Non si gioca con le competenze!

Non si gioca con le competenze!

di Maurizio Tiriticco

L’amico Vittorio Zedda mi esprime il suo accordo sul mio ultimo pezzo “Anno nuovo, scuola nuova?”. E aggiunge:Oltre all’involuzione del sistema, c’è anche il fenomeno del “gattopardismo” scolastico: basta usare le parole nuove, diventate obbligatorie senza averle capite, per cambiare il titolo alle cose vecchie, che neanche più si sanno fare”.

Caro Vittorio! Quando ci si innamora delle mode, occorre sempre, prima, riflettere un po’! Quando poi delle mode ci si innamora solo perché… vanno di moda, allora la cosa è pericolosa! Questo superamento del voto decimale, sul quale sono in linea di massima d’accordo, PERO’ non può dar luogo all’esondazione di parole al vento! Le cosiddette nuove schede di valutazione per l’istruzione obbligatoria del primo e del secondo grado di scuola (primaria e media), molte delle quali sono del tipo “fai da te” – in nome e in forza dell’autonomia delle istituzioni scolastiche – sono spesso esercizi retorici, per non dire aria fritta! Lo so bene! C’è anche il debito che dobbiamo pagare all’Europa, le otto competenze chiave europee di cui alla Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006. Questo documento europeo è lungo, ricco e articolato. Può e deve essere assunto come punto di riferimento, ma non può essere scopiazzato tanto perché “ce lo chiede l’Europa”! Non è così! L’Europa non ci chiede nulla, si limita a dare delle indicazioni di massima!

E noi (nel 2007 ero ancora in servizio), in occasione dell’innalzamento dell’obbligo di istruzione da otto a dieci anni (legge 26 dicembre 2006, n. 296, art. 1, comma 622), ci preoccupammo di indicare alle scuole quali fossero le competenze da proporre ai nostri alunni, quelle culturali e quelle di cittadinanza. Le competenze culturali erano distinte e declinate lungo quattro assi, penso noti alle scuole: 1) dei linguaggi; 2) matematico; 3) scientifico-tecnologico; 4) storico-sociale. Le competenze chiave dii cittadinanza furono opera del nostro gruppo di lavoro. Sono otto competenze: le prime due afferiscono alla Persona in quanto tale, il Sé; le successive tre afferiscono alla Persona nei suoi rapporti con gli Altri; le ultime tre afferiscono alla Persona nei suoi rapporti con le Cose, o meglio con il fare. Eccole! Copio dal documento ministeriale.

L’elevamento dell’obbligo di istruzione a dieci anni intende favorire il pieno sviluppo della persona nella costruzione del sé, di corrette e significative relazioni con gli altri e di una positiva interazione con la realtà naturale e sociale.

• Imparare ad imparare: organizzare il proprio apprendimento, individuando, scegliendo ed utilizzando varie fonti e varie modalità di informazione e di formazione (formale, non formale ed informale), anche in funzione dei tempi disponibili, delle proprie strategie e del proprio metodo di studio e di lavoro.

• Progettare: elaborare e realizzare progetti riguardanti lo sviluppo delle proprie attività di studio e di lavoro, utilizzando le conoscenze apprese per stabilire obiettivi significativi e realistici e le relative priorità, valutando i vincoli e le possibilità esistenti, definendo strategie di azione e verificando i risultati raggiunti.

• Comunicare o comprendere messaggi di genere diverso (quotidiano, letterario, tecnico, scientifico) e di complessità diversa, trasmessi utilizzando linguaggi diversi (verbale, matematico, scientifico, simbolico, ecc.) mediante diversi supporti (cartacei, informatici e multimediali) o rappresentare eventi, fenomeni, principi, concetti, norme, procedure, atteggiamenti, stati d’animo, emozioni, ecc. utilizzando linguaggi diversi (verbale, matematico, scientifico, simbolico, ecc.) e diverse conoscenze disciplinari, mediante diversi supporti (cartacei, informatici e multimediali).

• Collaborare e partecipare: interagire in gruppo, comprendendo i diversi punti di vista, valorizzando le proprie e le altrui capacità, gestendo la conflittualità, contribuendo all’apprendimento comune ed alla realizzazione delle attività collettive, nel riconoscimento dei diritti fondamentali degli altri.

• Agire in modo autonomo e responsabile: sapersi inserire in modo attivo e consapevole nella vita sociale e far valere al suo interno i propri diritti e bisogni riconoscendo al contempo quelli altrui, le opportunità comuni, i limiti, le regole, le responsabilità.

• Risolvere problemi: affrontare situazioni problematiche costruendo e verificando ipotesi, individuando le fonti e le risorse adeguate, raccogliendo e valutando i dati, proponendo soluzioni utilizzando, secondo il tipo di problema, contenuti e metodi delle diverse discipline.

• Individuare collegamenti e relazioni: individuare e rappresentare, elaborando argomentazioni coerenti, collegamenti e relazioni tra fenomeni, eventi e concetti diversi, anche appartenenti a diversi ambiti disciplinari, e lontani nello spazio e nel tempo, cogliendone la natura sistemica, individuando analogie e differenze, coerenze ed incoerenze, cause ed effetti e la loro natura probabilistica.

• Acquisire ed interpretare l’informazione: acquisire ed interpretare criticamente l’informazione ricevuta nei diversi ambiti ed attraverso diversi strumenti comunicativi, valutandone l’attendibilità e l’utilità, distinguendo fatti e opinioni.

Concludo. Le competenze sopra descritte riguardano l’alunno/a che consegue l’obbligo di istruzione decennale e dovrebbero costituire il riferimento costante degli insegnanti, a partire fin dalla prima classe primaria.

Però, questa attenzione doverosa e legittima – noi tutti siamo Europei – non può e non deve sostituire quelle conoscenze, abilità e competenze, relative alle discipline di studio che i nostri alunni sono tenuti a raggiungere via via nel percorso di studi obbligatori. In altri termini! Ottima cosa avere superato le pagelle! Ma, se le schede non ci fanno comprendere se il nostro/a alunno/a sa fare tre per tre o infilare un predicato dopo un soggetto, temo proprio che questa nostra scuola non vada da nessuna parte!

Grazie Vittorio, se sei giunto fin qui!!!