Contratto Comparto Istruzione e Ricerca

Acquisito il parere positivo della Corte dei Conti, il 19 aprile 2018, le OO.SS., convocate all’ARAN, firmano il contratto nazionale di lavoro del comparto istruzione e ricerca.


Firmato il nuovo contratto del comparto Istruzione e Università
Fedeli: “Riguarda 1,2 milioni di dipendenti. Primo passo per valorizzazione professionalità che lavorano nei nostri settori”

Siglato oggi in via definitiva all’Aran il contratto del comparto “Istruzione e Università”, che coinvolge 1,2 milioni di dipendenti. La Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, ribadisce la propria soddisfazione “per il traguardo raggiunto, che ci consente di dare il giusto riconoscimento professionale ed economico, dopo oltre 8 anni di attesa, alle donne e agli uomini che lavorano con passione e serietà nel comparto della conoscenza”. Il nuovo contratto “è un primo passo che consente di offrire migliori condizioni alle dipendenti e ai dipendenti, di proseguire nella valorizzazione e nel riconoscimento della professionalità fondamentale delle docenti e dei docenti mettendo al centro, così, l’interesse delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi, delle famiglie e di tutto il Paese. Con il rinnovo abbiamo mantenuto un impegno preciso. Abbiamo segnato una pagina importante. Abbiamo lavorato nel solco dell’intesa siglata il 30 novembre del 2016, andando oltre, convinti come siamo che valorizzare chi opera nei settori della conoscenza significhi impegnarsi per garantire un futuro di qualità alle nostre giovani e ai nostri giovani”.

Le novità
Sono coinvolti dal rinnovo 1.191.694 di dipendenti, oltre un milione nella sola scuola, 53.000 nelle Università (esclusi le docenti e i docenti universitari), 24.000 negli Enti di ricerca e 9.500 nell’AFAM. Il nuovo contratto si riferisce agli anni 2016, 2017 e 2018. In particolare il comparto e l’area dirigenziale dell’Istruzione e della Ricerca comprendono i dipendenti:

della Scuola: docenti, educatori, amministrativi, tecnici ed ausiliari;
dell’AFAM: direttori, docenti, coordinatori, assistenti, coadiutori;
dell’Università: dirigenti, elevate professionalità e personale amministrativo;
degli Enti pubblici di ricerca: personale amministrativo e tecnico, tecnologi e ricercatori di 21 enti.
A tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori sarà riconosciuto l’aumento stipendiale previsto dall’intesa del 30 novembre 2016 tra Governo e Organizzazioni sindacali, anche grazie alla previsione di un apposito intervento perequativo, che interessa soprattutto le qualifiche iniziali. Il contratto, inoltre, per valorizzare ulteriormente la professionalità delle docenti e dei docenti delle istituzioni scolastiche e dell’AFAM e il fondamentale ruolo che rivestono nella società, assegna loro un ulteriore riconoscimento economico, che consente di giungere a un incremento stipendiale complessivo medio di 96 euro al mese per i docenti delle scuole (gli aumenti vanno da 80,40 euro a 110) e di 105 euro al mese per i docenti dell’AFAM. Più di quanto previsto dall’intesa di novembre. Per gli ATA delle scuole l’incremento medio è di 84,5 euro (si va da un minimo di 80 a 89 euro), per l’università di 82 euro, per ricercatori e tecnologi di 125 euro, per l’area amministrativa della ricerca di 92 euro, per l’ASI di 118 euro. Salvaguardato, per le fasce retributive più basse, il bonus di 80 euro. Non solo incrementi stipendiali. Con la firma del contratto scuole, università, enti di ricerca e istituzioni AFAM si avvantaggeranno anche di regole innovative per migliorare l’organizzazione del lavoro e tutelare e riconoscere l’impegno delle lavoratrici e dei lavoratori.

