In pensione più tardi, ma perché se si vive di meno?

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da La Tecnica della Scuola

In pensione più tardi, ma perché se si vive di meno?

 

“Forse è giunto il momento di considerare gli aspetti sociali e il fatto che l’aumento della povertà impedisce a molti cittadini di poter curare adeguatamente la propria salute”.
Così Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro alla Camera, ha commentato la ferma volontà del Governo di non considerare l’inversione di tendenza sull’aspettativa di vita del 2015, dopo diversi anni in calo, probabilmente confermata anche nel 2016 (la conferma la avremo in autunno).
Il deputato Pd, però, non ha dubbi: in Italia si continua a vivere meno a lungo. Con chi ci governa che impone di lavorare fino a 67 anni.
“Anche quest’anno – sottolinea Damiano – secondo alcuni demografi, si vivrà meno a lungo: questa novità ci deve far aprire un dibattito sui meccanismi, esclusivamente ragionieristici, che prevedevano una salita continua dell’aspettativa di vita”.
Insomma, se si voleva trovare il modo di risollevare le casse dell’Inps sembra proprio che si sia fatto centro: si va in pensione sempre più tardi e l’assegno di quiescenza si percepisce per meno anni.