Fedeli, appello ai genitori: «Le scuole applicano la legge così non possono accoglierli»

da Corriere della sera

Fedeli, appello ai genitori: «Le scuole applicano la legge così non possono accoglierli»

Federica Cavadini

«I genitori che non intendono vaccinare i figli devono sapere che è prevista una sanzione economica e che la scuola dell’infanzia non può ammetterli». Interviene ancora su vaccini e scuola la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli e ribadisce la linea, dopo una segnalazione che arriva dal Veneto, dove un Coordinamento per la Libertà delle vaccinazione riferisce che alcuni bambini accompagnati all’asilo da genitori senza i documenti richiesti sono stati tenuti in disparte, separati dal resto della classe. «È successo in un nido comunale che quindi non dipende dal ministero, ma le regole sono uguali per le materne e abbiamo dato indicazioni precise», spiega la ministra.

Come devono comportarsi maestre e dirigenti quando le famiglie portano i bambini a scuola e non hanno né certificati né prenotazioni?

«Abbiamo chiarito ancora che le famiglie vanno informate e aiutate il più possibile, anche a prenotare la profilassi. Se però dichiarano di non voler vaccinare, allora i loro figli non possono frequentare. Nessuna eccezione. Così prevede la legge per la scuola dell’infanzia. Vogliamo facilitare famiglie e scuole e anche la circolare congiunta che consente anche l’autocertificazione firmata venerdì con la ministra della Salute Beatrice Lorenzin va in questa direzione».

Altra richiesta di chiarimento in queste ore arriva dalle università, su l numero chiuso. Dopo che il Tar del Lazio ha bocciato lo sbarramento ai corsi umanistici deciso alla Statale di Milano a maggio fra le proteste, con l’università che ha dovuto sospendere i test in programma da domani per quattromila studenti e ha subito annunciato il ricorso al Consiglio di Stato .

La Statale difende la scelta del numero chiuso «per la qualità, mancavano i docenti» e chiede l’intervento del ministero perché «se vale l’ordinanza del Tar sono illegittimi centinaia di corsi a numero programmato». E c’è l’appello degli studenti: «Normativa confusa. Occorre cambiare». È d’accordo?

«Vista l’ordinanza del Tar siamo pronti a intervenire e anche a modificare la normativa, aspettiamo il parere del Consiglio di Stato. L’obiettivo deve essere sempre allargare e non chiudere le università, il Paese ha bisogno di laureati».

Il rettore Gianluca Vago chiede quale criterio seguire, visto che il Tar dice di aprire i corsi umanistici a tutti ma le norme sull’accreditamento dei corsi pongono vincoli sul numero dei docenti.

« Se il nodo è il decreto (firmato dalla precedente ministra dell’Istruzione) che fissa regole più stringenti sui requisiti di qualità quindi sul numero dei docenti, allora possiamo modificarlo. La qualità dell’insegnamento però va garantita quanto l’allargamento».

Come?

«Investendo. Sui docenti c’era il blocco del turn over ma dal prossimo anno sarà possibile assumere. Ma dobbiamo affrontare tutti gli ostacoli che impediscono l’accesso all’università. Con la legge di bilancio 2017 c’è l’iscrizione gratuita per le famiglie a basso reddito e calmierata per le famiglie a medio reddito e abbiamo incrementato le borse di studio. L’investimento sull’università e la filiera della conoscenza deve essere forte. E allo stesso tempo dobbiamo garantire la qualità della formazione».

Tempi degli interventi?

«Abbiamo aperto un tavolo già nel mese di giugno che si chiuderà entro ottobre, con il dipartimento dell’Università e Ricerca, con i rettori della Crui, con i gruppi parlamentari, con rappresentanti degli studenti. L’esigenza è appunto allargare il numero dei laureati. E stiamo affrontando anche la questione dello sciopero dei docenti. Abbiamo chiesto che si trovino le risorse nella legge di stabilità».