Tutti a Scuola 2017

Il 18 settembre 2017 il Presidente della Repubblica e la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca inaugurano il nuovo anno scolastico a Taranto


Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico (Taranto 18/09/2017)

Signora Ministra,

autorità, presidi, docenti, operatori della scuola e, soprattutto, cari ragazzi.

A ogni mese di settembre l’apertura dell’anno scolastico rappresenta una svolta nel ritmo della vita del nostro Paese. Diventa un’occasione anche di festa ma, soprattutto, di riflessione sul vostro presente e sul vostro futuro. Su quello della società, di cui la scuola è struttura portante.

Saluto, con affetto, tutti i presenti, giunti da ogni parte d’Italia. Costituite una rappresentanza, allegra e numerosa, di tutto il sistema educativo italiano. Saluto coloro che ci seguono in tv e dai balconi delle finestre. Saluto i tanti che, in queste ore, sono impegnati nelle aule e sui banchi di scuola.

Un pensiero particolare desidero rivolgere a chi inizia l’anno nei comuni colpiti dal terremoto. In quelle Regioni, la priorità degli interventi è stata la continuità scolastica. In quei luoghi, segnati dal dolore ma non dalla rassegnazione, le scuole sono rimaste sempre aperte, anche in strutture provvisorie. Ci saranno nuove sedi, costruite con moderni criteri antisismici. La scuola che continua è un segno di speranza, la garanzia della ripresa, la prova della vitalità di quelle comunità. Ringrazio, con i Comuni e le Regioni, il Ministero dell’Istruzione, i dirigenti, i docenti, i volontari e i donatori che hanno reso possibile raggiungere questo straordinario risultato.

Un grazie speciale alla comunità che fa capo all’istituto Luigi Pirandello che ci ospita in questo plesso intitolato a Giovanni Falcone.

So che avete lavorato alacremente e tutti insieme – dirigenti, docenti, personale non docente, genitori – per consentire lo svolgimento di questo incontro. Il risultato è bello. Sono davvero lieto di essere qui, con voi, a Taranto. Vi ringrazio molto tutti.

Questo lavoro che avete svolto tutti insieme, con amicizia, con motivazione, con senso di appartenenza, rappresenta la cifra dello spirito che deve contrassegnare le nostre comunità scolastiche: uno spirito di vera collaborazione, unito all’entusiasmo e all’orgoglio di svolgere un compito prezioso, delicato e fondamentale: quello di educare e formare la nuova generazione di italiani, i giovani cittadini della Repubblica.

La scuola contribuisce, in misura determinante, a far crescere la loro personalità, a radicare i loro valori, a definire e consolidare le loro speranze, a metterne alla prova intelligenza, socialità, creatività. Vi si prepara il domani della nostra civiltà e della nostra democrazia. A scuola si disegna il futuro.

È questa l’essenza del mondo della scuola. Ci si deve chiedere perché, talvolta, questa peculiarità non sia riconosciuta adeguatamente.

La scuola, ragazzi, non riguarda soltanto voi, i docenti e i vostri genitori: costituisce una grande e centrale questione nazionale. Perché la scuola è motore di cultura e, quindi, di libertà, di eguaglianza sostanziale. Deve essere veicolo di mobilità sociale.

Per questo ogni sforzo compiuto, ogni risorsa impiegata per migliorare l’istruzione e la formazione rappresenta un capitale che cresce negli anni e che moltiplica i suoi effetti. Non dobbiamo mai smettere di chiederci in che modo sia possibile investire di più, e sempre meglio, nella scuola. Un Paese che pensa al futuro diventa più forte per questa stessa capacità.

Cari ragazzi, si dice sovente, con una frase divenuta uno slogan, che il futuro vi appartiene. Ma il futuro comincia in ogni momento: lo costruite da oggi, giorno per giorno, con impegno; anche con fatica.

L’esperienza scolastica ci accomuna tutti. Anche gli adulti sono andati a scuola un tempo. Anche i vostri professori. Anch’io, tanti anni fa. E ne ricordiamo tutti comunque, in maniera incancellabile, ancora oggi, le soddisfazioni, le prove, le fatiche, gli impegni. Le prime amicizie, spesso divenute, grandi amicizie. E i volti e i nomi dei nostri compagni di scuola.

