Quasi 7 mila assunzioni salteranno dopo il 4 marzo

da ItaliaOggi

Quasi 7 mila assunzioni salteranno dopo il 4 marzo

La fedeli ha preso tempo con la richiesta di parere all’avvocatura dello stato

Carlo Forte

Sono 6.669 le immissioni in ruolo in bilico: 1.030 nella scuola dell’infanzia e 5.639 nella scuola primaria: circa i 2/3 delle assunzioni sono state effettuate prima del 2017/2018, in prevalenza nel 2016/2017 e un terzo riguarda docenti immessi in ruolo nell’anno in corso. Il dato è stato reso noto dal ministero dell’istruzione e reca il numero dei docenti, muniti di diploma magistrale, assunti a tempo indeterminato per effetto di sentenze cautelari dei giudici amministrativi (si veda ItaliaOggi di venerdì scorso). Si tratta di insegnanti che, non essendo inclusi nelle graduatorie a esaurimento, avevano presentato a suo tempo un ricorso al giudice amministrativo per esservi inclusi inoltrando un ricorso d’urgenza. Sennonché, a seguito del mutato orientamento del Consiglio di stato, i ricorrenti anziché essere inclusi «pro forma» nelle graduatorie a esaurimento (senza diritto di assunzione) sono stati incluso «a pettine» e pieno titolo, ma con la condizione che, in caso di soccombenza in giudizio, sarebbero stati cancellati dalla graduatoria e, se assunti per effetto dell’inclusione nella graduatoria, sarebbero stati licenziati. L’assunzione condizionata è stata formalizzata apponendo al contratto di assunzione una cosiddetta clausola risolutiva espressa.

Vale a dire, inserendo una pattuizione secondo la quale, a seguito della soccombenza in giudizio, venendo meno i presupposti dell’assunzione, l’assunzione sarebbe stata posta nel nulla. Ed è esattamente quello che sta accadendo ai diplomati magistrali assunti per effetto di provvedimenti cautelari dei giudici amministrativi. L’Adunanza plenaria del Consiglio di stato, infatti, si è pronunciata nel senso della inesistenza del diritto dei diplomati magistrali ad essere inclusi nelle graduatorie a esaurimento. E ciò sta portando e porterà, inevitabilmente, i giudizi in corso ad un esito conforme a quanto stabilito dall’Adunanza.

L’amministrazione, quindi, ha chiesto agli uffici periferici di fare un censimento dei potenziali licenziandi ed ha già reso noto la prima statistica, che riguarda gli immessi in ruolo con clausola risolutiva. Che sono concentrati al Nord, dove le graduatorie a esaurimento sono in gran parte esaurite. Nel settentrione, infatti, sono stati immessi in ruolo 499 docenti di scuola dell’infanzia e 4.970 docenti di scuola primaria, per un totale di 5.469 immissioni in ruolo da annullare: l’82% del totale. Al centro le immissioni in ruolo nell’infanzia sono state 362 e nella primaria 492 per un totale di 854 assunti a tempo indeterminato, sempre con clausola risolutiva: il 12,8% del totale. Fanalino di coda il Sud, dove le graduatorie recano ancora in gran parte precari storici con molti punti.

Nel meridione, infatti, le immissioni nell’infanzia sono state 169 e nella primaria 177, in tutto 346: il 5,2% del totale. Per avere un’idea della distribuzione territoriale del fenomeno basti pensare che in Lombardia nella scuola primaria sono state effettuate 2.434 immissioni in ruolo con condizione risolutiva e in Sicilia soltanto una. Fin qui i dati delle immissioni in ruolo da annullare. E poi c’è il dato delle assunzioni a tempo determinato, che si annuncia più corposo di quello delle immissioni in ruolo. Ma che non è ancora nella disponibilità del ministero dell’istruzione.

Per conoscerne l’entità bisognerà attendere la fine del mese di gennaio. L’amministrazione centrale, infatti, ha chiesto con urgenza agli uffici periferici di effettuare il censimento dei contratti a tempo determinato con clausola risolutiva conclusi quest’anno con termine al 30 giugno o al 31 agosto. E gli uffici dovranno provvedere ai relativi adempimenti entro il 24 gennaio. Ma per conoscere il destino dei licenziandi bisognerà attenere a dopo le elezioni, quando l’avvocatura fornirà indicazioni al ministero su come dare attuazione alle sentenze. L’amministrazione centrale, infatti, data la delicatezza della questione, ha chiesto un parere all’avvocatura. Parere che, secondo a quanto risulta a Italia Oggi, non giungerà prima della metà di marzo.