Dialogando

Dialogando con Salvo

di Maurizio Tiriticco

 

Ormai abbiamo raggiunto il top con questa mania ossessiva dello scrivere su documenti ufficiali del Miur sostantivi maschili e femminili! Come se si dovesse liquidare una sorta di guerra di genere che nello scrivere e nel parlare dura ormai da più secoli! L’amico Salvo scrive su FB: “E che ne dite degli ultimi decreti della 107, appesantiti nella lettura dalla continua ripetizione anche a distanza di due tre righe del tipo… delle alunne e degli alunni, delle studentesse e degli studenti,… e addirittura in un decreto che abbraccia tutti gli ordini di scuola infanzia compresa, alla litania aggiungono in coda anche le bambine e i bambini, rubando così quattro righe nella colonna standard della gazzetta ufficiale dove potevano uscirsene semplicemente con la parolina allievi che ne non offendeva nessuno”.

E no, caro Salvo! Se dici/scrivi solo allievi, le allieve dove le mettiamo? Lo stesso vale per gli alunni! Ma non per gli insegnanti perché, se dovessimo scrivere “insegnante” come femminile plurale, gli alunni e le alunne ci riderebbero dietro! Mah! Di questo passo diremo che un’aula è di genere femminile solo se ospita alunne!!! Ma, se ospita alunni, dovremo chiamarla aulo! Per non dire della scheda di valutazione!!! Solo per le alunne dichiaratamente femmine! Per gli alunni maschi avremo lo schedo di valutaziono! E poi il registro di classe vale solo per gli alunni maschi! Per le femmine avremo la registra di classe! Non se ne può più di questa distinzione ossessiva dei due generi! Il nostro Paese… e la nostra Paesa… hanno bisogno di ben altra cosa… e di ben altro coso!

Eppure abbiamo origini nobili in materia di lingua! Sappiamo tutti che nel lontano 960 alcuni contadini a Capua testimoniarono: «Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte Sancti Benedicti». Nacque così, con molta umiltà, la nostra bella lingua! E un tale fiorentino, indubbiamente colto e un po’ saccente, volle scrivere una commedia, che osò definire divina, in volgare, perché tutti potessero leggerla! Ma indubbiamente il nostro Alighieri sapeva dove andava a parare, avendo a che fare con tanti parrucconi che scrivevano solo in latino, anche se in casa, quando picchiavano le mogli, le rimproveravano in un volgare che… più volgare non si può! E il nostro Alighieri ebbe comunque un gran coraggio! Esaltò il volgare sia in volgare che in latino, per non essere accusato di essere un incolto ignorante! E fu così che scrisse il Convivio in volgare e il De vulgari eloquentia in latino, volendo raggiungere così sia i dotti cosiddetti che il popolino che di latino non masticava nulla!

E nei secoli successivi vennero opere grandi! Il dialogo sui massimi sistemi! Il principe! Gli asolani! La scienza nuova! I promessi sposi! Insomma, ormai si affermava una lingua che non aveva più bisogno di essere difesa perché da sola poteva anche imporsi e parlare al mondo. Mah! Un MAH! GROSSO COSI’! In effetti, mi sembra che oggi l’ignoranza al potere, a poco a poco, sta pure distruggendo la nostra bella lingua! Politici, cosiddetti… giovanotti politicanti, imberbi ma chiacchieroni imperversano sulle piazze e sui piccoli schermi delle nostre case! I poderosi “vaffanculo” di un comico da strapazzo hanno avuto la meglio! Per me e per te, caro Salvo, dovremmo dire “la peggio”! Lo sdoganamento del volgare, non quello dell’epoca di Dante, ma quello delle nostre odierne periferie, purtroppo ha fatto breccia e l’ignoranza al potere sembra che sia diventata la parola d’ordine! Ti ricordi il linguaggio dei Moro, dei Forlani e degli Andreotti? Addirittura forbiti, ma sempre colti e spesso ironici! “A parlare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina”. “Il potere logora chi non ce l’ha”. “Meglio tirare a campare che tirare le cuoia”! Per non dire dei discorsi fiume dei Togliatti e dei Nenni ai congressi di partito! Puntualmente pubblicati su “l’Unità” e sull’”Avanti”! Discorsi che nelle sezioni di partito venivano letti e commentati! “Politique d’abord”! Non era solo uno slogan lanciato da Nenni! Era una divisa che connotava, se non tutti, una gran parte degli italiani impegnati nella politica, o in quella attiva o in quella partecipata!

Ora non so! Questa seconda repubblica mi sembra assai povera! Politicanti che passano da una tv ad un’altra, che concionano su tutto e di tutto, con una cultura di base, non solo politica, abbastanza discutibile! Parlano tanto, ma non scrivono nulla! Chissà in quanti strafalcioni cadrebbero! E noi, professori di lettere, sempre un po’ maniacali, giù a sottolineare gli errori con la matita rosso/blu! Insomma, non è un periodo esaltante per il nostro Bel Paese dove il sì suona! O suonava? Altro dirti non vo; ma la tua festa ch’anco tardi a venir non ti sia grave.