La scuola riparte dall’inclusione

Vita.it del 01-09-2017

La scuola riparte dall’inclusione

di Sara De Carli

Primo settembre, primo giorno del nuovo anno scolastico. La ministra Fedeli si presenta all’appuntamento nominando i componenti di due Osservatori strategici: quello per l’inclusione scolastica degli alunni con disabilità e quello per l’integrazione degli alunni stranieri.

La Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli ha firmato i decreti istitutivi dell’Osservatorio permanente per l’inclusione scolastica, previsto da uno dei provvedimenti attuativi della Buona Scuola, e dell’Osservatorio per l’integrazione degli alunni stranieri e per l’intercultura. Si tratta di due osservatori che esistono da tempo: quello per l’integrazione degli alunni stranieri e per l’intercultura è nato nel 2006 (qui gli esperti che hanno composto l’ultimo Osservatorio, designati il 5 settembre 2014 e giunti ormai a scadenza dato che l’incarico è di tre anni) mentre quello per l’inclusione scolastica risale addirittura al 1988, seppure con modifiche, di cui l’ultima risalente al dicembre 2011 (qui tutti i nomi dell’ultimo Osservatorio, nominato nell’agosto 2015). La recentissima delega sull’inclusione scolastica (decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 66, in vigore dal 31 maggio), all’articolo 15 torna a ridisegnarlo, precisando che si raccorda con l’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità e definendone in questo modo i compiti:
◾ analisi e studio delle tematiche relative all’inclusione delle bambine e dei bambini, delle alunne e degli alunni, delle studentesse e degli studenti con disabilità certificata a livello nazionale e internazionale;
◾ monitoraggio delle azioni per l’inclusione scolastica;
◾ proposte di accordi inter-istituzionali per la realizzazione del progetto individuale di inclusione;
◾ proposte di sperimentazione in materia di innovazione metodologico-didattica e disciplinare;
◾ pareri e proposte sugli atti normativi inerenti l’inclusione scolastica.

Le novità della nuova delega sull’inclusione scolastica sostanzialmente impatteranno solo con il 1° gennaio 2019, quando il profilo di funzionamento sostituirà la diagnosi funzionale ed il profilo dinamico funzionale, ma questo Osservatorio è uno degli elementi che entrano in vigore da subito (a questi due link è possibile confrontare i compiti del vecchio e del nuovo Osservatorio).

La ministra Fedeli ha annunciato che l’Osservatorio appena costituito verrà riunito «già nelle prime settimane di settembre, con l’avvio dell’anno scolastico, proprio per condividere priorità e obiettivi». L’Osservatorio infatti «sarà uno strumento di forte partecipazione e rappresenta uno dei primi tasselli dell’attuazione del provvedimento dedicato al tema dell’inclusione, per garantire una scuola sempre più accogliente alle alunne e agli alunni con disabilità, rafforzando il ruolo delle famiglie e delle associazioni nei processi di inclusione e coinvolgendo – anche e soprattutto attraverso la formazione in servizio – tutte le componenti del personale scolastico. Nei prossimi mesi gli effetti del decreto si dispiegheranno attraverso una serie di atti che condivideremo e costruiremo con l’Osservatorio appena costituito».

«Quella italiana – prosegue Fedeli – è già una scuola altamente inclusiva e capace di integrare, di fare della diversità una ricchezza. Abbiamo un sistema molto avanzato, di cui dobbiamo essere orgogliosi. I nostri docenti fanno un lavoro straordinario, che con la riforma e i suoi decreti attuativi vogliamo ulteriormente supportare».

Sul fronte dell’inclusione e dell’intercultura invece la ministra ha ricordato come «la velocità e la profondità dell’integrazione dipendono anche dalla scuola. È grazie al percorso che le ragazze e i ragazzi con cittadinanza non italiana fanno a scuola che il nostro Paese potrà contare anche sui loro talenti, sulle loro intelligenze, è a scuola che studenti, famiglie e comunità con storie diverse possono imparare a conoscere le diversità culturali e religiose, a superare le reciproche diffidenze, a sentirsi responsabili di un futuro comune. Le scuole possono essere veri e propri laboratori di convivenza». Sono oltre 800.000 le ragazze e i ragazzi con cittadinanza non italiana presenti nel sistema scolastico e quasi il 60% di essi è nato in Italia. L’Osservatorio sarà uno strumento per portare avanti questo processo: «Dobbiamo dare risposte efficaci ai bisogni educativi di chi è appena arrivato nel nostro Paese, ma anche dei ragazzi figli di migranti che nascono, crescono e studiano in Italia la cui cittadinanza – penso al dibattito sullo Ius soli, che mi auguro sia rapidamente approvato – si costruisce giorno dopo giorno proprio nelle nostre scuole».