Smartphone a scuola: sì all’utilizzo in classe, ecco il decalogo

da Tuttoscuola

Smartphone a scuola: sì all’utilizzo in classe, ecco il decalogo

La svolta è stata annunciata lo scorso settembre dalla ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli. Ora si fa un’ulteriore passo avanti. E mentre in Francia il presidente Macron li vieta, qui in Italia il gruppo di lavoro istituto dal Miur stila un decalogo sull’utilizzo degli smartphone a scuola. Ma la Ministra precisa: «Resta la proibizione all’utilizzo personale dello smartphone in classe. Stiamo regolando l’uso didattico sotto il controllo del docente». Oggi, 19 gennaio, Fedeli ne parlerà a Bologna, nel corso di “Futura, l’iniziativa dedicata all’innovazione digitale nelle scuole, realizzata dal Ministero dell’Istruzione in collaborazione con il Comune di Bologna. Intanto Repubblica fornisce un’anticipazione della relazione.

Secondo quanto riporta il quotidiano nazionale, gli esperti sono chiari: lo smartphone oggi è nelle mani di tutti e vietarne l’utilizzo non è la soluzione. Meglio, invece, insegnare ai ragazzi a utilizzarlo nel modo più corretto e responsabile.

Che gli adolescenti infatti vivano di pane e smartphone non è certo una novità, e sicuramente è un fatto che non può essere ignorato. Sono i numeri a parlare: secondo i più recenti dati Ipsos raccolti per Save The Children, il 97% degli intervistati tra gli 11 e i 17 anni – in pratica la quasi totalità – ha un cellulare (il 26% in più rispetto a 4 anni fa). In prima media quasi tutti ne hanno già uno, considerando che l’età media per il possesso di uno smartphone è stimata intorno agli 11 anni e mezzo. A questo aggiungiamo pure che il 47% degli intervistati racconta di essere connesso alla rete 24 ore su 24.

Chiudere gli occhi di fronte a questi dati vorrebbe dire lasciare tutti questi ragazzi in balia di uno strumento potentissimo di cui ignorano potenzialità i rischi. Ed ecco che il Miur decide di correre ai ripari: «La natura del digitale cambia i comportamenti di una società e i modelli educativi – dichiara la Ministra -. Di qui la necessità di assumerci questa responsabilità: dare contenuti certificati alla didattica digitale e governare fenomeni che comunque coinvolgono i nostri ragazzi fuori dalla scuola. Per fare questo – aggiunge Fedeli dalle pagine di Repubblicasarà importante dare ai docenti una formazione adeguata, chiamare in causa anche università e case editrici. La scuola deve diventare anticorpo della società nei confronti di verità confuse, dibattiti superficiali, fake news, informazioni prive di fondamento scientifico».

L’indicazione per le scuole, intanto, è quella di adottare un regolamento condiviso che dica chiaramente cosa sì può fare con lo smartphone a scuola e cosa resta invece proibito: quando accenderlo, come evitare i furti e le discriminazioni verso chi non ne possiede uno. Tutto ciò coinvolgendo consigli di classe e famiglie degli studenti. Per ora gli esperti hanno quindi stilato un decalogo valido per tutti i gradi di istruzione, in particolare per le scuole medie e superiori, anche se pure alla scuola primaria si potrà chiedere agli alunni di portare un tablet e di condividerlo con i compagni. Ammessi anche i videogames, a patto che siano educativi. Le notifiche dovranno esser disattivate in modo che i ragazzi non vengano distratti, in orario scolastico, dai messaggi ricevuti. E comunque dovranno essere educati a non rispondere a questi nell’immediato.

Ovviamente le scuole dovranno dotarsi di connessioni che funzionino correttamente, in grado di reggere. Di seguito il decalogo riportato da Repubblica per l’utilizzo degli smartphone a scuola.

Smartphone a scuola, il decalogo

1. Accettare il cambiamento tecnologico;
2. dotarsi di un regolamento;
3. utilizzare il wi-fi;
4. condividere la sperimentazione;
5. chiarire cosa si può fare e cosa no;
6. disabilitare le notifiche;
7. è il docente che decide come utilizzare lo smartphone;
8. solo uso didattico;
9. spiegare alle famiglie i motivi;
10. educare all’utilizzo etico.