Tecnologia a scuola, studenti non la utilizzano come dovrebbero

da Tuttoscuola

Tecnologia a scuola, studenti non la utilizzano come dovrebbero 

I ragazzi di oggi sono sempre connessi. Per tenersi in contatto con gli amici, per giocare, per svagarsi nei momenti liberi (e non solo in quelli). Smartphone, tablet e pc i loro compagni fidati. Ma, quando si tratta di studiare, le loro fonti si riducono all’osso. Tra tante risorse a disposizione, finiscono per usare solo le più diffuse. Dei circa 35mila studenti che hanno risposto a una recente web survey di Skuola.net, il 73% ritiene che Google sia la fonte più utile per ottenere informazioni; il 21% gli preferisce Wikipedia; ignorato tutto il resto (social network, forum e programmi per la produttività si fermano al 2%). Questa è la conseguenza di una scarsa conoscenza di modelli didattici innovativi, che utilizzano al meglio la tecnologia per formare e trasmettere conoscenza.

Tanti riconosco i vantaggi dell’e-learning

L’Italia, però, sarebbe anche pronta al cambiamento. Soprattutto in ambito accademico qualcosa si sta muovendo. Ci sono delle realtà che hanno fatto dell’e-learning il proprio marchio di fabbrica: sono le università telematiche. Come, per esempio, l’Università Telematica Internazionale Uninettuno; quella che, secondo i dati, è la capofila di questa nuova forma di ateneo; con circa 20mila studenti, provenienti non solo dall’Italia ma da 163 Paesi del mondo. Il paradosso, infatti, è che mentre i ragazzi italiani dimostrano ancora forti perplessità nei confronti delle università “a distanza”, molti stranieri – più abituati all’e-learning – hanno riconosciuto la validità del modello e scelto un ateneo italiano. Tra gli intervistati da Skuola.net, però, in tanti riconoscono comunque i vantaggi di questa nuova tipologia di studio: il 40% apprezza soprattutto la possibilità di organizzare il tempo in maniera autonoma, il 23% si concentra proprio sul metodo didattico alternativo, il 23% sul risparmio economico, il 10% punta sulla possibilità di entrare a far parte di una community internazionale (su Internet le distanze si azzerano).

Ma la novità li ‘spaventa’: solo il 13% s’iscriverebbe a occhi chiusi

Peccato che gli studenti, nonostante la confidenza che hanno con le nuove tecnologie, siano quasi ‘spaventati’ dall’idea di conseguire una laurea senza frequentare fisicamente dei corsi e recarsi in un’aula chiusa tra quattro mura. Ma solo il 13% – poco più di 1 su 10 – si dice molto interessato all’ipotesi d’iscriversi a un’università telematica. Mentre un altro 12%, pur dandogli credibilità, preferisce ancora gli atenei ‘classici’. Il motivo? Forse perché, soprattutto la scuola dell’obbligo, non abitua i ragazzi a sfruttare fino in fondo gli strumenti innovativi.

Tecnologia sconosciuta a scuola: 9 su 10 la usano solo per fare i compiti

Perché se è vero che 2 studenti su 3 usano quotidianamente la tecnologia anche per studiare, è altrettanto vero che quasi tutti – l’88% – la sfruttino solo per fare i compiti o effettuare ricerche, per ottimizzare i tempi e ripassare in maniera veloce, col minimo sforzo. Quasi nessuno si prende la briga di utilizzare i software di scrittura (7%): si preferisce carta e penna. Chat e gruppi di discussione sono banditi (5%). Nel frattempo, però, la distanza che ci separa dagli altri Paesi si allarga: basti pensare che negli Stati Uniti circa il 30% degli studenti di livello superiore seguono almeno un corso ‘a distanza’ (sono più di 6 milioni).

Anche tra le università telematiche si può trovare l’eccellenza

Un modo per superare lo scetticismo, però, ci sarebbe. Perché anche le università telematiche, a volte, non hanno nulla da invidiare al resto del mondo accademico. Basta saper selezionare bene. Una regola valida anche per l’e-learning. In questa opera di ricerca, una grossa mano la può dare l’Anvur (l’Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca). Ebbene, analizzando i suoi Rapporti periodici, si scopre che l’unica tra le telematiche a ottenere il giudizio “Btel-pienamente soddisfacente” e che – addirittura – insidia le università tradizionali (piazzandosi ai primi posti assoluti tra i 23 atenei – statali e privati – monitorati dall’Agenzia) è l’Università Telematica Internazionale Uninettuno. Il merito sarebbe proprio del suo metodo didattico innovativo: materiali multimediali, esercitazioni interattive, piena e costante integrazione tra teoria e pratica, oltre che un’offerta formativa in linea con le richieste del mercato del lavoro globale, tutto in un “cyberspazio didattico” che va incontro a ogni esigenza formativa dello studente. Quanto basta per andare ben oltre Google e Wikipedia e proiettarsi nel domani.