«Scuole aperte allo sport», progetto Miur-Coni contro il bullismo

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da Il Sole 24 Ore

«Scuole aperte allo sport», progetto Miur-Coni contro il bullismo

Un nuovo pacchetto sportivo sia in orario scolastico che extrascolastico rivolto agli studenti delle scuole medie, con l’obiettivo di favorire la pratica motoria e sportiva e diffondere i valori educativi dello sport, anche per contrastare il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo. È il progetto sperimentale “Scuole aperte allo sport” presentato oggi a Roma dal presidente del Coni, Giovanni Malagò, e dalla ministra per l’Istruzione, Valeria Fedeli, e realizzato in collaborazione con le federazioni, con il Cip e con il sostegno di Samsung Electronis Italia. Saranno 100 le scuole coinvolte su tutto il territorio nazionale, con 1.500 classi e circa 30mila ragazzi partecipanti e 12 federazioni coinvolte.

Percorso multisportivo
Per questo primo anno di sperimentazione, il progetto interesserà una scuola per provincia. Gli istituti selezionati proporranno agli studenti un pacchetto di attività sportive comprendente un percorso multisportivo di tre sport, uno per settimana (atletica leggera, ginnastica e una terza disciplina di squadra o con attrezzi), da svolgere durante l’orario scolastico, corsi gratuiti relativi ai tre sport prescelti e kit per la diffusione dei valori educativi del fair play e conoscenze utili per contrastare il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo.

Malagò: sulla strada giusta. Fedeli: palestre aperte oltre l’orario
«È un progetto che ci inorgoglisce e ci fa capire che siamo sulla strada giusta – ha precisato Malagò – anche se c’è molto ancora da fare. Servono investimenti mirati che prescindono da chi arriverà dopo: questa è la madre di tutte le battaglie e vogliamo vincerla». Per Fedeli si tratta di un progetto che «consente di usufruire delle palestre, degli insegnanti di educazione fisica, dei tecnici federali gratuitamente anche oltre l’orario scolastico. Lo sport è un’attività aggregativa, con questo progetto lo diventerà ancora di più all’interno delle scuole, centri di coesione sociale».