Scuola
Per la prima volta, il contratto riconosce la scuola quale comunità educante, di dialogo, di ricerca, di esperienza sociale, ispirata ai valori democratici e alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni. Vengono regolate la parte normativa del rapporto di lavoro e le relazioni sindacali, intervenendo sui relativi strumenti, per consentire un corretto e proficuo confronto, e consentendo alla contrattazione integrativa di finalizzare specifiche materie in tema, tra l’altro, di offerta formativa e di processi di innovazione e valorizzazione delle professionalità. Il personale docente e ATA delle scuole beneficerà di una sequenza contrattuale che servirà a studiare un nuovo modello di sviluppo professionale, adeguato ai tempi. Per i docenti, ciò potrà portare, per la prima volta, ad istituire una carriera.

Si prevede la contrattazione dei criteri generali per la determinazione dei compensi per valorizzare il merito dei docenti, ferma restando la procedura di assegnazione. Entra così a regime il cosiddetto “bonus” dei docenti, previsto dalla legge 107 del 2015.

Centralità viene poi data anche all’esigenza fondamentale di garantire sempre di più il principio della continuità didattica alle ragazze e ai ragazzi: i docenti rimarranno per almeno tre anni sull’istituzione scolastica assegnata e richiesta volontariamente. Il contratto prevede anche nuove misure a salvaguardia delle studentesse e degli studenti e di un sano rapporto con le loro e i loro docenti. Si prevedono misure disciplinari per chi usa in modo improprio, ovvero con fini non coerenti con l’obiettivo dell’istruzione, della formazione e dell’orientamento, i canali di comunicazione informatici o i social per relazionarsi con gli studenti. I docenti che dovessero violare la fiducia accordatagli, mettendo in atto comportamenti o molestie di carattere sessuale nei confronti dei loro alunni, saranno licenziati.

Università, Ricerca, AFAM
Per le Università, nello specifico, si prevedono misure innovative per il personale che lavora nelle Aziende ospedaliere nonché per i Collaboratori ed esperti linguistici, risolvendo alcune questioni rimaste aperte da tempo e mai risolte. Inoltre – aspetto particolarmente qualificante – sono previste nella sequenza contrattuale maggiore flessibilità per le categorie e la creazione di nuove aree professionali.

Per gli Enti di ricerca si confermano le forti specificità già significativamente riconosciute dal decreto legislativo 218 del 2016 per il ruolo e per l’importanza che rivestono i ricercatori e tecnologi per la crescita e l’evoluzione del sistema Paese. Sono introdotte misure per la maggiore flessibilità del Fondo per le progressioni economiche del personale.

Per il personale delle AFAM, si prevede che il ruolo di professore di seconda fascia divenga ad esaurimento, puntando a un modello che vede il passaggio verso la prima fascia e fatte salve le graduatorie esistenti.


Scuola, certificato dalla Corte dei Conti il rinnovo del contratto.
A breve la firma definitiva di Aran e sindacati
Fedeli: “Dopo anni di attesa finalmente un giusto riconoscimento a chi lavora nel comparto conoscenza”

(Roma, 17 aprile 2018) Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca rende noto che la Corte dei Conti ha certificato l’ipotesi di rinnovo del contratto del comparto del settore ‘Istruzione e Università’ – che comprende Scuola, Università, Alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM), Ricerca – siglata lo scorso 9 febbraio. La certificazione riguarda l’attendibilità dei costi quantificati per il rinnovo del contratto e la compatibilità con le risorse disponibili. A breve seguirà la firma definitiva del nuovo contratto collettivo nazionale da parte dell’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni (ARAN) e le Organizzazioni sindacali: per circa 1,2 milioni di dipendenti entreranno così in vigore le novità previste dal nuovo contratto.

