Eurostat conferma: più è basso il livello di istruzione più è alto il rischio povertà

da Il Sole 24 Ore

Eurostat conferma: più è basso il livello di istruzione più è alto il rischio povertà

di Eu. B.

Proseguire gli studi conviene. Non fosse altro che per allontanare o quanto meno ridurre il rischio povertà. La conferma giunge dai dati diffusi ieri da Eurostat: più è basso il livello di istruzione più è alto il il tasso di deprivazione sociale e materiale.

Il quadro europeo
L’Italia continua a non essere immune dal rischio povertà. Il tasso di deprivazione sociale e materiale del nostro paese nel 2016 è sceso sì al 17,2 per cento (a fronte del 21,6% del 2015) ma resta comunque superiore rispetto alla media europea che è del 15,7. In una forbice complessiva che va dal 49,7% della Romania e dal 47,9% della Bulgaria al 4,2 per cento della Finlandia.

Il collegamento con il titolo di studio
L’elemento più interessante che emerge dalle tabelle di Eurostat è il collegamento con il livello di istruzione. Come detto più è basso più è alto il rischio povertà. E viceversa. In Italia come nel resto dell’Ue a 28. I cittadini italiani che sono arrivati al massimo alla terza media registrano un tasso di deprivazione sociale e materiale del 24,3 per cento (25,3% nell’intera Unione). Che si dimezza però – passa infatti al 12% – al conseguimento del diploma e si riduce addirittura di ¾ all’ottenimento della laurea. Con un titolo di tipo terziario infatti il rischio povertà scende al 5 per cento. Un altro motivo in più, se ancora ce ne fosse bisogno, per aumentare il nostro numero complessivo di laureati. Che nella classe d’età 30-34 anni ci vede penultimi in Europa dopo la Romania.