De Matteis – Bramanti, Sacra Sindone

A Pasqua succede…

 di Antonio Stanca

Nella ricorrenza della Settimana Santa molte sono le manifestazioni che in ogni parte d’Italia e del mondo cattolico vengono organizzate per celebrare l’evento della Resurrezione di Cristo. E’ questa una credenza della religione cattolica che come altre è stata accolta dai fedeli ma non ha smesso di suscitare l’attenzione di studiosi e osservatori. Di essa l’elemento che ha fatto discutere molto e che soprattutto negli ultimi tempi è divenuto motivo di un dibattito sempre più acceso è stato quello della Sacra Sindone, del lenzuolo, cioè, che sarebbe servito per avvolgere Gesù una volta deposto dalla croce e sepolto. Sul lenzuolo sarebbero rimasti impressi i segni del suo volto, del suo corpo, feriti e sanguinanti, quando se ne sarebbe liberato per risorgere. E’ conservato nel Duomo di Torino fin dal 1578. Qui è pervenuto dopo una vicenda iniziata nel 1353, anno della sua prima testimonianza, e durata per molto tempo assumendo vari risvolti e coinvolgendo diversi personaggi e luoghi della storia. Riguardo alla sua autenticità si sono create, nel tempo, diverse ipotesi anche in ambito cattolico, si è discusso molto soprattutto tra la fine dell’ ‘800 e l’ultimo ‘900. Non si è ancora pervenuti, però, ad un’acquisizione definitiva e che l’immagine impressa sul lenzuolo sindonico sia da attribuire a Cristo sepolto e poi resuscitato o a qualche altro personaggio del passato, che oltre alla principale contenga immagini secondarie, che sia un falso medioevale, rimane ancora un problema da risolvere. Un mistero è diventato, un mistero variamente interpretato, spiegato senza mai cessare di rimanere tale. Sospesi, divisi tra scienza e fede si è ancora a questo proposito ed in tale ambito si colloca il lavoro che nel 2010 è comparso presso la casa editrice Servi della Sofferenza di San Giorgio Jonico (Taranto). S’intitola Sacra Sindone (Un mistero tra scienza e fede), pp. 183, € 14,00, di Daniele De Matteis e Alessandro Paolo Bramanti. Il primo è un avvocato del foro di Lecce che collabora con la rivista specializzata “Terzo Settore” de “Il Sole 24 ore”, il secondo un ingegnere elettronico autore di pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali e curatore della rubrica “Scienza e Fede” nella rivista mensile “Servi della Sofferenza”.

L’opera è stata presentata Giovedì 29 Marzo presso il Centro Studi “Chora-Ma” di Sternatia (Lecce), diretto da Donato Indino e sempre più avviato ad ospitare manifestazioni culturali degne di nota e seguite dal pubblico. Molto applauditi sono stati i relatori che si sono susseguiti a cominciare dal sacerdote Daniele Albanese che dirige la Scuola Diocesana di Formazione Teologica “Giovanni Paolo II” e che ha introdotto la serata.  Ci sono stati poi gli interventi degli autori del libro, quello del Sindaco di Sternatia e l’ultimo del Parroco del paese. Ha coordinato l’incontro l’avvocato Marta Martina. Tutti, ognuno a suo modo, si sono soffermati sul rapporto tra scienza e fede, sulle difficoltà, sui problemi che ne sono derivati di fronte al fenomeno della Sacra Sindone. Gli autori, nel corso dei loro interventi, hanno illustrato l’opera facendo emergere quanto contiene. Completa nel registrare il percorso compiuto dalla Sacra Sindone in ambito storico, religioso, scientifico ed altro, comprensiva delle varie circostanze, fasi e interpretazioni che l’hanno riguardata, chiara nelle valutazioni ricavate dal De Matteis e dal Bramanti e trasmesse ai lettori si può dire di essa. Una buona lettura rappresenta, un recupero ed un accrescimento delle conoscenze relative al caso. La sua diffusione stimolerebbe l’interesse anche presso il pubblico meno colto poiché gli risulterebbe vicina, comprensibile e lo sensibilizzerebbe riguardo a quanto è destinato a rimanere un mistero.

 

Ancora presso il Centro Studi “Chora-Ma” due giorni dopo, la sera di Sabato 31 Marzo,  sono stati effettuati i canti “I Passiùna tu Christù” ad opera del gruppo musicale “AstériA”. Sono stati dedicati a Giuseppe Giannone, cantore e organettista del gruppo, da poco scomparso,

Quella dei canti religiosi in occasione della Passione di Cristo è una delle tradizioni più antiche di tali posti ed eseguita in lingua grika, anche alla presenza di esponenti della cultura e della scuola greca, l’ha resa ancor più suggestiva. In seguito gruppi di greci si sono esibiti in altri canti religiosi e una loro rappresentante si è soffermata ad evidenziare l’importanza degli scambi che sistematicamente avvengono tra la Grecia e il Sud d’Italia e l’impegno assunto a livello europeo affinché quella greca non rimanga una lingua minoritaria ma abbia una diffusione pari alle altre oggi richieste.

Molto pubblico ha seguito lo spettacolo. Molto vicino si è mostrato ai cantori anche perchè i temi trattati erano quelli della passione e morte di Cristo, del Dio che diviene uomo, che muore per mano degli uomini senza perdere la sua divinità ma accrescendola tramite la morte.