manifestato perplessità non solo per il dilemma ‘autodichiarazione o certificazione’, ma soprattutto sull’opportunità di tale decisione.

Le persone che possono entrare in contatto con gli alunni a scuola, infatti, non sono soltanto gli operatori scolastici veri e propri, ma sono occasionalmente tante altre (genitori, ospiti della scuola, esperti di progetti, addetti alle mense).

Ancora. La stessa autodichiarazione sostitutiva o la certificazione medica non garantisce l’immunità vaccinale assoluta.

Stando così le cose, alla fine tutto rischia di risolversi in un carico burocratico inutile e di scarsa o nulla efficacia.