Regolamento del Concorso per dirigenti scolastici statali

Regolamento del Concorso per dirigenti scolastici statali: una buona notizia, con tanti problemi da risolvere

 

Il D.M. 138/2017, nuovo Regolamento per l’assunzione dei molti dirigenti che mancano alle scuole statali, è finalmente stato emanato. Il gravissimo ritardo nella sua pubblicazione non ha fatto che aumentare in questi anni le difficoltà di direzione e gestione delle scuole oltre che mortificare una professione che dovrebbe essere vista dalla politica e dall’Amministrazione come la principale risorsa per il buon funzionamento e per l’innovazione delle istituzioni scolastiche.

 

Una scelta viziata all’origine

L’avvio della procedura concorsuale è da accogliere positivamente vista la situazione non più sostenibile delle reggenze il cui numero, cresciuto a dismisura, potrebbe comportare dal 1 settembre 2018 metà delle scuole statali con un dirigente scolastico impegnato cioè su due scuole.

Il modello avviato per il reclutamento dei dirigenti scolastici, caratterizzato da un percorso impegnativo (anche in forza del recepimento nel Regolamento dei pareri del Consiglio di Stato), lascia fortemente perplessi, sia per la soluzione complessiva che per diversi elementi che rischiano di comprometterne l’efficienza e l’efficacia dell’esito.

L’impostazione resta, intanto, ispirata da un centralismo statale  che viene restaurato dopo l’infelice esperienza causata dalla gestione regionale del 2011: il centralismo non produce da molti anni né efficienza di funzionamento né efficacia di risultati. Basta guadare alle esperienze passate. Regolamento e norma originaria di riferimento hanno evitato ancora una volta la strada del decentramento e della autonomia di gestione delle fasi del concorso, come accade per analoghe procedure di assunzione negli Enti Locali, nella sanità, nelle università, nelle Camere di commercio.

Il meccanismo delle prove appare, poi,  nel suo complesso, non pertinente al profilo  ed al ruolo che si va a reclutare, a cominciare dalla prova preselettiva, costituita da una batteria di 100 quiz: una modalità assolutamente inadeguata all’accertamento di quelle attitudini umane e relazionali indispensabili per la figura professionale di dirigente scolastico che si va a selezionare.

 

Aspetti problematici

Ma che se si rimane all’interno della logica procedurale prescelta per l’imminente concorso,  le soluzioni operative previste dal Regolamento evidenziano aspetti problematici che, senza interventi correttivi da introdurre nel Bando concorsuale, creano serie ipoteche sugli esiti.

 

  • Come faranno una batteria di quiz ed una prova scritta al computer ad accertare l’attitudine del candidato ad assumere una funzione che non è costituita da una somma di competenze ‘tecniche’, ma che ha il proprio cuore nell’esercizio di una direzione educativa esito anche di competenze relazionali e di leadership ?
  • Come sarà possibile avere nuovi dirigenti scolastici per la data del 1 settembre 2018 se dopo le prime tre prove tutti dovranno fare, tra formazione e tirocinio, ancora sei mesi e poi altre prove  ?  Per quale seria ragione si è scelto di dare retta al suggerimento di un’altra prova scritta dopo il periodo di tirocinio ? Non sarebbero bastate le due precedenti previste?
  • Come si eliminerà l’assurdo sistema delle reggenze se, fallito l’obiettivo della conclusione del concorso entro agosto 2018, non saranno sufficienti neanche i 2.400 posti messi a bando a coprire le ulteriori dirigenze che nel frattempo saranno  diventate vacanti?
  • Come sarà possibile rendere efficiente anche solo le prime due fasi del concorso se il Bando non risolverà con chiarezza i rispettivi compiti e responsabilità del rapporto centro-periferia, tra commissione centrale e sottocommissioni periferiche ?
  • Vi è garanzia che questa volta i quesiti della prova preselettiva (ancora una volta affidate al mondo universitario) non siano più del tenore di quelle del concorso direttivo del 2011 che risultarono piene di inesattezze, fortemente nozionistiche e totalmente sganciate dalla professione direttiva?
  • Sarà possibile nel Bando di prossima emanazione correggere ed integrare la prevista tabella di valutazione dei titoli e scegliere  di valorizzare adeguatamente l’esperienza acquista per tutti gli anni di servizio dai candidati nella collaborazione alla dirigenza?
  • Non è possibile individuare una adeguata soluzione alla direzione delle numerose scuole sottodimensionate spesso ubicate in territori periferici e disagiati, meritevoli, per questo, di maggiore attenzione?

 

Una risorsa decisiva

Un’appropriata individuazione delle fasi e delle modalità di gestione di questo concorso possono garantire l’individuazione di adeguato personale direttivo, risorsa decisiva per le scuole e per il paese. Auspichiamo che nel Bando, nelle modalità operative che verranno individuate dall’Amministrazione scolastica e nello svolgimento delle fasi del concorso prevalgano modalità che valorizzino le esperienze relazionali-comunicative, le competenze pregresse e le motivazioni dei candidati, garantendo serietà, efficienza e regolarità nello svolgimento del percorso.

 

A vantaggio dei tanti docenti che, attraverso il concorso, metteranno alla prova in prospettiva di un nuovo ruolo le proprie esperienze, competenze ed idealità ed a tutela delle tante comunità scolastiche che attendono urgentemente leader motivati e competenti.