I pareri del CSPI non devono essere strumento per prese di posizione ideologiche

I pareri del CSPI non devono essere strumento per prese di posizione ideologiche

Si è concluso lo scorso 20 settembre un periodo di intenso lavoro da parte delle Commissioni e poi del Consiglio in seduta plenaria, per l’espressione dei richiesti pareri su:

  • Regolamento sulla gestione amministrativo-contabile delle scuole
  • Esame di Stato del primo ciclo
  • Certificazione delle competenze al termine della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado
  • Direttiva sullo sviluppo del Sistema Nazionale di Valutazione
  • Continuità didattica per alunni con disabilità

Gli schemi dei provvedimenti e i relativi pareri sono messi a disposizione in allegato.

Le sedute di lavoro sono state occasione di confronto intenso tra diverse posizioni, così da rendere in più circostanze necessaria la votazione contraria della delegazione ANP alle deliberazioni assunte.

In particolare, con riguardo al Regolamento sulla gestione amministrativo-contabile delle scuole, l’ANP ha espresso dissenso per il mancato recepimento da parte della maggioranza del Consiglio di proposte di modifica, in più parti del provvedimento, che chiarissero senza ambiguità la diversità dei ruoli e delle responsabilità del Dirigente e del Direttore dei servizi generali e amministrativi.

La discussione per la delibera del parere sullo schema di Decreto Ministeriale relativo all’Esame di Stato del primo ciclo ha portato alla luce ancora una volta l’atteggiamento ideologico dei sindacati della scuola nei confronti delle prove INVALSI, nonostante il Decreto Legislativo 62/2017 le abbia eliminate dalle prove di esame e derubricate a solo prerequisito per l’ammissione. L’insistente tentativo di proporre una modifica che potesse consentire ai Consigli di Classe di aggirare la norma nel caso della mancanza di tale prerequisito ha trovato, non senza fatica, una mediazione nel suggerimento all’amministrazione di “valutare ogni possibile soluzione organizzativa  per consentire agli alunni  che, per gravi e comprovati motivi non abbiano potuto svolgere le prove INVALSI, di non compromettere l’ammissione agli esami  di stato, anche avvalendosi, per analogia, della normativa  prevista in questi casi per gli esami di stato”. Con ciò facendo salva la possibilità di raccogliere dati utili alla lettura dell’andamento del sistema nazionale con riferimento all’acquisizione delle competenze in italiano, matematica e inglese da parte dei nostri ragazzi.

Il dibattito intorno alla Certificazione delle competenze e ai modelli nazionali da adottare in uscita dalla scuola primaria e secondaria di primo grado è stato anche l’occasione per una ridicola censura alle Competenze chiave europee per l’apprendimento permanente, definite dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Unione europea fin dal 2006 e assunte come “orizzonte di riferimento” dalle stesse Indicazioni nazionali del nostro ordinamento scolastico. Alla maggioranza è parso pericoloso il termine “imprenditorialità”, come pure l’espressione “apertura al mondo del lavoro” contenuta tra gli obiettivi per il sistema scolastico presi in considerazione dalla Direttiva sullo sviluppo del Sistema Nazionale di Valutazione. Tale posizione anacronistica ovviamente non è stata condivisa dalla delegazione ANP.

L’aggressione ormai costante contro i “poteri” del dirigente della scuola si è poi ripetuta in occasione della discussione sullo schema di decreto sulla Continuità didattica per alunni con disabilità. Del tutto inaccettabile per la delegazione ANP il testo del parere, che nel rimandare il provvedimento a necessari approfondimenti, usa a motivazione argomenti quali la necessità di salvaguardare la supremazia delle graduatorie come metodo “oggettivo” di reclutamento, da preferire alla discrezionalità del dirigente, e descrive il contributo delle famiglie “pregiudizievole”,  in ciò disconoscendo  l’innovazione introdotta nell’impianto normativo dalla legge 107/2015 con l’introduzione della chiamata per competenze.