Cuore, bacio, carezza?

Cuore, bacio, carezza? Un Gioco della Gentilezza da proporre a scuola per la giornata contro la Violenza sulle donne

Anche un Gioco della Gentilezza può contribuire a prevenire la violenza sulle donne e più in generale sulle persone più deboli. La gentilezza a volte viene fraintesa e capita che tutto ciò che viene etichettato come gentile sia lecito e faccia stare bene, in realtà non é sempre così. Per la giornata contro la violenza sulle donne mi voglio soffermare su un particolare aspetto della gentilezza che riguarda i gesti gentili. I gesti gentili, sono le carezze, un bacio, un abbraccio, una stretta di mano, un saluto con la mano…movimenti che hanno come finalità fare stare bene sia chi li dona che colui, o colei che li riceve. Ma é sempre così?  Dipende, a chi vengono donati e come vengono espressi. Non tutti, per ragioni personali, gradiscono per esempio ricevere i movimenti gentili di contatto,  quindi  quando vengono abbracciati, l’abbraccio assume un valore tutt’altro che gentile.  Allo stesso modo un ragazzo che forza una ragazza, durante un’uscita serale tra amici, o conoscenti, a ricevere un bacio, oppure un abbraccio senza che le faccia piacere, magari contro la sua volontà, non é un gesto gentile, ma una forma di violenza; “le ho dato un bacio perché volevo dirle ciò che mi piace”, non giustifica la forzatura. Come si può fare a prevenire queste situazioni equivoche? Una delle strade che si può percorrere é educare sin da piccoli, bambini e ragazzi a conoscere la gentilezza e come metterla in pratica in modo da usarla correttamente, anche da adulti, per il bene di tutti, la scuola e la famiglia possono contribuire a trasmettere queste conoscenze. Ho sviluppato il  Gioco della Gentilezza “Cuore, bacio, carezza?”, augurandomi che venga proposto a scuola, o a casa, proprio per fare conoscere ai bambini ed ai ragazzi, che una delle soluzioni per rendere gentile un gesto é, se non si conosce cosa prova l’altra persona, semplicemente chiederglielo, “posso darti un bacio?”. In questo gioco sono proposti 3 gesti gentili, che in Italia hanno tutti lo stesso significato “ti voglio bene”, due di questi prevedono un contatto (il bacio e la carezza), uno invece no (il cuore). Durante il gioco ogni partecipante, camminando liberamente nello spazio a disposizione, può chiedere ad un altro giocatore “Cuore, bacio, carezza?”, la risposta può consistere in uno dei tre gesti gentili, oppure in un “no grazie”, che rappresenta una parola molto gentile. In questo modo, giocando, i bambini approfondiscono la conoscenza della gentilezza, apprendendo il rispetto per l’altra persona.

Luca Nardi (Presidente dell’Associazione Culturale Cor et Amor ed ideatore dei Giochi della Gentilezza)


web www.igiochidellagentilezza.it

descrizione: CUORE, BACIO, CAREZZA?

ETA’: dai 6 ai 12 anni

PARTECIPANTI: a partire da 2

AMBITO: Scuola, famiglia

AMBIENTE: palestra, classe, salone pluriuso, casa

DURATA: variabile

MATERIALE: nessuno

INTRODUZIONE GENTILE: la gentilezza col cuore e la testa si esprime anche attraverso la sensibilità al benessere dell’altra persona, non tutti gradiscono i movimenti gentili di contatto, per questa ragione per scoprirlo é sufficente chiederlo..”Posso farti una carezza?”.

DESCRIZIONE: i movimenti gentili trasformano le parole in gesti, per esprimere “ti voglio bene” in Italia esistono tre movimenti: il cuorcino(fatto con la mano), il bacio (con la mano, o sulla guancia), la carezza. Dopo avere spiegato ai giocatori tale premessa e avere definito lo spazio di gioco, gli stessi si dispongono in piedi in ordine sparso. Al via i giocatori camminano lentamente, ogni volta che sul proprio cammino incontrano un altro giocatore gli chiederanno “Cuore, bacio, carezza?”, la risposta potrà essere uno dei 3 gesti gentili, oppure un “no grazie” (che rappresenta una parola gentile), a seconda della risposta ricevuta i giocatori si scambieranno  uno dei tre movimenti, oppure no, il gioco prosegue coinvolgendo tutti i giocatori.

CONOSCENZE GENTILI ALLENATE: empatia, movimenti gentili, attenzione, sensibilità.

PROPOSTO DA: Luca Nardi