“Siamo molto soddisfatti per il traguardo raggiunto – commenta la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli – che ci consente di dare il giusto riconoscimento professionale ed economico, dopo oltre 8 anni di attesa, alle donne e agli uomini che lavorano con passione e serietà nel comparto della conoscenza. Il contratto che abbiamo siglato il 9 febbraio scorso è il frutto di un serrato confronto: se abbiamo raggiunto questa importante intesa è grazie al senso di responsabilità delle Organizzazioni sindacali, dell’Aran, della Funzione pubblica, che hanno operato per raggiungere questo risultato, che rappresenta non un punto di arrivo, ma di partenza. L’entrata in vigore di questo contratto ci consente di avviare un percorso significativo di valorizzazione delle professionalità che lavorano nei nostri settori, di offrire migliori condizioni alle dipendenti e ai dipendenti, di continuare a mettere al centro anche le nostre ragazze e i nostri ragazzi, fine ultimo di ogni nostra azione, con regole certe per la continuità didattica. Con il rinnovo abbiamo mantenuto un impegno preciso. Abbiamo segnato una pagina importante. Abbiamo lavorato nel solco dell’intesa siglata il 30 novembre del 2016, andando oltre, convinti come siamo che valorizzare chi opera nei settori della conoscenza significhi impegnarsi per garantire un futuro di qualità alle nostre giovani e ai nostri giovani”, chiude la Ministra.


Il Consiglio dei ministri, nel corso della riunione del 21 marzo 2018, esprime parere favorevole sull’ipotesi di contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale del comparto istruzione e ricerca per il triennio 2016-2018, sottoscritta dall’ARAN e dalle confederazioni e organizzazioni sindacali di categoria lo scorso 8 febbraio.


Contratto, Fedeli: “Con il via libera in Cdm, adesso passaggio alla Corte dei Conti per concreta applicazione.
Atto di responsabilità nei confronti di oltre un milione di dipendenti dei settori della conoscenza”

(Mercoledì, 21 marzo 2018) “Dopo il via libera di oggi in Consiglio dei Ministri, il contratto del comparto del settore ‘Istruzione e Università’, rinnovato lo scorso febbraio dopo oltre otto anni di attesa, può essere ora trasmesso alla Corte dei Conti per la validazione definitiva, preliminare alla sua concreta applicazione. Ancora una volta abbiamo agito con profondo senso di responsabilità per riconoscere professionalmente ed economicamente il lavoro di oltre un milione di dipendenti impegnati ogni giorno nei settori della conoscenza, fianco a fianco con le nostre giovani e i nostri giovani, centro della loro azione”. Così la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli.

Il nuovo contratto, siglato lo scorso 9 febbraio, si riferisce agli anni 2016, 2017 e 2018 e coinvolge 1.191.694 dipendenti, oltre un milione nella sola scuola, 53.000 nelle Università (esclusi le docenti e i docenti universitari), 24.000 negli Enti di ricerca e 9.500 nell’Alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM). Tra le novità previste, incrementi stipendiali, ma anche regole innovative per migliorare l’organizzazione del lavoro e le relazioni sindacali e tutelare e riconoscere l’impegno delle lavoratrici e dei lavoratori.

“Questo nuovo contratto apre una nuova era di valorizzazione del ruolo di chi opera nei settori della conoscenza. Ma è un punto di partenza, non un traguardo raggiunto e da archiviare. Bisogna continuare a impegnarsi per garantire continuità didattica alle nuove generazioni, stabilità, riconoscimento professionale e condizioni di lavoro dignitose alle dipendenti e ai dipendenti. In una società e in un’economia della conoscenza, come sono quelle in cui viviamo, l’investimento sul sapere è fondamentale per garantire alle giovani, ai giovani e al Paese un futuro di qualità”, ha concluso la Ministra.


Il 21 marzo 2018, alle ore 18:00, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali si incontrano con il MIUR per una informativa sull‘Atto di indirizzo dell’area dirigenziale.


Firmato il 9 febbraio 2018 il rinnovo del contratto per Scuola, Università, AFAM, Ricerca. Coinvolti 1,2 milioni di dipendenti.