Nella scuola si cresce, ci si incontra, si sviluppano cultura, affetti, solidarietà, conoscenza reciproca. Si sperimenta la vita di comunità, il senso civico.

A questo riguardo vorrei proporvi una riflessione. Lo faccio con parole semplici, perché anche i più piccoli tra voi possano seguire: chi, tra di voi, assisterebbe alla distruzione di ciò con cui gioca, del tavolo dove mangia, del letto dove dorme, senza provare un senso di ribellione, di sconforto, di delusione, di dispiacere? Quella distruzione rappresenterebbe una ferita, una violenza alla vostra vita di tutti i giorni.

Anche chi distrugge le scuole, chi compie atti di vandalismo nelle aule, chi sottrae strumenti didattici, provoca una grave ferita: non soltanto – e stupidamente – a se stesso ma a tutti voi studenti. Quando si danneggia una scuola, viene ferita, in realtà, l’intera comunità nazionale.

Allo stesso modo, quando una scuola risorge dalle macerie di un terremoto, quando un’aula vi viene restituita, pulita e decorosa, dopo devastazioni teppistiche, è l’intera società che ne trae beneficio.

È motivo di sollievo, di grande importanza, dopo aver visto in tv gli effetti delle incursioni dei vandali nella Pirandello, sapere che, qui a Taranto, la cittadinanza intera si è mobilitata, stringendosi intorno ai docenti, ai genitori e agli studenti, manifestando la propria condanna per i gravi danneggiamenti e, insieme, la volontà di recupero.

Qualcuno di voi ha scritto: la scuola non si tocca. È una saggia considerazione, perché la scuola è patrimonio di tutti.

Naturalmente – su un altro piano, differente – dire che la scuola non si tocca non vuol dire che dobbiamo avere di essa una immagine cristallizzata, immutabile nel tempo, specialmente nella stagione in cui viviamo, dove i continui, impetuosi cambiamenti culturali, sociali e tecnologici impongono continue riflessioni, frequenti aggiornamenti, modifiche e riforme.

So bene che, ogni volta che si annunciano o si prefigurano cambiamenti nel mondo della scuola, si avvia immediatamente una discussione accesa, con toni talvolta aspri. Non sta certo a me prendere posizione sull’una o sull’altra proposta. Osservo che molti denunciano ritardi e inadeguatezze, vere o presunte, del sistema scolastico italiano di fronte alle sfide dei tempi e che, per contro, ogni ipotesi di novità trova spesso opposizioni pregiudiziali, suscita malumori e proteste.

Si deve tener conto, naturalmente, che i temi della scuola, per la loro delicatezza e importanza, stanno molto a cuore a tante persone, a tutti, in realtà. E’ comprensibile, quindi, che vi siano diverse opinioni. Proprio per questo vi è bisogno di confronto, sereno e obiettivo, sulle politiche scolastiche, iniziando dalle forze politiche e sociali.

Un confronto che metta al centro gli studenti, il loro futuro, la loro capacità di integrarsi nel mondo del lavoro e nella comunità civile. Una dialettica vivace, anche serrata, è certamente proficua. L’importante è che convenienze, particolarismi e, talvolta anche strumentalità, non frenino lo sviluppo adeguato del sistema scolastico.

Nella scuola, che incrocia la vostra esistenza di giovani cittadini, emergono diverse tematiche sociali, delicate e importanti.

Vorrei citare solo alcuni tra i tanti problemi: quello della qualità delle aule e della sicurezza delle scuole; quello del bullismo – anche nella sua versione, ancora più micidiale, del cyber bullismo; quello dell’abbandono scolastico; quello dell’integrazione, fenomeno grande e crescente, in Europa e nel mondo; quello delle vaccinazioni per difendere la salute di tutti, nella propria scuola, nel proprio comune, nell’intera Italia.

Vorrei, adesso, salutare Taranto, questa splendida città che ha ospitato, con slancio e generosità, questo evento.

