Istruire, Formare ed Educare non sono sinonimi

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Istruire, Formare ed Educare non sono sinonimi

di Maurizio Tiriticco

 

Achille, destinato a un’eroica milizia, viene educato dal CENTAURO CHIRONE. Questi è un insegnante particolare – si fa per dire – che associa in sé due aspetti forti e determinanti della natura umano/animale: da un lato la forza, la gagliardia, la sveltezza, la capacità di correre e di saltare i mille ostacoli che un cavallo deve affrontare nella sua corsa; dall’altro, la prudenza e l’avvedutezza tipiche del saggio dalle mille esperienze, che sa fare buon uso della forza animale che, appunto… lo anima!

Una seconda figura di insegnante è quella di ARISTOTELE, che educa Alessandro Magno: è il maestro filosofo che insegna i princìpi morali, sociali e politici, direi, tipici dell’uomo sociale, di uno che diventerà re e che sarà destinato a governare un impero immenso.

E c’è una terza figura, quella di COMENIO che, nel suo Orbis sensualium pictus, ovvero nel suo “Mondo sensibile”, con certosina pazienza racconta ai bambini più piccoli – e non solo a loro ovviamente – con illustrazioni e opportune didascalie, l’intero universo della prima metà del XVII secolo (l’opera fu pubblicata per la prima volta a Norimberga nel 1658: fu il primo abbecedario?): il cielo, il sistema solare e poi la terra, i fenomeni naturali, gli animali, i lavori, i mestieri, le tecnologie e via dicendo: tutto ciò che il mondo di allora offriva ai nuovi nati.

Quindi, si tratta di TRE FIGURE DI INSEGNANTI completi e complessi e nel contempo diversi: CHIRONE prepara alla vita in cui il coraggio, la determinazione, la forza fisica, una volta costruiti, possano essere a servizio della comunità; ARISTOTELE prepara alla vita civile, alle responsabilità di governo; COMENIO è il maestro più umile, quello che vuole solo insegnare a tutti l’abbiccì del vivere quotidiano; e che sa intrecciare disegni e parole, perché sa come e perché le cose e le immagini aiutano a costruire l’emisfero DESTRO del nostro cervello e le parole l’emisfero SINISTRO: quindi l’EMOZIONE e la RAGIONE, il cerchio e la retta, la rete e la linea, l’analogico e il digitale.

COMENIO, quindi, è il maestro di tutti… di fatto avvia la prima scuola dell’età moderna che vuole aprirsi a tutti! Intuisce la necessità di quell’obbligo di istruzione (ed anche di formazione ed educazione) ante litteram, che divenne poi norma nel secolo successivo per tanti sovrani illuminati!

E’ bene precisare: l’educazione riguarda la persona nei suoi rapporti con gli altri; l’istruzione riguarda i saperi disciplinari (costitutivi del saper fare); la formazione riguarda la persona in quanto tale. La tradizione educativa, istruttiva e formativa, quindi, viene da molto lontano, perché i nuovi nati ci sono sempre stati e dovevano sempre essere inseriti alle tecniche, alle conoscenze, ai valori del gruppo sociale di appartenenza e di riferimento. Il nuovo nato doveva apprendere al più presto l’uso della cerbottana o dell’arco; la nuova nata avrebbe atteso a faccende che, oggi, potremmo chiamare domestiche. Tutto ciò ha valore per le società patriarcali. In quelle matriarcali le cose andavano ben diversamente, dove la femmina è “sovrana”, in quanto garantisce la continuità del gruppo sociale, mentre tocca al maschio garantire la sopravvivenza materiale. Interessanti al proposito sono gli studi condotti da Bronoslaw Malinowski, l’antropologo polacco che negli anni dieci del secolo scorso studiò la cultura dei Trobriandi, abitanti della Melanesia, dove, appunto, vigeva il matriarcato. Non so se le femministe del secolo scorso si sono avvalse di questi studi per rivendicare la loro autonomia, se non addirittura il loro primato sul maschio.

Oggi noi siamo molto attenti – o dovremmo esserlo – alle differenze che corrono tra l’educare, l’istruire e il formare, e quanto in tali materie spetta alla scuola, quanto alla famiglia! Ma non sono rari i casi in cui certi ruoli si confondono, nonostante quanto prescritto dai Decreti Delegati dell’ormai lontano 1974 che sancirono l’”ingresso” della famiglia nella scuola; e nonostante tutta legislazione che in materia è seguita. Pertanto, non sarebbe errato che su questi tre verbi ci fosse chiarezza nell’assunzione di responsabilità e dello svolgimento dei compiti che spettano a insegnanti e genitori. E i Piani triennali relativi all’offerta formativa possono essere documenti preziosi a tal fine.