Brevi Riflessioni sul superamento della concezione del “Mondo EUCLIDEO”

Brevi Riflessioni sul superamento della concezione del “Mondo EUCLIDEO”

Paolo Manzelli e Daniela Biganzoli <egocreanet2016@gmail.com> , 30/10/2017

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“Noi non conosciamo lo spazio, non lo vediamo, non lo ascoltiamo, non lo percepiamo. Siamo in mezzo ad esso, ne facciamo parte, ma non ne sappiamo nulla…”.( M.C.Escher-, in Esplorando l’infinito)

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Il mondo Euclideo è stato concepito sulla base degli assiomi interpretativi della percezione visiva da Euclide ,e cio’ ha permesso in seguito di dare forma alle certezze della interpretazione meccanica della scienza che sono state costruite da Newton, separando arbitrariamente la misura convenzionale dello spazio da quella del tempo. Cosi durante l’ epoca industriale l’ edificio delle concezioni scientifiche è stato concepito con modalita’ “analitiche-deterministiche” che hanno trovato conferma filosofica in Descartes e poi in Kant sulla intrinseca necessita’ di considerare come necessario riferimento la geometria Euclidea quale presupposto della conoscenza del mondo naturale.

All’ inizio del ‘900, con le concezioni quantistiche relative al microcosmo, “non piu’ direttamente osservabile” , si è compreso come lo spazio ottico non poteva essere determinato con esattezza, di conseguenza si rese evidente che il mondo Euclideo non avrebbe piu’ potuto essere l’unico riferimento geometrico della scienza quantistica , divenuta non piu’ deterministica ed matematicamente esatta. Cio’ proprio in seguito alla necessita di ammettere il principio di indeterminazione (Heisemberg 1927) , con il quale la scienza ha cambiato il contesto significante da “deterministico a probabilistico“. Pertanto il superamento della opinione comune che lo spazio Euclideo avesse una struttura indipendente dalle nostre menti ,in quanto considerato come verita’ unica, necessaria ed assoluta della nostra osservazione , ha avuto effetti dirompenti sia nella scienza che nell’ arte le quali hanno simultaneamente iniziato a liberarsi di concezioni che apparivano come verita’ auto-evidenti relative alla realta’ macroscopica osservabile.

L’ uomo è libero di pensare… “ ma non lo sa” e pertanto la cultura acquisita storicamente gli impedisce di liberarsi da preconcetti e pregiudizi condizionanti.<Il pregiudizio vede ciò che gli pare e non vede ciò che è evidente.-Aubrey de Vere> .

Comunque a partire dagli inizi del ‘900 Einstein, basandosi su una revisione Newtoniana della Gravita’, propose una nuova concezione dello “Spazio-Tempo” come quadri-dimensione (4D) basata su una geometria curva “non euclidea“, mentre contemporaneamente nell’ arte ,molti artisti tra cui Picasso, abbandonarono ogni precedente raffigurazione prospettica della geometria Euclidea, ormai simulata dalla fotografia , al fine di ricercare liberamente espressioni motivanti sensazioni innovative .

Vedi: Arte e Scienza: Mondi Simultanei: http://www.edscuola.it/archivio/lre/mondi_simultanei.htm ,

In seguito il processo di progressiva decomposizione della societa’ industriale-meccanica,tutt’oggi in corso d’opera, ha condotto l’arte visiva e la scienza a concepire come la simultaneita’ degli eventi conduca a immaginare e concepire “mondi sovrapposti” che rappresentano altre realta’ possibili, la cui esistenza non e’ direttamente visibile, ne misurabile perche’ non piu’ riconducibile al mondo locale macroscopico inizialmente descritto da Euclide. Interessanti sotto tale aspetto sono le opere di Escher , orientate a svelare i limiti e ambiguità della permanente concezione sociale e culturale dello spazio, dipinti che realizzano sovrapposizioni di simmetrie per creare figure inconciliabili con il mondo Euclideo.

Contemporaneamente nella scienza la “sovrapposizione del quanti di luce” (entanglement) conduce a rinnovare profondamente le nostre concezioni sulla percezione “non-locale” dello spazio-tempo, cio’ a partire dalla simultaneita’ tra “corpuscolo ed onda del fotone”, che è a fondamento del mezzo che ci permettere di vedere e osservare il mondo.

Vedi: http://www.ticonzero.name/1/scienza_e_arte_di_paolo_manzelli_6597996.html

Una nuova dimensione “olografica” (da: Olo =Tutto e Grafe’ =grafico) fu scoperta nel 1947 dal fisico ungherese D.Gabor, che riusci a memorizzare la informazione visiva su una lastra ,sotto forma di intreccio di frange di interferenza , cosi che le immagini tridimensionali (3D) vengono ridotte a Ologrammi in (2D) , che quando vengono illuminati, generano la illusione della terza dimensione.

Tale scoperta ha favorito la teorizzazione del “potenziale quantistico” di David Bohm ,quale interpretazione “olistica della meccanica quantistica”, la quale viene fondata sulla estensione dello “ entanglement sperimentato nel 1982 dal fisico Francese Alain Aspect” , con cui si mette in evidenza come particelle quantiche trasformano il loro “stato locale” per comunicare energia ed informazione de-localizzandola a distanza . Il potenziale quantistico “non -locale”, ha una “forma olografica” la quale diversamente dal potenziale elettromagnetico non dipende dalla sua intensita’ ma da un “ordine implicato” in 2D che è di un livello quantico superiore allo “ordine esplicato “locale” in 3D”, che è quello visivamente manifesto.

La teorizzazione quantistica d Bohm ci riconduce al mito della caverna di Platone per il quale il mondo delle apparenze è in effetti, l’ombra di un mondo più profondo delle forme e delle idee che ancora debbono essere espresse creativamente.

In tal modo la scienza contemporanea ha aperto la strada per una nuova visione cosmica-olistica della realta’ delineando un netto superamento del Mondo Euclideo , cosi che possiamo comprendere come le realta’ osservabili e misurabili nell’ordine esplicato, debbano essere correlate alla forma “Olografica” dell’ordine implicato, per ottenere una “in-formazione- integrata” ( =formazione realmente intrinseca ) alla “vita”, la quale va al di la delle categorie tradizionali dello spazio e del tempo.