La scelta di Taranto intende rifarsi al carattere di questa città, di antiche radici storiche; di grande tradizione culturale; di frontiera, non soltanto geografica; di territorio in cui si riflettono le complessità e anche le contraddizioni dello sviluppo del Paese.

Salute, occupazione, tutela ambientale rappresentano valori fondamentali e costituzionalmente garantiti, tra cui istituzioni e società devono costantemente ricercare e trovare il punto di equilibrio positivo, con l’obiettivo preminente della centralità della persona.

Cari ragazzi, nel dichiarare aperto l’anno scolastico 2017-2018, rivolgo un augurio di buon lavoro e un sincero ringraziamento, molto sentito e intenso, agli insegnanti, ai professori e a tutti coloro che operano nella scuola. A voi, ragazzi, gli auguri più affettuosi per l’avventura, bella e impegnativa, che ogni anno scolastico rappresenta. A tutti voi: da chi frequenta la scuola dell’infanzia, a chi entra, per la prima volta, nella scuola primaria, fino a chi comincia l’ultimo anno di corso.

Siete più grandi dell’anno scolastico passato. Lo sarete ancor di più al termine di questo che inizia: lo sarete certamente non soltanto in età ma anche in sapere e in amicizia con gli altri.

In bocca al lupo e buon lavoro a tutti!


#TuttiaScuola 2017 Mattarella e Fedeli hanno inaugurato il nuovo anno scolastico

A Taranto la cerimonia con 800 studentesse e studenti di tutta Italia in diretta su Rai Uno

(Taranto, 18 settembre 2017) Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli hanno inaugurato questa mattina, lunedì 18 settembre, l’anno scolastico a Taranto. Alla presenza di oltre 800 alunne e alunni provenienti da tutta Italia, il Presidente e la Ministra hanno inviato il proprio messaggio di augurio alle scuole di tutto il Paese, nell’ambito dell’evento ‘#TuttiaScuola 2017’, che quest’anno è stato ospitato dal plesso della scuola primaria “Giovanni Falcone” dell’Istituto comprensivo “Luigi Pirandello”.

Una mattinata di festa durante la quale sono intervenute personalità del mondo della cultura, dello spettacolo, dello sport e della società civile. L’evento è stato trasmesso, com’è consuetudine, in diretta su Rai Uno ed è stato seguito anche attraverso i social del Ministero, con l’hashtag #TuttiaScuola.

Dal 2015 il Presidente Mattarella ha deciso di portare la cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico direttamente sui territori. Quest’anno la scelta è ricaduta sull’istituto comprensivo “Pirandello” a seguito dei ripetuti attacchi vandalici che l’hanno colpito nei mesi scorsi.

Intervenendo durante la diretta televisiva, la Ministra Fedeli, intervistata da Teresa Mannino, ha rivolto i suoi auguri per l’anno scolastico appena iniziato alle studentesse e agli studenti, con una particolare attenzione a quelli di Ischia e delle zone del Centro-Italia colpite dal terremoto nei mesi scorsi. La Ministra ha ribadito l’importanza della riapertura delle scuole in quei territori “che hanno subito lacerazioni e dolore” per ricostruire le comunità e ha ricordato il sostegno del Miur a giovani, insegnanti, dirigenti scolastici, personale amministrativo e famiglie per far sì che gli istituti potessero riprendere le loro attività regolarmente, così come nel resto del Paese.

“Dobbiamo tutelare le nuove generazioni e mettere in sicurezza tutte le scuole d’Italia – ha aggiunto – e per questo abbiamo messo in campo un investimento di 9 miliardi di euro per istituti sicuri, sostenibili e innovativi. Studiare e imparare in un ambiente scolastico con queste caratteristiche aiuta, inoltre, ad apprendere meglio, a fornire alle studentesse e agli studenti una formazione di qualità e a contrastare la dispersione scolastica”.

Trattando questo tema, la Ministra ha poi detto: “Ogni ragazzo che abbandona la scuola è una sconfitta. Molto stiamo facendo ma sappiamo che possiamo e dobbiamo fare di più, come Ministero e come Stato. L’obiettivo deve essere far diventare le scuole di periferia e gli istituti nelle zone con maggiore povertà educativa scuole di eccellenza. E dobbiamo occuparcene tutti: contrastare gli abbandoni e la dispersione è un tema che riguarda non i singoli studenti e le loro famiglie ma tutto il Paese”.