Contratto, sulla valorizzazione del merito nessun dimezzamento e regole per l’assegnazione restano quelle della legge 107

(Domenica, 11 febbraio 2018) Nessun dimezzamento della valorizzazione del merito delle e degli insegnanti e ad assegnare il cosiddetto bonus per i docenti previsto dalla legge 107 del 2015, che ha riformato il sistema di istruzione, saranno sempre i dirigenti scolastici. Cosa cambia, dunque, con il rinnovo del contratto siglato il 9 febbraio mattina? Poiché l’articolo 40 del decreto legislativo 165 del 2001 fa rientrare tra le materie di contrattazione anche la valutazione delle prestazioni ai fini della corresponsione dei premi, il testo siglato venerdì scorso, che, va ricordato, è il primo rinnovo che arriva dopo l’approvazione della legge 107, prevede che le scuole contrattino i criteri generali per la determinazione dei compensi previsti dal cosiddetto bonus dei docenti. Quindi non i criteri valutativi, ma i criteri per la determinazione del suo ammontare: ad esempio, il dirigente scolastico e la parte sindacale potranno convenire, in sede di trattativa, di prevedere un valore economico minimo o massimo per il premio individuale. Quelli inseriti nel rinnovo contrattuale sono dei principi di trasparenza che mirano a rafforzare e non a indebolire l’istituto del bonus che, anzi, entra a regime. Resta ferma, poi, la procedura prevista dalle legge 107 del 2015 per la determinazione dei criteri per la valutazione (è previsto un apposito comitato per la valutazione) che non sono soggetti a contrattazione, nonché la competenza del dirigente per l’individuazione dei docenti meritevoli.

L’importo disponibile per il bonus passa da 200 milioni annui a 160 milioni a regime (140 milioni solo nel 2018), pari all’80% di quanto riconosciuto sino ad oggi. Ma potrà crescere, anche superando il valore di 200 milioni, con le contrattazioni future, anche grazie alla costituzione di un unico fondo nel quale confluiscono tutte le risorse accessorie, introdotto all’articolo 39-bis del nuovo contratto. Questo intervento è tra quelli che hanno consentito di giungere ad aumenti medi mensili di 96 euro per i docenti, rispetto al valore medio di 85 euro previsto dall’intesa del 30 novembre 2016.

Nei prossimi giorni il MIUR pubblicherà sul proprio sito una nota completa e complessiva con le principali novità previste dal Contratto.


Fedeli: “Rinnovato il contratto per 1,2 mln di dipendenti.
Valorizzare chi lavora nella filiera della conoscenza è investire su futuro.
Per gli insegnanti aumento medio di 96 euro”

Madia: “Rinnovo riconoscimento giusto e doveroso”

