I sindacati alla prova delle Rsu

da ItaliaOggi

I sindacati alla prova delle Rsu

Dal 17 al 19 aprile si rinnovano le rappresentanze delle singole scuole. Liste entro il 9 marzo

Le elezioni per il rinnovo delle rappresentanze sindacali unitarie nel pubblico impiego, dunque anche nella scuola, si svolgeranno dal 17 al 19 aprile prossimo. La raccolta delle firme per la presentazione delle liste da parte delle organizzazioni sindacali potrà avvenire a partire dal 14 febbraio. Il termine ultimo per la presentazione delle liste elettorali è stato fissato al 9 marzo. I termini sono contenuti nel protocollo di integrazione del protocollo per la definizione del calendario delle votazioni per il rinnovo delle rappresentanze unitarie del personale dei comparti sottoscritto dall’Aran e dalle organizzazioni sindacali il 9 gennaio scorso.

Nella scuola e nell’Afam (alta formazione artistica e musicale conservatori, accademie e istituti superiori per le industrie artistiche) hanno diritto a votare (elettorato attivo) tutti i dipendenti in servizio con contratto a tempo indeterminato o determinato (anche su supplenza breve) alla data delle votazioni. L’accesso all’elettorato passivo (candidature) è concesso, invece, ai dipendenti di ruolo e ai supplenti annuali (con contratto fino al 31 agosto) oppure con contatto fino al termine delle attività didattiche (fino al 30 giugno). Pertanto, fermo restando il diritto di accesso all’elettorato attivo se in servizio alla data delle votazioni, i dipendenti con incarico di supplenza temporanea (cosiddetta supplenza breve o saltuaria) non hanno diritto a candidarsi.

Per essere validamente presentata ogni lista deve essere corredata da un numero di firme di lavoratori dipendenti nell’istituzione scolastica o nell’amministrazione di appartenenza non inferiore al 2% del totale dei dipendenti nelle amministrazioni fino a 2.000 dipendenti e dell’1% in quelle di maggiore dimensione. Ogni lavoratore, può firmare una sola lista a pena di nullità della firma apposta. La lista deve essere presentata da un dirigente sindacale.

La posta in palio è il diritto di accesso alla contrattazione collettiva e alle prerogative sindacali (distacchi e permessi sindacali) che si consegue quando il tasso di rappresentatività del singolo sindacato non risulti inferiore al 5%. La percentuale si calcola facendo la media tra il numero degli iscritti e dei voti conseguiti alle elezioni delle Rsu: metà per il numero degli iscritti e l’altra metà per il voti alle Rsu. La normativa di riferimento è contenuta nell’art.43 del decreto legislativo 165/2001. In particolare, il comma 1 dispone che «l’Aran ammette alla contrattazione collettiva nazionale le organizzazioni sindacali che abbiano nel comparto o nell’area una rappresentatività non inferiore al 5%, considerando a tal fine la media tra il dato associativo e il dato elettorale».

Allo stato attuale, nel comparto istruzione, università e ricerca, di cui fa parte la scuola, i sindacati rappresentativi sono 5: Cgil, Cisl, Uil, Snals-Confsal e Gilda-Unams. La rilevazione del dato elettorale avviene, di norma, ogni tre anni. Quello dell’ultima tornata, che è avvenuta nel 2015, però, è stato ufficializzato solo il 4 dicembre scorso. Il ritardo è dovuto al fatto che, nel frattempo le regole del gioco sono in gran parte mutate. Il legislatore, infatti, ha disposto la riduzione del numero dei comparti di contrattazione. E ciò ha determinato l’accorpamento dei comparti scuola, Afam (conservatori, accademie e istituti superiori delle industrie artistiche), università e ricerca in un comparto unico.

L’accorpamento ha determinato la necessità di adeguare il contratto quadro sulle prerogative sindacali alla nuova situazione. E le trattative sono durate quasi tre anni: esattamente il tempo di validità dei voti Rsu le cui elezioni si rifanno ogni tre anni. E dunque, i sindacati che hanno ottenuto meno voti nell’ultima tornata elettorale hanno continuato a fruire di un numero di distacchi e permessi che, se le rilevazioni fossero state effettuate con i nuovi dati, sarebbero spettati ad altre organizzazioni che nell’ultima tornata del 2015 avevano ottenuto un risultato migliore. Ciò vale solo per il dato elettorale, che si rinnova ogni tre anni.

Il dato relativo al numero degli iscritti, invece, viene ricalcolato anno per anno. Dunque, la tardività dell’applicazione dei dati aggiornati assume rilievo solo ed esclusivamente per il 50% del tasso di rappresentatività: quello legato al dato elettorale. Secondo i dati resi noti dall’Aran lo scorso anno nel mese di ottobre, Cgil, Cisl e Snals hanno subito un calo del tasso di rappresentatività. Mentre la Uil e la Gilda hanno ottenuto un incremento. Il dato va letto con le dovute cautele, perché i rilevamenti del triennio 2013/2015 fanno riferimento al solo comparto scuola, mentre l’ultimo rilevamento è calcolato sul nuovo megacomparto istruzione, Afam, università e ricerca.

Pertanto, è opportuno fare riferimento alle sole percentuali complessive da assumere a titolo meramente orientativo. In particolare, la Flc Cgil rispetto al 2013 ha perso quasi un punto e mezzo percentuale passando dal 28.29% di rappresentatività al 26,81%. La Cisl ha perso il ,2,4% passando dal 26,42% al 24.02%. La Uil ha guadagnato quasi un punto percentuale passando dal 14,27% al 15,19%. E ha sorpassato lo Snals, che ha perso più di un punto e mezzo, passando dal 16,52% al 14,72%. Infine, la Gilda-Unams, ha guadagnato quasi un punto percentuale passando dal 7,74% all’8,60%. Questi dati, peraltro, sono aggiornati al rilevamento del numero degli iscritti (deleghe) del 2016. Dunque, è già superato.

La nuova rilevazione, relativa al 50% di rappresentatività collegato al numero degli iscritti, è attualmente in corso. Il dato definitivo sulle iscrizioni, infatti, si calcola sulla base delle deleghe in essere al 31 dicembre 2017 che risultino confermate anche a gennaio 2018. Per conoscere questo dato, dunque, bisognerà attendere almeno fino al mese di aprile. Questo per quanto riguarda i dati ufficiali del 50% di rappresentatività che si calcola in base al numero degli iscritti. Che peraltro presenta anche l’alea delle doppie tessere.

Non sono pochi, infatti, i docenti e i non docenti che sono iscritti a più di un sindacato contemporaneamente. Ciò comporta che la stessa persona venga calcolata tante volte quante sono le tessere di cui dispone e tale dato incide comunque sul calcolo della rappresentatività generale. In ogni caso, per i dati non ufficiali collegati al numero dei voti che saranno riportati dalle sigle sindacali all’esito delle lezioni delle Rsu e si potrà avere un quadro abbastanza affidabile dei nuovi tassi di rappresentatività.