“Applicheremo rapidamente la legge per il contrasto di bullismo e cyberbullismo approvata dal Parlamento – ha aggiunto poi la Ministra Fedeli – Ma faremo di più. Fondamentale è l’educazione civica digitale per far sì che studentesse e studenti abbiano strumenti e conoscenze per un utilizzo consapevole dei dispositivi tecnologici, come anche l’educazione al rispetto di ogni persona. Non a caso oggi abbiamo distribuito alle giovani e ai giovani il Manifesto delle ‘Parole O_Stili’, un elenco di dieci principi che li aiuteranno a stare in Rete in maniera corretta. Ma dobbiamo essere consapevoli che importante, per ottenere risultati di merito, è la corresponsabilità educativa tra la scuola, le famiglie e la società”.

La mattinata si è conclusa con l’intervento del Presidente Mattarella, che ha portato il suo caloroso saluto al mondo della scuola come “struttura portante della società”, a tutta la comunità educante, alle autorità presenti e, soprattutto, a tutte le studentesse e a tutti gli studenti. “La scuola, ragazzi, – ha sottolineato il Presidente – non riguarda soltanto voi, i docenti e i vostri genitori: costituisce una grande e centrale questione nazionale. Perché la scuola è motore di cultura e, quindi, di libertà, di eguaglianza sostanziale. Deve essere veicolo di mobilità sociale”.

Le alunne e gli alunni che hanno partecipato all’evento sono stati selezionati dagli Uffici Scolastici Regionali in rappresentanza di tutte le regioni d’Italia: i loro istituti si sono distinti per la valenza dei progetti realizzati nel corso del precedente anno scolastico – il 2016/2017 – sui temi dell’inclusività, del rispetto e del valore della diversità, dell’intercultura e dell’integrazione, dell’educazione alla legalità, della lotta ai fenomeni del bullismo e della partecipazione alla vita scolastica.

In rappresentanza della scuole del Paese, sono stati intervistati gli studenti dell’istituto di Ceresole Reale (TO), la scuola più piccola d’Italia. C’è stata poi una delegazione delle alunne e degli alunni della stessa primaria “Giovanni Falcone”, di Taranto, che hanno eseguito il brano “Taranto libera”, un testo sul riscatto della città dalle problematiche ambientali e dal degrado. E ancora, le studentesse e gli studenti della primaria dell’istituto comprensivo “Fernanda Imondi Romagnoli” di Fabriano (AN), hanno illustrato una tipologia di agricoltura mista ad allevamento sostenibile. Le piccole attrici e i piccoli attori dell’istituto comprensivo “Via Mar Rosso” di Ostia (RM), hanno proposto la rappresentazione teatrale “Bullo, no grazie”. Le bambine e i bambini del primo circolo didattico “Edmondo De Amicis” di Avola (SR) si sono esibiti, invece, in un’allegra e colorata performance sull’importanza dei saperi: “Mattoncini del Sapere”. E, sempre sul palco, la delegazione dell’Istituto San Francesco d’Assisi di Altamura (BA), con “Filastrocca dei piccoli cantori”, e quella, molto numerosa, dell’istituto “Antonio Cesari” di Castel D’Azzano (VR), che hanno eseguito la coreografia premiata con la medaglia d’argento alle Olimpiadi studentesche di danza.

A tutte le alunne e agli alunni presenti in platea è stato distribuito, come da tradizione della cerimonia, uno zainetto con il kit del libro-fumetto di Geronimo Stilton, esplicativo della Costituzione italiana e della Convenzione dei diritti del fanciullo. Il volume è stato realizzato dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza la cui presidente, Filomena Albano, è stata presente all’evento, a Taranto. Nello zainetto è contenuto anche il Manifesto delle Parole O_Stili per sensibilizzare ragazze e ragazzi a contrastare e non utilizzare il linguaggio dell’odio.