“Il rinnovo del contratto siglato stanotte riguarda 1,2 milioni di dipendenti. Siamo molto soddisfatti per l’intesa raggiunta che, voglio ricordarlo, arriva dopo otto anni di mancati rinnovi. Avevamo preso un impegno preciso, lo abbiamo mantenuto. Abbiamo lavorato, in questi mesi, nel solco dell’intesa siglata il 30 novembre del 2016 e siamo andati anche oltre, riuscendo a garantire aumenti superiori a quelli previsti, con l’obiettivo di dare il giusto e necessario riconoscimento professionale ed economico alle nostre lavoratrici e ai nostri lavoratori. Perché valorizzare chi opera nei settori della conoscenza, ne siamo convinti, significa impegnarsi per garantire un futuro di qualità alle nostre giovani e ai nostri giovani”. Così la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, commenta il rinnovo del contratto, avvenuto stamattina, del comparto del settore ‘Istruzione e Università’ che comprende Scuola, Università, Alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM), Ricerca. Sono esclusi i docenti universitari, il cui rapporto di lavoro non è contrattualizzato.
“Il contratto siglato è il frutto di un importante e serrato lavoro di confronto. Ringrazio le Organizzazioni sindacali, l’Aran, la Funzione pubblica che hanno operato per raggiungere questo risultato, che rappresenta non un punto di arrivo, ma di partenza. Gli aumenti garantiti e le novità contenute nel contratto avviano un percorso significativo di valorizzazione delle professionalità che lavorano nei nostri settori. È stato raggiunto un risultato che offre migliori condizioni ai dipendenti, penso ad esempio alla qualità delle relazioni sindacali, e che mette al centro anche le nostre ragazze e i nostri ragazzi con regole certe per la continuità didattica. Si tratta di un lavoro che ora deve proseguire con convinzione, nella consapevolezza che viviamo in una società e in una economia della conoscenza in cui ciò che offriamo sul piano della formazione ai nostri giovani è centrale per un futuro che li veda protagonisti e capaci di interagire con i cambiamenti in atto e non di subirli. Con il rinnovo abbiamo segnato una pagina importante che non deve restare isolata”, chiude Fedeli.
“Proseguiamo il lavoro iniziato tre anni fa: dopo il contratto degli statali, quello del comparto sicurezza e difesa e dei vigili del fuoco, abbiamo rinnovato anche il contratto del comparto conoscenza. Un riconoscimento giusto e doveroso a tutte le donne e gli uomini che si occupano della formazione e della crescita dei bambini e dei ragazzi”, sottolinea la Ministra per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione Marianna Madia.
Sono coinvolti dal rinnovo 1.191.694 di dipendenti, oltre un milione nella sola scuola, 53.000 nelle Università (esclusi le e i docenti universitari), 24.000 negli Enti di ricerca e 9.500 nell’AFAM. Il nuovo contratto si riferisce agli anni 2016, 2017 e 2018.
In particolare il comparto e l’area dirigenziale dell’Istruzione e della Ricerca comprendono i dipendenti:

  • della Scuola: docenti, educatori, amministrativi, tecnici ed ausiliari;
  • dell’AFAM: direttori, docenti, coordinatori, assistenti, coadiutori;
  • dell’Università: dirigenti, elevate professionalità e personale amministrativo;
  • degli Enti pubblici di ricerca:  personale amministrativo e tecnico, tecnologi e ricercatori di 21 enti.

A tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori sarà riconosciuto l’aumento stipendiale previsto dall’intesa del 30 novembre 2016 tra Governo e Organizzazioni sindacali, anche grazie alla previsione di un apposito intervento perequativo, che interessa soprattutto le qualifiche iniziali. Il contratto, inoltre, per valorizzare ulteriormente la professionalità dei docenti delle istituzioni scolastiche e dell’AFAM e il fondamentale ruolo che rivestono nella società, assegna loro un ulteriore riconoscimento economico, che consente di giungere a un incremento stipendiale complessivo medio di 96 euro al mese per i docenti delle scuole (gli aumenti vanno da 80,40 euro a 110) e di 105 euro al mese per i docenti dell’AFAM. Più di quanto previsto dall’intesa di novembre. Per gli ATA delle scuole l’incremento medio è di 84,5 euro (si va da un minimo di 80 a 89 euro), per l’università di 82 euro, per ricercatori e tecnologi di 125 euro, per l’area amministrativa della ricerca di 92 euro, per l’ASI di 118 euro. Salvaguardato, per le fasce retributive più basse, il bonus di 80 euro.
Non solo incrementi stipendiali. Con la firma del contratto scuole, università, enti di ricerca e istituzioni AFAM si avvantaggeranno anche di regole innovative per migliorare l’organizzazione del lavoro e tutelare e riconoscere l’impegno delle lavoratrici e dei lavoratori.

Scuola
Per la prima volta, il contratto riconosce la scuola quale comunità educante, di dialogo, di ricerca, di esperienza sociale, ispirata ai valori democratici e alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni. Vengono regolate la parte normativa del rapporto di lavoro e le relazioni sindacali, intervenendo sui relativi strumenti, per consentire un corretto e proficuo confronto, e consentendo alla contrattazione integrativa di finalizzare specifiche materie in tema, tra l’altro, di offerta formativa e di processi di innovazione e valorizzazione delle professionalità. Il personale docente e ATA delle scuole beneficerà di una sequenza contrattuale che servirà a studiare un nuovo modello di sviluppo professionale, adeguato ai tempi. Per i docenti, ciò potrà portare, per la prima volta, ad istituire una carriera.

