La mala gioventù?

 La mala gioventù?

di Maurizio Tiriticco

Il punto interrogativo è d’obbligo perché ciò che è accaduto a Modena – stante la forza sempre più invasiva e pervasiva della messaggeria via cellulari – e forse in altre parti d’Italia e del mondo, non è indice da una mala gioventù quanto, invece, forse, di una… fessa gioventù! Quanti racconti, quand’ero bambino, sullo scienziato pazzo che inventa macchine diaboliche che poi portano alla morte sua e alla fine del mondo! Una fantascienza povera, per bambini appunto, ma sempre sufficiente ad instillare un pizzico di ansia e una buona dose di paura! Ma tutto finiva lì! E il mondo dei fumetti – Flash Gordon che sbarca sul pianeta Mongo o Rebo, il saturniano che vuole invadere la Terra – in fondo divertiva, come in seguito, anni dopo, divertivano i racconti di fantascienza. E Wells e Asimov occupavano sempre buona parte del nostro divertissement e della nostra curiosità.

Ma che cosa è accaduto a Modena? Dal divertissement al burlesque, tanto caro al nostro Berlusca! Studentesse che si spogliano e si scambiano in rete le loro foto, così per gioco, per verificare le misure dei seni e delle natiche! La mia tetta è più bella della tua! Per non dire delle mie cosce! E guarda un po’ le mie natiche! Da spaventooo!!! Il tutto tra una versione di latino debitamente copiata dal web e un’equazione di secondo grado, debitamente risolta da calcolatrici sempre più avanzate! Ma certo! I compiti è bello farli insieme! E socializzarli! O copiarli? Nessuno lo sa! La massificazione è tale che la distinzione tra un oggetto e un altro, un individuo e un altro è sempre più difficile, se non impossibile! Il miracolo del copia/incolla! La globalizzazione dei cervelli! E domani anche delle persone? Mah! Le nostre ragazze sono convinte: con questi mezzi si impara di più e meglio!

So che il discorso ci porterebbe lontano, a discutere e a ripensare la scuola al tempo del web! Da un lato le campanelle di sempre, le lezioni di sempre, le interrogazioni di sempre, i quattro meno meno di sempre, però tutti affidati alla rete, controllabili, discutibili, confutabili! Lavagne interattive! Registri elettronici! Mezzi nuovi, avanzatissimi, ma… i contenuti… quelli di sempre! Sì, lo so! Non ci sono più i Programmi ministeriali, prescrittivi dalle Alpi al Lilibeo! Ora vigono le Indicazioni nazionali e le Linee guida… purtroppo, però, parole parole parole perché poi la lezione, l’interrogazione, il compito in classe, i dieci voti che poi diventano cento, tra i meno meno, i più e i mezzi, sono gli stessi che Giovanni Gentile adottò per la sua scuola riformata! Per non dire dei libri di testo, sempre più pesanti, sempre più illustrati, sempre più arricchiti di letture, immagini, prove di verifica, spesso cervellotiche, per preparare insegnanti e studenti alle temutissime prove Invalsi! E, soprattutto, sempre più cari!.Tutti soldi che vanno ad autori ed editori!

Le eccezioni, ovviamente esistono! E, in materia di insegnare ad apprendere, esistono anche sperimentazioni di avanguardia! Ma l’hard core della nostra scuola è pur sempre quello che è! Da un lato insegnanti che, pur mal pagati e maltrattati, ce la mettono tutta, però in un contesto obsoleto, e dall’altro studenti che ce la mettono tutta, ma… per studiare il meno possibile, tanto, con la cultura non si mangia! E poi alla fine all’esame di maturità – ci si ostina a chiamarlo così, anche se l’esame da anni non è più mirato alla valutazione della maturità di uno studente, ma ad una certificazione delle competenze che, però, di fatto non esiste – i bocciati sono sempre lo zero virgola zero! In un contesto/scenario così malmesso sembra più che logico che poi i nostri ragazzi cerchino interessi altri altrove! La famiglia – chepparologrossa!!! – almeno quella tradizionale, è in eterna crisi. La scuola non è affatto motivante! Che cosa rimane nelle mani di questi ragazzi e ragazze? Sì, fisicamente, proprio nelle mani! Il CELLULARE! Lo scrivo con tanto di maiuscole perché ormai il cellulare è l’appendice più importante dei nostri arti superiori. Senza questa appendice i nostri ragazzi si sentono non/vivi!

Ricordo alcune considerazioni di Herbert Marshall McLuhan. Risalgono a tanti anni fa! Ci ha lasciato nel 1980: “Fotografia, o meglio, foto-grafia, significa scrivere con la luce. La fotografia, il cinema, conferiscono una specie di immortalità, una preminenza alle immagini e non alla vita reale. Noi diventiamo ciò che vediamo. Diamo forma ai nostri strumenti e poi i nostri strumenti danno forma a noi”. Se ciò già avviene nel mondo della fotografia, del cinema e della televisione, nel mondo del cellulare e delle sue implicazioni avviene in progressione geometrica.

Ne consegue che mezzi così potenti come il cellulare, che poi è una piccolissima cellula di questo enorme pachiderma che è il web, quando utilizzati da mani e con mani “inesperte” o “ingenue”, possono quasi inevitabilmente provocare danni! E danni a volte insanabili in quanto incancellabili! Così le nostre ragazze di Modena è come se si fossero impadronite di uno strumento apparentemente facile al primo utilizzo, ma poi… Mi viene in mente quel povero Topolino che, improvvisatosi “apprendista stregone” in “Fantasia”, meraviglioso cartone di Wal Disney del 1940, diventa schiavo di centinaia di scope che si susseguono l’un l’altra con tanto di secchi ed altrettanti stracci! Il tutto sulla musica de “L’appronti sorcier”, poema sinfonico di Paul Dukas, mirabilmente diretto da Stravinskij!