Le novità al debutto per il 2017/18: dalle ammissione agli esami, dalla prova Invalsi alle assunzioni per i prof

da Il Sole 24 Ore

Le novità al debutto per il 2017/18: dalle ammissione agli esami, dalla prova Invalsi alle assunzioni per i prof

di Giorgio Allulli

Con l’inizio del nuovo scolastico verranno incasellate alcune nuove tessere del puzzle della riforma della Buona scuola, che prevede un ampio ventaglio di innovazioni che stanno dispiegando a poco a poco i loro effetti sul sistema scolastico italiano.
Si tratta di tessere che riguardano sia gli alunni, che il personale docente.

Per quanto riguarda gli alunni, allo scopo di avere una scuola più inclusiva, nella scuola primaria sarà possibile ammettere alla classe successiva anche in caso di livelli di apprendimento «parzialmente raggiunti o in via di prima acquisizione». Anche nella scuola secondaria di I grado si potrà essere ammessi alla classe successiva e all’esame finale in caso di mancata acquisizione dei necessari livelli di apprendimento in una o più discipline. Le scuole dovranno però attivare percorsi di supporto per sostenere il raggiungimento dei necessari livelli di apprendimento da parte degli alunni e delle alunne più deboli. Infine verrà rilasciata alla fine del I e del II ciclo una attestazione delle competenze chiave e di cittadinanza.

Cambierà anche l’esame finale della secondaria di I grado, per il quale si attribuirà maggiore valore al percorso scolastico effettuato. Infatti le prove si ridurranno a tre, dalle attuali cinque: lingua italiana, competenze logico-matematiche e competenze in lingue straniere; a queste si aggiungerà un colloquio per accertare le competenze trasversali, comprese quelle di cittadinanza.

La prova standardizzata Invalsi non verrà più somministrata durante l’esame, ma si svolgerà nel corso dell’anno scolastico, in forma elettronica, e non avrà più influenza sul voto finale, anche se costituirà un requisito obbligatorio per l’ammissione all’esame. Oltre alle prove tradizionali relative alle competenze linguistiche e logico-matematiche, verrà introdotta nei test una prova di inglese, per verificare e certificare le abilità di comprensione e uso della lingua inglese secondo le normative europee; alle famiglie verrà restituito un giudizio in forma descrittiva del livello di apprendimento raggiunto in italiano, matematica e inglese.

Alle novità che riguardano gli alunni si aggiungono quelle che riguardano i docenti: con il nuovo anno saliranno in cattedra gli 80.000 insegnanti vincitori del concorso varato dalla legge 107, i quali per la prima volta si sono confrontati con le nuove regole di assegnazione del posto sulla base degli ambiti territoriali e della scelta del capo di istituto. Si tratta di una innovazione profonda nel sistema nazionale di reclutamento, che si è dovuta confrontare con una lunga serie di problematiche e di difficoltà, alcune probabilmente evitabili con una migliore organizzazione, altre più comprensibili considerando l’ampiezza dell’innovazione introdotta. Resta però, in fondo a questo percorso accidentato, da valutare positivamente il fatto che finalmente nella scuola italiana si è proceduto ad assumere i docenti per concorso anziché per sanatoria: il che, dopo tanti anni, e considerando i numeri in gioco, non è assolutamente un risultato da poco.