Si prevede la contrattazione dei criteri generali per la determinazione dei compensi per valorizzare il merito dei docenti, ferma restando la procedura di assegnazione. Entra così a regime il cosiddetto “bonus” dei docenti, previsto dalla legge 107 del 2015.

Centralità viene poi data anche all’esigenza fondamentale di garantire sempre di più il principio della continuità didattica alle ragazze e ai ragazzi: i docenti rimarranno per almeno tre anni sull’istituzione scolastica assegnata e richiesta volontariamente. Il contratto prevede anche nuove misure a salvaguardia delle studentesse e degli studenti e di un sano rapporto con le loro e i loro docenti. Si prevedono misure disciplinari per chi usa in modo improprio, ovvero con fini non coerenti con l’obiettivo dell’istruzione, della formazione e dell’orientamento, i canali di comunicazione informatici o i social per relazionarsi con gli studenti. I docenti che dovessero violare la fiducia accordatagli, mettendo in atto comportamenti o molestie di carattere sessuale nei confronti dei loro alunni, saranno licenziati.

Università, Ricerca, AFAM
Per le Università, nello specifico, si prevedono misure innovative per il personale che lavora nelle Aziende ospedaliere nonché per i Collaboratori ed esperti linguistici, risolvendo alcune questioni rimaste aperte da tempo e mai risolte. Inoltre – aspetto particolarmente qualificante – sono previste nella sequenza contrattuale maggiore flessibilità per le categorie e la creazione di nuove  aree professionali.

Per gli Enti di ricerca si confermano le forti specificità già significativamente riconosciute dal decreto legislativo 218 del 2016 per il ruolo e per l’importanza che rivestono i ricercatori e tecnologi per la crescita e l’evoluzione del sistema Paese. Sono introdotte misure per la maggiore flessibilità del Fondo per le progressioni economiche del personale.

Per il personale delle AFAM, si prevede che il ruolo di professore di seconda fascia divenga ad esaurimento, puntando a un modello che vede il passaggio verso la prima fascia e fatte salve le graduatorie esistenti.


L’ARAN convoca l’8 febbraio le organizzazioni sindacali per la ripresa delle trattative per il rinnovo del contratto del comparto ”Istruzione e Ricerca”.


Dal 2 gennaio 2018 riprendono gli incontri all’ARAN sul contratto di lavoro del comparto “Istruzione e Ricerca”.

Questo il calendario degli incontri:

  • martedì 2 e giovedì 4 gennaio relazioni sindacali e risorse
  • lunedì 8 gennaio ore 15.30 università
  • martedì 9 gennaio ore 9.30 ricerca e a seguire AFAM
  • giovedì 11 gennaio ore 9.30 scuola
  • lunedì 15 gennaio ore 15.00
  • mercoledì 17 gennaio relazioni sindacali

Contratto, Fedeli: “Trattative entrano nel vivo. Risorse ci sono, chiudere presto rinnovo. Investimenti sulla filiera della conoscenza determinanti per futuro delle nuove generazioni”

(Martedì, 02 gennaio 2018) Dopo la firma del contratto del comparto “Funzioni centrali”, sono riprese oggi all’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni (ARAN) le trattative con le Organizzazioni sindacali per la firma del rinnovo del contratto del comparto “Istruzione e Ricerca”, bloccato da circa otto anni. L’obiettivo è chiudere in tempi rapidi: il calendario dei prossimi incontri è già fissato. Giovedì 4 gennaio si terrà la prossima riunione.

Sono interessati dal rinnovo oltre un milione di dipendenti della Scuola, 53.000 delle Università (esclusi le e i docenti universitari), 24.000 degli Enti di ricerca e 9.500 dell’Alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM).

“Dopo la prima riunione, che ha sancito l’apertura del tavolo contrattuale, con l’incontro di oggi con le Organizzazioni sindacali entriamo nel vivo della trattativa per il rinnovo del contratto, di comparto e dell’area dirigenziale, del settore ‘Istruzione e Ricerca’ – sottolinea la Ministra Valeria Fedeli -. Stiamo accelerando, puntiamo a sottoscriverlo in tempi rapidi: le risorse ci sono, nella legge di bilancio sono stati fatti importanti stanziamenti. Il rinnovo è una questione di giustizia, un atto doveroso nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori, ma anche delle nuove generazioni. Rilanciare i settori della conoscenza con investimenti specifici, a partire dalle risorse per la valorizzazione di chi lavora nella filiera della conoscenza, significa impegnarsi per garantire un futuro di qualità alle nostre giovani e ai nostri giovani”.

“Il rinnovo del contratto – prosegue la Ministra – avverrà nella cornice dell’intesa del 30 novembre 2016, alla luce degli accordi che questa reca, e in attuazione dell’Atto di indirizzo, trasmesso nel mese di ottobre all’ARAN. Non possiamo attendere oltre: si tratta di un necessario riconoscimento professionale ed economico a queste lavoratrici e a questi lavoratori, un riconoscimento che concorre a incrementare la qualità formativa offerta alle studentesse e agli studenti, fine ultimo di ogni nostra azione. Andiamo avanti celermente, in un clima di confronto franco, di trasparenza, alla ricerca di una utile mediazione per il rinnovo di un contratto che è molto atteso dal mondo della Scuola, dell’Università, dell’Alta formazione artistica, musicale e coreutica e della Ricerca”.


Le OO.SS. sono convocate presso l’ARAN il 9 novembre 2017, alle ore 15, per l’apertura delle trattative per il rinnovo contrattuale del Comparto dell’Istruzione e della Ricerca relativo al triennio 2016-2018


Il 19 ottobre 2017 viene trasmesso all’ARAN l’Atto di indirizzo per il rinnovo del contratto (di comparto e dell’area dirigenziale) dell’Istruzione e della Ricerca.


PA, Fedeli e Madia: “Chiuso l’Atto di indirizzo per il comparto Istruzione e Ricerca. Subito contrattazione, rinnovo entro fine anno”

(Giovedì, 19 ottobre 2017) L’Atto di indirizzo per il rinnovo del contratto (di comparto e dell’area dirigenziale) dell’Istruzione e della Ricerca è stato chiuso e trasmesso oggi all’Aran.

L’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni potrà ora avviare il tavolo di contrattazione.

Ne danno notizia le Ministre dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli e della Pubblica Amministrazione Marianna Madia.

“La chiusura dell’Atto di indirizzo – spiegano – è un importante passo verso il rinnovo del contratto atteso ormai da dieci anni. Il governo sta proseguendo sulla strada tracciata con l’accordo dello scorso 30 novembre. L’apertura della contrattazione partirà subito per avere il rinnovo entro la fine dell’anno. ci sono sia i tempi che le risorse per farlo”, concludono le due Ministre.

Il comparto e l’area dirigenziale dell’Istruzione e della Ricerca comprendono i dipendenti:

  • della Scuola: dirigenti, docenti, educatori, amministrativi, tecnici ed ausiliari;
  • dell’AFAM: direttori, docenti, coordinatori, assistenti, coadiutori;
  • dell’Università: dirigenti, elevate professionalità e personale amministrativo;
  • degli Enti pubblici di ricerca: dirigenti, personale amministrativo e di ricerca di 21 enti.

L’Atto di indirizzo ha una parte comune ai settori coinvolti e le specifiche sezioni. Fermi restando gli incrementi garantiti a tutti dal rinnovo, l’Atto siglato oggi consente alle istituzioni e agli enti coinvolti la possibilità di una maggiore valorizzazione del personale.